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I segreti del mix in un libro dedicato all’Home Studio

Il libro di solito non è il miglior mezzo per parlare di suoni, ma forse qualcosa di utile esiste e funziona anche molto bene.

Il libro di solito non è il miglior mezzo per parlare di suoni, ma forse qualcosa di utile esiste e funziona anche molto bene, soprattutto per aspirare all’home recording.

Quando si parla di musica, o comunque di audio in generale, il libro non è più uno dei veicoli che uno si aspetta (nonostante in questo caso sia corredato anche di materiale web) per una fruizione ottimale di conoscenze applicate al mondo della fonia.

Però esistono delle mosche bianche che nel corso degli anni diventano degli standard indiscussi e universalmente riconosciuti, alcuni esempi sono i manuali di Bob Katz (storico mastering engineer) o il libro di argomento più generale How Music Works di David Bryne, che sono diventati dei must have per qualsiasi persona abbia a che fare con la musica, non solo specifici addetti ai lavori.

Oggi parliamo della versione italiana di uno dei libri che per metodo e risultati sono tra i più apprezzati, ovvero Mixing Secret di Mike Senior, edito da Volontè&co.

Mixing Secrets - I segreti del mixaggio per gli home studio

Partiamo da una considerazione di fondo, non è uno di quei manuali che ti vuole dare la chiave di volta per diventare un mixer engineer, però attraverso un percorso estremamente metodico, ti permette di avere un idea di fondo su come portare un brano fino alla fine, partendo essenzialmente dalle basi fondamentali.
Andando per gradi il percorso si dipana in:

  • Ascolto
  • Bilanciamento
  • Compressione 
  • Equalizzazione
  • Delay
  • Riverberi 
  • Stereofonia
  • Automazioni

Ho trovato estremamente interessante il primo centinaio di pagine di questo libro, che a personale avviso di chi scrive vale tutto il prezzo della copertina, vediamo il motivo.

Mike parte da una regola fondamentale: senza un buon ascolto, non per forza esoterico, ma quantomeno dignitoso, non si può andare da nessuna parte, questo perché una stanza non controllata può sviare una serie di decisioni possibili in mix, se non addirittura farci commettere dei grossolani errori.

Vengono trattati tutti i postulati necessari per cercare di avere un’acustica utile, dal posizionamento degli elementi, fino alla distanza di ascolto, per poi passare alla gestione dei pannelli acustici (di cui ti fa una panoramica molto interessante concentrandosi anche sul lato economico) e su come e quanti posizionarne, perché non sempre tanti pannelli sono la soluzione migliore, anzi!

Mixing Secrets - I segreti del mixaggio per gli home studio

Altro punto che prende un’importanza cruciale sul concetto di “ascoltare” è quello sull’abitudine del nostro cervello verso il sistema di monitoring: infatti, il cervello tende a livellare le differenze timbriche delle nostre casse – il bello della psicoacustica – e quindi l’autore ci esorta a cambiare sistema di riferimento durante le fasi di mixing per poter avere un’idea sempre “fresca” su cosa si sta lavorando.

A questo si aggiunge inoltre il sistema dei riferimenti, infatti la domanda finale che pone è (appunto) “Quando so che il mio sistema di ascolto è ok?“.
È una domanda che trova risposta in tantissime sfumature e Mike cerca di darti delle guide su come scegliere e ascoltare dei dischi di riferimento, sul coinvolgere terzi che possono così avere idee non derivanti dall’abitudine alla tua tipologia di ascolto.

Subito dopo, si comincia a preparare il mix, prima di tutto come organizzazione del workflow, ovvero come settare il multitraccia, correggere il timing ed eventuali intonazioni, per poter avere delle tracce musicali pulite (editing) prima di cominciare il lavoro di mixing vero e proprio.

In questo frangente, possiamo dire che lui tratta la cosa in maniera estremamente ottimistica parlando di problemi inerenti alla regolazione del tempo e dell’intonazione, e questo è molto importante (soprattutto quando subito dopo parlerà di come scegliere le take migliori dopo una sessione di recording), però non tratta problemi che possono avvenire casualmente come rumori di fondo o altro. D’altronde è un libro che si focalizza sul mixing, probabilmente andrebbe fuori tema (e(o dà per scontato che certi problemi non ci siano in recording, NdR).

Mixing Secrets - I segreti del mixaggio per gli home studio

Dopo aver completato tutta la parte organizzativa, vi sono alcune parti dove Mike vi darà dei riferimenti con alcuni brani famosi in cui si notano determinati elementi (sia stilistici che sonori) che compongono un cosiddetto “brano da classifica“, cosa molto interessante e che ho trovato utile per successive prove e composizioni con altri musicisti.

I capitoli successivi, che sono il cuore pulsante di tutto il libro, parlano del trattamento del nostro segnale a partire dai due capisaldi più importanti che sono molto spesso l’errore più comune di noi tutti, non sempre solo alle prime armi, ovvero:

  • La compressione
  • L’equalizzazione
Mixing Secrets - I segreti del mixaggio per gli home studio

Il tutto parte da una prima questione inerente al bilanciamento, ovvero a trovare una quadra con i volumi delle nostre tracce per poi passare al mixing vero e proprio, per poi spiegarti non tanto come si comprime o si equalizza, ma il perché a un certo punto devi comprimere o tagliare/enfatizzare alcune frequenze.

Stesso discorso viene portato nella seconda parte, che tratta appunto:

  • Mixare con il Delay
  • Mixare con il riverbero
  • Giocare con la stereofonia

In questo caso viene spiegato il perché si devono utilizzare queste unità di ritardo per dare “aria” tra uno strumento e l’altro e ricreare uno spazio, come giocare con le prime riflessioni per esempio.

Prende in esempio i vari tipi di Reverb e Delay che sono utilizzati in studio citando svariati plug-in e indica come in base al tipo di riverbero o delay che volete utilizzare riuscirete a ottenere un determinato risultato, discorso estremamente interessante perché come in tutto il resto del libro Mike cerca di dare uno scopo a tutti questi elementi e non ti dice cosa “potrebbe suonare meglio”, perché poi dipende da voi fare le vostre scelte e sbattere la testa per arrivare a un mix “decente”.

Mixing Secrets - I segreti del mixaggio per gli home studio

La parte finale parla della parte più “di fino” che riguarda la gestione della stereofonia e delle automazioni.
Soprattutto la prima è un’arma a doppio taglio estremamente pericolosa perché è complessa da utilizzare e il rischio di distruggere il tuo mix è praticamente dietro l’angolo.
Questo può essere il miglior starting point per capire come funziona la “stereo enhancement” e come può far suonare meglio il tuo mix ma senza fare danni (e far imprecare il mastering engineer).

In conclusione possiamo dire che, per il prezzo di copertina, questo libro è non solo un punto di inizio necessario per chi vuole anche solo approcciarsi al mix e non ha dei riferimenti a cui appoggiarsi, ma è utile anche per il musicista che vuole creare il suo studio personale e per chi vuole approcciarsi al mondo del mix senza spendere cifre troppo alte per corsi o masterclass (oppure cercando materiale a caso su internet, che brulica di materiale anche ben fatto, ma spesso sparso in maniera non molto omogenea).

Difficilmente possiamo consigliare un inizio migliore nonostante, nonostante come dicevamo il mezzo cartaceo non abbia più la centralità di un tempo riesce a dare tantissimi spunti utili per la gestione non solo del mix ma anche del nostro ascolto in studio.

Maggiori informazioni sul sito di Volontè&Co.

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