Non è casuale che io abbia condotto nel 1999 il primo seminario italiano sul Dolby Digital e la sua applicazione per la musica, organizzato dall’infaticabile Francesca Camusi di InfoSound presso lo studio di Zucchero.
Come non è casuale che la mia regia contenga un impianto 5.1 tarato ITU-R BS.2159-7, basato su 5 monitor identici e sub.
Cos’è il Dolby Atmos
Come abbiamo già visto, 9 anni fa è stato introdotto il formato audio immersivo Dolby Atmos che offre un’esperienza coinvolgente e alta qualità sonora per ascoltatori al cinema, a casa e in movimento. A differenza dei formati surround classici (5.1, ecc.) con tutti i canali fissi, il Dolby Atmos prevede anche l’asse cartesiano Z per poter posizionare nel campo sonoro tridimensionale con precisione e singolarmente gli oggetti sonori che saranno poi in grado di essere riprodotti con coerenza anche in ambienti con un numero di diffusori diverso (sia in numero inferiore che superiore) di quello della sala mix.
In questo articolo scaturito dall’evoluzione di HoG (House of Glass), che è un autorevole studio di registrazione e di riferimento nel panorama italiano, affronterò brevemente, anche grazie alla collaborazione di Valerio Atturo, il Dolby Atmos per la Musica che in Dolby è stato giustamente diversificato da quella per il cinema.
Il software per il Dolby Atmos
Iniziamo dal software: Dolby Atmos Production Suite è la versione semplice che può funzionare sullo stesso computer della DAW mentre Dolby Atmos Mastering Suite offre tutte le funzionalità della Dolby Atmos Production Suite oltre ad alcuni controlli e funzioni avanzate.
Entrambe le versioni comprendono il Dolby Atmos Renderer che consente la riproduzione di un particolare campo sonoro in un ambiente diverso dall’originale e la capacità di generare file master ADM.
È importante sapere che i flussi di lavoro Dolby Atmos sono totalmente supportati da diverse DAW: Ableton Live, Apple Logic, Avid Pro Tools, Merging Technology Pyramix, Steinberg Nuendo & BlacMagicDesign DaVinci Resolve, queste ultime due DAW hanno il processo integrato direttamente nel software.
Il plug-in Dolby Atmos Music Panner, che è parte integrante del flusso di lavoro di authoring Dolby Atmos Music, è disponibile come plug-in AAX, AU o VST3 per l’utilizzo su DAW supportate su Mac. Da notare che Pro Tools Ultimate e Nuendo possono inviare i metadata di posizionamento spaziale al render senza bisogno di pan aggiuntivi.
Le suite Dolby Atmos hanno la capacità di utilizzare fino a 128 canali di ingresso definiti come “beds” e “objects”. Il Dolby Atmos Renderer comprende anche un renderer binaurale, da usare per creare e monitorare mix binaurali in cuffia.
Le sale di missaggio Dolby Atmos devono essere in grado di produrre nella posizione di missaggio da ogni diffusore un livello standard di 85 dBC (con picchi a 105). Il livello al quale scegli effettivamente di mixare dovrebbe essere in linea con le dimensioni della stanza.
In ambienti ridotti il missaggio a 79 dBC sarà più confortevole per sessioni lunghe.
Per sfruttare la dimensione verticale, è necessario dotare la sala mix di altoparlanti a soffitto, ne consegue che la configurazione degli altoparlanti più comune per le regie mix Dolby Atmos dedicate alla musica è 7.1.4.
Da non tralasciare che è possibile anche mixare e monitorare Dolby Atmos in configurazioni superiori (9.1.4 o 9.1.6) oppure in modo binaurale usando la cuffia.
Per essere inseriti nell’elenco ufficiale della Dolby, gli studi devono superare il commissioning, un vero e proprio collaudo con taratura ufficiale effettuata grazie a un sistema di analisi composto da 8 microfoni calibrati.
Per approfondire consigliamo la visione del webinar Dolby Atmos Music Italia con la presenza di Andrea Borgato, di Dolby UK nonché responsabile per il programma Dolby Atmos Music, e condotto da Donato Masci e Fausto Demetrio.
Gli studi attrezzati per il Dolby Atmos
Dopo questo diluvio di sigle e di nozioni (volutamente brevi e, per chi volesse approfondire, con riferimenti alle schede/tabelle allegate e alle pagine web) passiamo a chi e dove.
Iniziamo da Studio Sound Service che ha attualmente un portfolio di oltre 15 sale certificate Dolby Atmos Home Entertainment in Italia; ciò, insieme all’esperienza nel musicale, è stato fondamentale per essere accreditati (in collaborazione con Fausto Demetrio in veste di audio specialist) come gli unici commissioner di Dolby del programma “di qualità esecutiva” Dolby Atmos Music.
La scelta della console SSL è stata dettata dalla sua enorme potenza di connessione e versatilità nonché dall’eccellente qualità sonica con altissima dinamica (processore audio a 64 Bit), paragonabile a console analogiche della gamma ‘Top’.
Di seguito riassumiamo i punti salienti, per i dettagli potete consultare la tabella allegata o le pagine web…
Qualsiasi canale di ingresso e tutti i bus possono essere configurati con percorso multiformato: Mono, stereo, LCR, 4.0, 5.1, 7.1, 5.1.2, 5.1.4, 7.1.2, 7.1.4 e 4.0.4 grazie al pan-pot multicanale, incluso il THETA PAN 7.1.4 e il 3D ‘Immersive Audio’ 7.1.4.
Tornando alla gestione, c’è la possibilità di cambio d’ordine DSP della striscia di canali e di modificare la configurazione dei canali senza bisogno di riavviare il sistema; il rack FX interno (che comprende delay, riverberi, simulatori di ambienti, effetti, dinamic eq., processore multibanda) ha allocazione di memoria separata e quindi non intacca le risorse del DSP. Infine, è possibile sia l’automazione statica (Snapshot) che dinamica di tutti i parametri.
Per quanto riguarda ingressi e uscite evidenziamo Avid Matrix I/F per conversione Pro-Tools /DANTE, tre SSL SB16i (Mic preamp con controllo di guadagno dalla console) un SSL A16-D16 (interfaccia per monitors e dispositivo AES device) tre interfacce Apogee Symphony Dante AD/DA per tutti gli outboard esterni analogici e una Interfaccia Ferrofish Dante AD/DA per mixer cuffie e outboard esterni analogici.
House of Glass di Gianni Bini, che era stato progettato proprio da Giovannozzi & Masci, ha subito la violenza del tragico incidente ferroviario di Viareggio del 2009, ma è uscito da questa prova rinnovato e fortificato, con scelte originali che hanno integrato la buona vecchia acustica, come avallato dalla nomination per i Resolution Awards nel 2013 come “Best Audio Facility”.
Da sempre Gianni si è prefisso per la sua attività di produzione e di registrazione la ricerca di soluzioni eccellenti che si riflettano nella qualità delle realizzazioni nello studio, come testimoniato dalla schiera di artisti che si sono affidati a lui che dal recente importante investimento per una SSL T S500 in configurazione 48Ch+4 touch, installata con il supporto dello storico specialista italiano, Giovanni Blasi.
Mercoledì 8 settembre lo STUDIO UNO ha superato il commissioning condotto da Richard Stockdale come regia Dolby Atmos con monitor Amphion, un marchio che stiamo seguendo con grande interesse dal suo approdo in Italia.
Questo sistema 7.1.4 è basato su:
– un system BaseTwo25 per LFE
– tre Two18 per LCR
– quattro One18 per i canali Surround
– quattro One18 per i canali Ceiling
Questi ultimi otto monitor sono pilotati dal nuovo Amp400.8 che offre 8 canali di amplificazione fino a 410 W, praticamente il partner ideale per qualsiasi configurazione di produzione audio immersiva.
Concludiamo questa incursione virtuale in House of Glass con le affermazioni di Gianni Bini: «Ho scelto la SSL System T S500 perché ha avuto un tempo di prova (grazie al Covid) di 6 mesi per comprendere la complessa e potente architettura di questo mixer flessibile, sonicamente eccellente, in grado di permettermi di registrare e mixare velocemente con il Total Recall di tutto… e oggi ci sono poche alternative». Gianni ha terminato in modo lapidario: «…SSL mi ha soddisfatto del tutto!»
Per quanto riguarda i monitor Gianni sentenzia: «La scelta è ricaduta sulle Amphion perché sono monitor che si adattano benissimo alle tipologie musicali che tratto, hanno un servizio assistenza incredibile e rispecchiano perfettamente il mio gusto e sensibilità musicale».
I sistemi di produzione e fruizione di contenuti sonori immersivi migliorano il realismo dell’esperienza sonora e musicale e aprono nuovi orizzonti che, si spera, diventino prevalenti in poco tempo. Per completezza di informazione è bene menzionare che questo scenario non è esclusivo della tecnologia Atmos ma da tempo presente, sia lato pro che lato consumer, sulle principali piattaforme di streaming musicale grazie alla tecnologia Sony 360 Reality Audio (es. Amazon Music HD e Tidal).
Non ci sono scuse…sfogo a fantasia e creatività!
https://electronics.sony.com/360-reality-audio