HomeRecording StudioRecording Studio - DidatticaPump DOWN the volume!

Pump DOWN the volume!

Cari MusicOffili, mi raccomando, tenete il volume basso quando siete di fronte ai vostri speakers e, dal momento che ognuno ha la sua opinione al riguardo, ecco un metodo infallibile per regolare il volume dei monitor in studio di registrazione, home studio, project studio e ovunque!

Cari MusicOffili, mi raccomando, tenete il volume basso quando siete di fronte ai vostri speakers e, dal momento che ognuno ha la sua opinione al riguardo, ecco un metodo infallibile per regolare il volume dei monitor in studio di registrazione, home studio, project studio e ovunque!

Ci sono molte ragioni per scegliere di avere un controllo attivo del volume di ascolto in studio di registrazione e queste ragioni sono sia di carattere professionale che legati alla cura e manutenzione dello strumento più importante per il vostro lavoro: l’udito.
Il nostro orecchio è lo strumento più importante per svolgere con professionalità ed efficienza il nostro compito ed è bene sapere che una lunga esposizione a livelli elevati può danneggiare in modo irreparabile il nostro strumento più importante.

Il grande Bruce Swedien, sound engineer straordinario e dalla lunghissima carriera professionale pubblica nel suo libro una tabella che io ricordo di avere visto tantissimi anni fa (era il 1983) su una rivista oramai “defunta” dal nome Recording Engineer/Producer. L’articolo parlava dei danni riportati da un sound engineer all’udito per l’esposizione al volume eccessivo in studio.
A quei tempi i “near-field” non erano ancora diffusi. La cosa mi colpì molto e da quel momento ho sempre prestato attenzione al volume in studio. 

Pump DOWN the volume!

Max Carola in studio con Solomon Burke

Per effettuare quella che io chiamerò “calibrazione” dei monitors è necessario avere un SPL meter, anche economico. Se avete uno smartphone (e chi non ce l’ha?) potete cercare e scaricare una APP che svolge la stessa funzione e che di solito si chiamano, ovviamente, Spl Meter.

SPL Meter per iPhone (quello che uso io)

La cosa importante, per fare una misura accurata ed utile, è regolarlo in “SLOW” e con il selettore in “A”. Questo consente allo strumento di misurare utilizzando un filtro che elimina dal rilevamento le basse frequenze e le altissime, con un tempo di integrazione lento che tiene quindi in conto la “media” del segnale e non i picchi.

Pump DOWN the volume!

A questo punto, nella vostra DAW dovete individuare un plugin in grado di generare un rumore “rosa” con un livello medio di “-20 dBFS”. Se non lo trovate potete scaricare questo segnale cliccando qui.

Ora, con il rumore rosa in funzione mettete in mute lo speaker di destra e misurate con lo strumento il valore SPL dello speaker sinistro. Cambiate il volume di ascolto (non il volume della traccia, mi raccomando) fino a quando non leggete sullo strumento 83 dB di media.
Ora mettete in mute lo speaker di sinistra e regolate lo speaker di destra fino ad ottenere 83 dB di media. A questo punto tenendo aperto lo speaker di destra togliete il “mute” allo speaker di sinistra. Sullo strumento dovreste leggere circa 86 dB di media.
Ecco, questo è il volume “ideale” di ascolto, il vostro punto di partenza. Segnate questa posizione della vostra manopola del volume così da poterci ritornare quando volete.

Pump DOWN the volume!

Ora, senza spostare il volume di ascolto, aprite un brano su cui state lavorando e provate a fare i livelli ascoltando a 85 bB. Avete lo strumento: usatelo!
Provate a lavorare per qualche giorno con questi volumi. Poi, magari twittandomi @mixmaxcarola, ditemi cosa ne pensate.

Un avvertimento: se usate brani estratti da CD come riferimento tenete nel giusto conto che sono brani che hanno subito (non uso la parola a caso) un processo di “mastering” e probabilmente hanno un livello di registrazione molto alto. Di sicuro molto più alto di quello che è giusto usare nella fase di registrazione e missaggio. Quindi, in questo caso, abbassate il volume della traccia di riferimento di almeno 6 dB o anche 10 dB a volte.
Se volete farlo in modo professionale, usate un VU meter come questo della PSP e regolate il livello in modo che (con il reference a -18 dBFS) la media non superi lo zero se non occasionalmente. Ecco, adesso potete usare il brano come reference tenendo però presente che probabilmente è stato compresso in modo elevato in mastering per raggiungere un livello così alto quindi i transienti sono molto controllati (a volte troppo…).

Pump DOWN the volume!

Da una mia ricerca i migliori master di ogni tempo sono realizzati usando una coppia magica di livelli: -12 dBFS di media e 0dBFS di picco (prima di questa insulsa corsa al “volume più alto di sempre”).
Lavorare a questi livelli in una workstation digitale è difficile e anche rischioso poiché ci potrebbero essere dei rapidi transienti che non vengono misurati dagli strumenti normali di livello. E così lo standard in registrazione è stato portato, nelle digital audio workstation, a -18dBFS. Se usate 24 bit come bit rate questo non avrà alcuna conseguenza pratica sulla qualità del suono (anzi, ne avrà in senso migliorativo cioè avrete meno distorsione).

Pump DOWN the volume!

Considerate ora I benefici di questo approccio:

1. I plugin sono spesso disegnati e calibrati internamente per funzionare con un livello medio di -18 dbFS e quindi funzioneranno molto meglio e saranno più fedeli agli originali analogici se usati con questi presupposti. D’altra parte in pochi hanno il coraggio di usare macchine analogiche con tutti gli indicatori in picco, è una cosa che non si fa nel mondo analogico. Ma nel mondo digitale invece sembra il contrario.

2. Utilizzando il livello di registrazione più basso sarà possibile utilizzare di meno compressori e/o limitatori per controllare e contenere i transienti più veloci lasciando il suono più dinamico, anche in considerazione del grande spazio dinamico che la registrazione digitale ci offre.

3. Sarà sempre possibile, in un secondo momento, effettuare un controllo dinamico più accurato sui suoni che hanno una buona dinamica, mentre è sostanzialmente impossibile restituire dinamica ad un suono che ne è stato privato con una limitazione eccessiva dei transienti.

4. I suoni con i primi milli-secondi dell’attacco integri e privi di manipolazioni non intenzionali conserveranno un realismo ed una personalità sonora maggiore, con grande soddisfazione dell’orecchio.

Considerate anche che molti sound engineers lavorano a volume basso per regolare I livelli nel missaggio poiché e molto più probabile che un missaggio fatto a basso volume funzioni ad alto volume, come si può facilmente immaginare se si osserva la curva di “equal-loudness” di Fletcher-Munson.

A questo punto avete un punto di riferimento a cui tornare ogni volta che volete. Provate pure ad ascoltare a volume più alto, e poi magari anche a volume più basso. Ma chiunque abbia la conoscenza delle risposte in frequenza dell’orecchio in funzione del volume sa che ad ogni volume corrisponde una risposta differente. Quindi ascoltando allo stesso volume di riferimento si avrà anche un suono più omogeneo tra un brano e l’altro. E questo è specialmente importante nel caso di lavori che si protraggono per diversi mesi o anni.

In un prossimo articolo parleremo dei vari tipi di monitor e della loro utilità.

Aspetto un vostro commento!

Max Carola – Producer/Mix Engineer

@mixmaxcarola


Ogni giorno il lavoro della nostra Redazione ci regala soddisfazioni, ma le più grandi sono stringere collaborazioni con i veri esperti nei vari settori in cui operiamo. È questo il caso di Max Carola, cui diamo un caloroso benvenuto all’interno della grande famiglia di MusicOff!