Ben ritrovati affezionatissimi Musicoffili e bentrovati ai nuovi. Sopravvissuti anche quest’anno all’influenza che ha decimato la redazione ed i collaboratori e rinunciando per l’ennesima volta alle piste innevate ed alle baite di montagna, finalmente ci siamo! E’ giunta in redazione la nuova versione di quello che potremmo definire “il sistema operativo dei musicisti”, ovvero Cubase SX 2Ben ritrovati affezionatissimi Musicoffili e bentrovati ai nuovi.
Sopravvissuti anche quest’anno all’influenza che ha decimato la redazione ed i collaboratori e rinunciando per l’ennesima volta alle piste innevate ed alle baite di montagna, finalmente ci siamo!
E’ giunta in redazione la nuova versione di quello che potremmo definire “il sistema operativo dei musicisti”, ovvero Cubase SX 2.0 della Steinberg. Ne sono passati veramente tanti di anni ormai dall’uscita del primo mitico Cubase, che risiedeva su un singolo floppy disk e che ha rivoluzionato il modo di fare musica con l’implementazione del computer.
Senza stare a scrivere la storia del MIDI e dell’Hard Disk Recording, è sempre più evidente che i software di questa categoria stanno rendendo il computer sempre più autonomo ed indipendente da tutto quello che troviamo in uno studio di registrazione reale.
Si faceva sentire la necessità di poter operare su un computer, senza rimpiangere la “manualità” che si ha nel lavorare con processori, registratori, mixer e tutto l’hardware al quale qualsiasi fonico è abituato.
Ecco infatti che una delle grosse novità di Cubase SX 2.0, è proprio l’integrazione di tutte quelle funzioni relative alla manipolazione dell’audio, un po’ come Nuendo stava già facendo, sull’onda del grande successo che altre piattaforme hanno sempre riscosso in ambito Professionale.
Indossiamo guanti e camice bianco ed apprestiamoci alla consueta “radiografia” del software.
I requisiti minimi per l’utilizzo di SX 2.0 sono un processore Pentium/Athlon 650 Mhz, con 256 Mb di Ram, ma un processore da 1,4 Ghz con 512 Mb di Ram costa ormai meno del software stesso, ed è altamente consigliato, assieme a Windows XP o 2000.
Per i possessori di Apple è richiesto un G4 733 Mhz, 512 Mb di Ram e OS X 10.2.
L’installazione è veloce e semplicissima; al riavvio del computer, basta inserire la chiave usb per l’autenticità del software e siamo pronti.
Aprendo una nuova sessione di Cubase SX 2.0 ci accorgiamo che la grafica è stata modificata; colori più morbidi, ricchi di sfumature, tra l’altro tutti modificabili nelle preferenze. Sostanzialmente la “formazione vincente” che vede l’Inspector a sinistra, la Track List al centro, e l’Event Display a destra, non è cambiata; ma dando un’occhiata alla Transport Bar si notano parecchie piacevolissime differenze.
Ormai va di moda avere sottocontrollo la percentuale di utilizzo della CPU e del Bus dove il nostro Hard DIsk è connesso, quindi sono stati aggiunti due meters digitali sulla sinistra della Transport Bar atti a questo scopo.
Le modalità di registrazione e di quantizzazione, così come il display che indica la posizione del Left e Right locator, non sono una novità, ma di seguito a questi troviamo una Jog Shuttle stile “registratori vintage a nastro” (così saranno contenti anche i fonici puri, in costante lotta contro i cosiddetti “midici”).
La Jog è composta da 2 anelli concentrici che svolgono due differenti funzioni. Il più esterno controlla i “motori” virtuali del nostro registratore, dandoci la possibilità di spostare il nastro, a sua volta “virtuale”, con velocità variabile, in entrambe le direzioni.
L’anello più interno invece simula il movimento che si effettua direttamente girando “a mano” le bobine del registratore, molto utile per individuare un punto preciso del nastro.
Proseguendo a destra incontriamo, con una disposizione diversa dal solito, il selettore del sync, le impostazioni riguardanti il tempo (bpm) del brano, la suddivisione, lo switch per attivare il click ed il pre-count.
A seguire un’altra novità, ovvero “L’enciclopedia dei markers”; una griglia che ci permette di spostarci da un marker all’altro con estrema semplicità. Chiude la barra il bar-meter che indica l’attività del MIDI IN/OUT ed un fader che controlla il livello di uscita per il nostro ascolto.
Andiamo a scovare ora le novità nell’ambiente di lavoro principale aprendo un nuovo progetto.
Il software ci chiederà subito che tipo di lavoro stiamo per svolgere, in modo da configurarsi automaticamente con i tools necessari.
Possiamo scegliere tra le seguenti modalità: 16 Track MIDI Sequencer, 16 Track Surround Mix, 24 Track Audio Recorder, Music for picture NTSC, Music for picture PAL e Stereo Mastering Setup.
C’è una novità nel tipo di tracce che possiamo utilizzare nei nostri progetti; conosciamo già le tracce MIDI e le tracce audio sia Stereo che Mono. La sorpresa la abbiamo quando andiamo a creare una nuova traccia audio, e ci troviamo di fronte ad una scelta tra 12 tipi di tracce audio, create appositamente per mix surround, ed in più ora abbiamo anche la possibilità di assegnare ad una traccia audio il ritorno degli effetti di tipo send/return, dandoci quindi la possibilità di avere le modalità mute e solo anche sui ritorni degli effetti, nonchè l’automazione.
I segni di un avvicinamento al mondo dell’analogico, come dicevamo all’inizio, sono visibili anche sul mixer, su cui sono stato apportate varie modifiche che andiamo a passare in rassegna.
Analizziamo il pannello di un singolo canale.
Le novità che delineano questo avvicinamento all’analogico sono uno switch per l’inversione di fase ed il potenziometro del guadagno in ingresso (non dimentichiamo che stiamo comunque parlando di una traccia audio e non MIDI).
La sezione dell’equalizzazione è rimasta invariata per quanto riguarda la quantità e qualità dei filtri presenti, ovvero 4 parametrici.
La novità sta nel fatto che possiamo salvare un numero utile di presets che possono a loro volta essere richiamati tramite automazione.
Non mancano i tasti di mute e solo, nonché uno switch “monitor” che ci permette di tenere sotto controllo il livello del segnale in ingresso (una sorta di PFL), più tre pulsanti atti a bypassare le sezioni Insert (che su questa versione sono ben otto, contro i quattro della versione VST), Send ed EQ.
Abbiamo notato come il potenziometro del guadagno in ingresso non sia controllabile direttamente con il trascinamento del mouse come accade invece per tutti gli altri potenziometri presenti; per permettere un controllo efficiente e preciso di questo parametro, dovremo necessariamente impostarne il valore manualmente o utilizzare la “rotella” del mouse, “trick” che ci è sembrato molto utile se non altro per preservare le nostre orecchie ed il nostro impianto da improvvisi e letali picchi di volume.
Le varie modalità di visualizzazione dei canali del mixer ci permetteranno di lavorare in maniera molto più comoda, con la possibilità di avere tutto “sotto mouse”, anche se l’utilizzo di due schermi è ormai consigliato a tutti.
Lasciamo l’argomento mixer e diamo un’occhiata al VST Connection Panel.Quest’ultimo è stato “snellito” dalla precedente versione di SX 1.0, che vedeva gli inputs e gli outputs separati su due pannelli.
In Cubase SX 2.0 invece abbiamo una sola finestra che ci mostra tutte le connessioni in entrata ed in uscita, con la possibilità di aggiungerne di nuove con un semplice click del pulsante destro, tutte ovviamente assegnabili alle connessioni fisiche che il nostro hardware audio ci mette a disposizione.
Questo ci permette di effettuare liberamente il routing del segnale, rendendo tutto più vicino alla realtà, dove l’unico limite all possibilità dei collegamenti è posto dal numero di cavi che abbiamo a disposizione, a riconferma della tendenza verso la versatilità del mondo analogico, sfruttando sempre e comunque tutta la qualità che invece solo il digitale può offrirci.
Le ultime due novità da citare sono un tipo di traccia molto particolare, ovvero la Ruler Track, e lo switch Freeze.
Vediamo brevemente di cosa si tratta.
Ricordiamo come in tutte le precedenti versioni di Cubase potevamo decidere le unità di riferimento che venivano mostrate sul righello nell’event display, scegliendo tra il tempo in secondi, o le battute, oppure in frames.
Ora ad ogni traccia possiamo accostare la sua Ruler track, così da lavorare agevolmente su quei progetti dove interagiscono tra di loro tracce video, audio e midi, ognuna con l’unità di misura più congeniale all’uso che ne viene fatto.Il pulsante di Freeze infine, situato accanto ad ogni VST Instrument nell’apposito pannello, ci permette di effettuare una sorta di “pre-rendering” delle tracce suonate dai virtual instruments, così da alleggerire il lavoro del processore quando vengono impegnati un gran numero di questa tipologia di plug-ins. Ovviamente non potremo effettuare cambiamenti sulle tracce poste in freeze, senza prima “scongelarle”.
Questo è un ottimo sistema per non scoraggiare i possessori di macchine non abbastanza potenti e per dare maggiore stabilità ai professionisti che non possono permettersi crash di sistema o “scrocchi” di varia natura, soprattutto in presenza del produttore pronto a frustarli e ad estorcere loro sconti per ogni istante perso.
Siamo certi che un utilizzo continuativo di questa nuova versione di Cubase SX ci permetterà di scovare tante nuove funzionalità e tanti nuovi “trucchi” che ci faciliteranno la vita. Non c’è dubbio che le intenzioni di Steinberg siano sempre più rivolte ad ottenere consensi dagli utenti professionisti, pur mantenendo la semplicità d’uso che da sempre contraddistingue i prodotti di quella che tutti noi appassionati di musica e di Hard Disk Recording abbiamo considerato come la Software House di fiducia.
Buona esplorazione per voi che già possedete la nuova versione di Cubase SX e, per coloro che possiedono le precedenti versioni, anche non SX, gli upgrades sono disponibili con i seguenti costi iva inclusa:
- 156,00 € da SX 1.0,
- 210,00 € da VST Score VST o VST/32,
- 414,00 € da SL 1.0 o 2.0,
- 540,00 € da SE
Per chi volesse avere informazioni più dettagliate relative alle novità di Cubase SX2.0, segnaliamo i seguenti links:
- Cubase SX 2.0 è importato e distribuito in Italia da Midiware S.r.l.
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