Cari MusicOffili, Google continua già da un po’ di tempo a proporre i tour interattivi degli studi di registrazione più interessanti di tutto il mondo, vi abbiamo segnalato già qualche settimana fa quello agli Abbey Road Studios e stavolta tocca ai ben noti Real World Studios, una struttura di studio di registrazione residenziale situato a Box, nel Wiltshire, nel sud-ovest dell’Inghilterra.
Questa struttura è stata fortemente voluta dall’eclettico Peter Gabriel, dopo aver registrato il suo quinto album solista “So“, perseguendo la stessa filosofia di Jimi Hendrix con gli Electric Lady Studios, cioé di avere un luogo permanente per registrare in grado di offrire agli artisti un ambiente stimolante, dotato delle migliori soluzioni tecnologiche acustiche ed un team di persone esperte. Tutto ciò viene integrato con l’esigenza di fornire ai produttori alcuni locali ottimali vicino alle sale di produzione.
Infatti, i Real World Studios sono anche la sede organizzativa di WOMAD (World of Music, Arts and Dance), il festival internazionale delle arti creato da Gabriel nel 1980 al fine di celebrare le diverse forme di arte e di promuovere la consapevolezza interculturale e la tolleranza; sono, poi, sede dell’etichetta Real World Records, creata nel 1989 da Gabriel per registrare e produrre musica di tutto il mondo, oltre alle sue produzioni personali.
La vicinanza di un corso d’acqua era un’esigenza personale di Peter, che con David Stallbaumer e Mike Large ha ritenuto ideale questo vecchio mulino a soli 8 minuti da Bath e facilmente raggiungibile anche da Londra. Un ulteriore punto di vista di Peter Gabriel fu riguardo il metodo di separazione degli esecutori musicali, ognuno in ambienti isolati, che lui riteneva riduttivo per il processo creativo; pertanto ha voluto esplorare il concetto di registrare in un ambiente più naturale o “live”, abbattendo i confini convenzionali fra esecutori, fonici e produttori.
Infine una caratteristica apprezzatissima da quanti hanno lavorato nei RWS è la grande differenza timbrica di ognuna delle tre grandi sale di ripresa denominate The Big Room, The Wood Room e The Rehersal Room, che potrete scoprire nel dettaglio nel sito web dello studio. La notevole altezza di alcuni soffitti dell’ex-mulino ha reso necessario l’inserimento di trappole per i bassi sospese perché con le prime registrazioni si erano evidenziati problemi di “modi” delle frequenze inferiori (vedi questo articolo), che generalmente si verificano solo per la larghezza o la lunghezza delle sale.
Un altro punto fondamentale nella costruzione di questo complesso che comprende 3 studi principali fu il cablaggio: tutte le stanze (inclusi i bagni, sale da pranzo ed i locali di servizio) della struttura sono collegate in audio, con controllo a distanza delle macchine tramite connettori D25 ed in MIDI in modo tale che qualsiasi artista possa esprimersi istantaneamente ed in modo ottimale nella sala in cui ha iniziato a creare/comporre, senza doversi distrarre per spostarsi in un’altra stanza o in una sala di ripresa. Per alimentare pedali di effetti ed altre apparecchiature nei pannelli di connessione sparsi nelle varie sale è stata prevista anche l’alimentazione centralizzata a 9V e 12V.
Il cablaggio analogico e di controllo macchine non presentò alcun problema salvo il costo, ma il problema vero si presentò per i cablaggi MIDI (Musical Instrument Digital Interface) in quanto questo protocollo, creato nel 1981 da Dave Smith e Chet Wood della Sequential Circuits (che forse conoscete per i prodotti con il marchio Prophet) consente una trasmissione ottimale del segnale con cavi fino a 15 metri (5ft per chi preferisce le misure USA, fonte MMA).
Per risolvere questo problema il team di tecnici di Real World creò un sistema basato su cavi di ottima qualità insieme a booster da inserire appunto ogni 15 metri, visto il grande interesse verso questo tipo di soluzione unica ed indispensabile per molto studi. Questo sistema fu commercializzato con il marchio Sycologic/Syco Systems, che è nella memoria di quanti lavoravano molto con il MIDI negli anni 80/90, realizzando diversi dispositivi di nicchia quali router programmabile MIDI 48 su 16, drum triggers, interfacce analogico/MIDI; il prodotto top della gamma fu il Sycologic M16, il router/switcher MIDI più sofisticato mai prodotto.
Era fornito con 32 preset e consentiva di memorizzare indirizzamento MIDI, assegnazioni, cambi di programma, etc… ed è tuttora un ottimo strumento per qualsiasi performer MIDI dal vivo. Purtroppo questa avventura industriale ebbe scarso successo perché pochi studi avevano questa esigenza di cablaggio ed in quegli anni i musicisti lavoravano in spazi ridotti ed era sufficiente magari un distributore o una matrice per i segnali MIDI.
Continuiamo nel prossimo articolo!
Francesco Passarelli
Aggiungi Commento