Scott Henderson non ha certo bisogno di presentazioni, da anni è una star assoluta della chitarra, un vero maestro nelle contaminazioni tra jazz, blues e rock o, in una sola parola, fusion.
Cresciuto in un’epoca in cui ha potuto imparare dai padri del blues, a partire da Albert King, Scott fu travolto come tanti giovani dall’ondata del rock e da musicisti mitologici come Jimmy Page, Jimi Hendrix, Ritchie Blackmore e molti altri. Al contempo, sviluppava una forte passione per altre frange della “musica nera” a partire dallo sfrenato funk di James Brown.
Fino ad incontrare il Jazz, che da musicista professionista lo portò in tour con Chick Corea e la sua Elektric Band, poi con Joe Zawinul (Weather Report) e molti altri.
Negli anni ’80 forma la leggendaria band Tribal Tech, un concentrato di bravura e groove pressoché al suo massimo.
Più volte Henderson è stato nominato “chitarrista dell’anno” o altri titoli dalle maggiori riviste del settore e anche con la sua carriera solista ha sfornato album che hanno segnato un’epoca, circondandosi sempre di musicisti di pari livello, come i bassisti Victor Wooten e Jeff Berlin, il batterista Dennis Chambers, ecc.
Grande chitarrista, grandi band, grandi album, grandi fraseggi e ovviamente… grande suono!
Sì, perché il suo guitar tone ha fatto storia e ancora oggi è considerato uno dei punti di riferimento soprattutto dagli appassionati di jazz-rock.
Scegliendo sempre le forme stratoidi, la sua relazione con Suhr ha radici lontane che ci portano ai primissimi anni ’90. Nel 1991, infatti, John Suhr in persona costruisce alcuni modelli Classic S per Henderson, che diventa il primo endorser del marchio dando completa fiducia a questo straordinario master builder americano.
Siamo nel 2020 e Scott ha sempre con sé la sua fidata Suhr, nella sua ultima incarnazione in finitura Seafoam Green che, grazie all’importatore milanese Backline, ora è anche alla portata dei chitarristi italiani.
Si tratta di uno strumento leggero e comodo da suonare, con corpo in ontano selezionato, manico in acero roasted (tagliato di quarto per maggiore stabilità) e tastiera in palissandro indiano.
Il raggio della tastiera è particolarmente piatto e moderno, si tratta di un 16″, i tasti sono 22 jumbo e il capotasto è in tusq.
L’elettronica è affidata ai pickup ML Mike Landau, ben noti per la loro capacità di toni caldi e jazzy, ma anche di diventare aggressivi nel momento in cui si va a spingere e saturare il suono.
I pickup sono controllati da un volume e due toni, con selettore a 5 posizioni e sistema di cancellazione del rumore SSCII (Silent Single Coil).
Parlando di hardware, la prima cosa che però salta all’occhio è il ponte, anche perché chi conosce il chitarrista sa bene quanto per lui sia importante l’uso della leva del tremolo, anche solo in piccolissimi movimenti sulle note, parte integrante del suo famoso sound.
Il ponte, quindi, è un 6 viti modificato, con un range d’azione molto ampio che permette di alzare di una terza maggiore la corda G a vuoto ed abbassare all’incirca di un’ottava la corda la A.
Il blocco del ponte è custom in acciaio, così come la leva che ha lunghezza ridotta.
Se siete fan di Scott questo strumento dovrebbe già essere nel vostro mirino, ma anche se non lo siete si tratta di una chitarra versatile e che offre un suono capace di soddisfare una buona parte delle esigenze di chiunque.
Maggiori informazioni sul sito di Backline.
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