Tutti sappiamo quanta importanza abbia raggiunta in questi ultimi anni la fase finale della produzione musicale, chiamata in tutto il mondo mastering.
Questa arriva dopo la fase di ripresa, quando scegliamo e posizioniamo i nostri microfoni o comunque acquisiamo i segnali dalle nostre sorgenti e, se necessario, facciamo interventi (difficilmente modificabili) di equalizzazione e dinamica, e dopo quella di missaggio, fase durante la quale tutti i segnali scelti sono miscelati e trattati ulteriormente con ambienze etc.. e confluiscono nel fronte stereo finale o nel 5.1 o nel formato che volete (generalmente queste prime due fasi si svolgono nello stesso studio di registrazione, salvo produzioni con budget importanti che possono scegliere più studi e fonici per la ripresa).
Quindi arriva il mastering che si svolge nel 99% dei casi in studi appositi, dotati di pochi dispositivi e plug-in ma tutti di grande precisione perché si devono fare ritocchi minimi, a volte di ¼ di dB, per rendere il missaggio più “preciso” o più “gradevole”.
Oltre la precisione delle apparecchiature è necessaria una grande precisione del monitor di riferimento usato, perché la sua risposta in frequenza e la sua dinamica ci deve dare una riproduzione ideale ed iper-criticissima del suono ottenuto (anche in mastering si usano più monitor, ma l’ascolto è effettuato almeno al 90% con il monitor principale gli altri servono come riferimenti per ascolti di qualità “quotidiana” come auricolari del telefonino, impianto dell’auto e altro).
Fulmine a ciel sereno di poche ore fa: Dynaudio M5P Evidence in anteprima mondiale all’AES!
Di questa azienda danese abbiamo già parlato qualche articolo fa per il rinnovamento della gamma di monitor “entry level” LYD, che contiamo di testare accuratamente nei prossimi giorni, ma non avevamo parlato della presenza in ambito mastering con le serie M3 ed Evidence, che è la serie più prestigiosa (e costosa) del vasto catalogo hi-fi.
L’M5P Evidence racchiude la quintessenza di tecnologie volte a rendere l’ascolto più “oggettivo” possibile, implementando la tecnologia DDC (Dynaudio Directivity Control – Controllo Dynaudio per la direttività) per “disaccoppiare” il monitor dalla stanza di ascolto. Dynaudio afferma di aver ottenuto una riduzione del 75% dell’energia sonora irradiata dal pavimento e dal soffitto nonostante ogni cabinet contenga ben 4 woofer, due mid e due tweeter.
Un altro fattore critico affrontato con successo riguarda le frequenze inferiori, per le quali la DDC è ottenuta posizionando i cabinet specifici dei woofer immediatamente sopra e sotto il cabinet dei medio-alti.
I due vantaggi acustici sono la diffusione più omogenea delle frequenze inferiori nell’ambiente di ascolto ed il progetto con 4 woofer combina la superficie irradiante di un woofer molto più grande con il controllo, la potenza e la “velocità” di quattro magneti con bobine mobili più piccole, ottenendo un’incredibile risposta all’impulso.
Passando alla sezione centrale, i due medi e i due tweeter a cupola morbida sono integrati nell’apposito sub-involucro in alluminio che è completamente schermato da vibrazioni acustiche; la scelta dei materiali ed i suoi lati arrotondati assicurano una dispersione del suono uniforme e non-colorata.
La M5P adotta tweeter a cupola da 1″ in Esotar2, che richiedono processi di produzione con lunghi tempi di lavorazione ed elevata abilità per modellare “a cupola” il sottile tessuto del diaframma ed il successivo rivestimento speciale.
Altro accorgimento “esoterico”: la bobina di alluminio del tweeter è sospesa in olio magnetico per aumentare la tenuta in potenza e migliorando l’escursione della cupola; da queste soluzione deriva una riproduzione completamente trasparente delle frequenze più alte per un’esperienza di ascolto ariosa, dettagliata e precisa.
Per contrastare qualsiasi risonanza sonora, un ulteriore vano separato e isolato fornisce l’ambiente meccanico e termico perfetto per i componenti accuratamente selezionati ed assemblati del crossover. Infatti il vano è ventilato passivamente sul retro in modo tale che i componenti del crossover restino sempre in una gamma di temperatura operativa di sicurezza anche a livelli di volume elevati ed estremi durante i transitori.
Ovviamente i componenti del crossover, tutti con tolleranza minima, sono della più elevata qualità possibile e integrati su PCB rinforzate con fibre di vetro, cablati con cavi in rame oxygen free.
Sappiamo tutti che gli ambienti sono differenti e suonano in modo diverso e che cambiare i monitor è un cambiamento importante in qualsiasi suite di mastering, ma considerando l’impatto significativamente ridotto da pavimento e soffitto, Dynaudio afferma che M5P Evidence riduce il tempo di “integrazione”, ossia quello necessario a prendere familiarità psico-acustica con il nuovo monitor, e consente di tornare al lavoro di mastering in pochissimo tempo.
Per i monitor da mastering la scelta è stata finora limitata a pochi marchi e fra di essi spicca la britannica Bowers & Wilkins, che conquistò grande spazio negli anni ’80 con “casse” hi-fi quali la 801 e la successiva serie 800, in studi quali Abbey Road, Skywalker Sound e Sony Music Studios di NY (e ancor più importante fu l’insediamento negli studi di musica classica di autorevolissime etichette quali Deutsche Grammophon, EMI, Philips e Decca).
A B&W si affiancano pochi altri prodotti di origine hi-fi, alcuni monitor “di punta” di altre aziende “pro” oltre monitor che nascono per il mastering mastering quali ATC, PMC, Quested.
Da oggi non c’è dubbio che questi nuovi Dynaudio M5P siano da aggiungere alla wish-list per Babbo Natale, magari dopo una nostra prova, insieme ad un gran bel finale!
I prodotti Dynaudio sono importati in Italia da Audio Distribution Group.
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