Per quanto possa sembrare strano, possiamo omettere l’uso di una cassa tradizionale utilizzando la tecnologia Impulse Response.
Per alcuni è quasi fantascienza, e per molti affezionati alla registrazione “classica” può sembrare quasi un’eresia, ma oggi è possibile registrare il suono della nostra chitarra e del nostro amplificatore anche senza usare cassa e microfono.
Un cruccio di chiunque registri in casa, in un condominio o in un luogo in condivisione con altre persone, è quello di disturbare la quiete altrui, con risvolti umani (o addirittura legali) non sempre piacevoli.
La tecnologia Impulse Response si affianca a quella del carico “fittizio” e del carico “reattivo”, e tutte permettono di collegare l’uscita del nostro amplificatore alla nostra scheda audio, passando per uno o al massimo due apparecchiature extra.
La prima è il cosiddetto “carico”, non volendo entrare in maniera troppo approfondita nel lato tecnico, questo attrezzo ha il compito di dissipare la potenza generata dal nostro finale attraverso delle opportune resistenze, in modo tale da far passare il segnale della nostra testata direttamente alla nostra scheda audio senza spiacevoli conseguenze (e non parliamo di un suono brutto, ma di veri e propri danni, gravi, all’amplificatore).
Ci sono diversi tipi di carichi o “reactive load” come vengono definiti in lingua inglese, ovviamente ognuno si comporta diversamente, garantendo in maniera più o meno convincente la resa sonora finale.
La scelta di una reactive load che riesca a mantenere le caratteristiche timbriche del nostro amplificatore, cercando di appiattirlo il meno possibile, è un argomento non poco dibattuto.
La seconda apparecchiatura è il cosiddetto “IR Loader“, ovvero un apparecchio con il quale è possibile simulare una cassa, un microfono e, addirittura, un intero ambiente.
Abbiamo parlato a fondo del concetto di Impulse Response in un vecchio articolo qui su Musicoff, che ti esorto a leggere per completezza sull’argomento. Questa tecnologia fa tutto il lavoro per quanto riguarda la simulazione del nostro suono finale, che verrà poi gestito dalla scheda audio.
Esistono però diversi modi e trucchetti per usare queste apparecchiature, riuscendo anche a risparmiare un acquisto, se si scende a un compromesso utile.
Prenderò in esempio le due apparecchiature attualmente in mio possesso:
- Un Two Notes Torpedo Captor 8 Ohm acquistato un annetto fa dopo che il mio luogo di residenza sembrava essere diventato un cantiere perenne rendendomi impossibile registrare con un microfono (se non in orari impossibili per la civile convivenza).
- Un Two Notes Cab M messomi a disposizione da Mogar Music per rendere il mio setup indipendente da un computer, permettendomi quindi di poter suonare in cuffia col mio ampli anche nei suddetti orari impossibili.
Tutti gli esempi li farò con una testata, ma si possono fare anche con dei combo (purchè abbiano l’uscita cassa attraverso cavo jack e non saldata direttamente allo speaker, come sul mio Hughes & Kettner ad esempio).
In questi esempi, inoltre, il Torpedo Captor fungerà da carico, mentre il Cab M come IR Loader. Vi ricordo che oggi trattiamo il silent recording, esistono altri cablaggi possibili ma non per lo scopo che ci siamo prefissati in questo articolo.
- Esempio 1 – Esci dalla testata, vai verso il Captor e dall’uscita Line Dry del captor attraverso un cavo bilanciato vai al Line In del Cab M e dall’XLR Out del Cab M vai alla scheda audio.
- Esempio 2 – Esci dalla testata, vai verso il Captor e dall’uscita DI (alimentata a 48v o dall’alimentatore del Captor) vai alla scheda audio e dalla tua DAW apri Wall of Sound per simulare la IR.
- Esempio 3 – Dal send della testata (o un preamp a pedale), vai nel line In del Cab M, simuli oltre alla cassa e al microfono anche il finale (il Cab M lo permette) e dall’XLR Out del Cab M vai alla scheda audio.
- Esempio 4 – Dal send della testata vai direttamente alla scheda audio e da Wall of Sound simuli il finale, la cassa, il microfono e l’ambiente (il software permette di simulare un finale).
In base alle vostre disponibilità economiche e anche logistiche, scegliete quale opzione può essere la migliore, anche la più costosa di tutte le quattro sopracitate non arriva comunque a 600 euro, obiettivo non economico ma nemmeno inarrivabile.
Vediamo quindi qualche proposta da poter inserire nel nostro studio.
Two Notes Torpedo Captor
Attualmente la soluzione più economica possibile per avere un carico reattivo che occupi poco spazio e che costi relativamente poco (tra i 230 e i 250 euro a seconda dei negozi): è un piccolo coltellino svizzero perchè ha un attenuatore a -20db per la cassa, ha l’uscita Line Dry per registrare e ha addirittura una DI e una simulazione di cassa analogica sia per chitarra che per basso (selezionabile tramite switch).
Non saprei consigliare uno starting point più completo per la cifra al quale viene venduto, si può stare tranquilli per un bel po’ di tempo per poi passare a un prodotto di fascia più alta (come anche il Rivera RockCrusher per esempio, per non citare sempre lo stesso marchio).
Purtroppo l’impedenza non è selezionabile, ne dovete comprare un altro in caso, unico difetto che mi sento di trovare (insieme all’alimentatore non incluso, forse alcuni possono storcere il naso, ma la macchina funziona anche senza alimentazione per il Line Dry mentre basta la 48v per la DI).
Per approfondimento, ti lascio l’articolo scritto un po’ di tempo fa con Alessio Erriu dei Novembre.
Questo prodotto è espandibile con un Cab M (come sto facendo io) oppure a breve sarà disponibile il Captor X (solo 8 Ohm) con una serie di opzioni molto simili a questo setup ma ancora più performante con i due canali left e right separati e un’uscita MIDI addirittura per cambiare in tempo reale i nostri settaggi, oltre a un’uscita cuffie diretta per poter suonare in casa.
Boss Amp Tube Expander
La risposta giapponese a prodotti di fascia alta come il Torpedo Studio che ha detto la sua per anni, essendo quasi il primo sul mercato in ambito cronologico.
Il Tube Amp Expander è un tutto in uno molto interessante perchè è un carico, un IR Loader, un multieffetto (con ambienti, delay, compressori e secondo l’ultimo firmware dovrebbe avere anche un comparto modulazioni), un loop effetti esterno per unità esterne a rack o a pedale, controllo MIDI e scheda audio integrata.
Prezzo decisamente più alto rispetto a quanto abbiamo detto fino a oggi, circa 1300 euro, ma attualmente ha la dotazione più completa, che puoi leggere nel mio test dedicato dove vengono provate alcune delle simulazioni.
Questo è quello che definirei “next step”, soprattutto quando si ha una struttura dedicata anche migliore della “cameretta”, con il giusto spazio e un rack dove alloggiarlo (ha anche i piedini per essere messo su una scrivania in caso, ma lo vedo più sensato in un rack o su una mensola dedicata). In questo modo si può usare al massimo delle sue potenzialità (in ambito studio) e ottenere un suono molto ben regolabile e senza dubbio professionale (anche con le quattro IR custom che potete caricare).
Piccolo addendum di fine articolo: non ho citato l’Universal Audio Ox non per poco o nullo interesse nei confronti della macchina, ma tutta la mia user experience con questo prodotto è stata da utilizzatore non diretto, o comunque in sessioni troppo brevi per poter avere un’opinione.
Come anche in altre puntate, tutti gli hardware consigliati sono passati sotto le mie mani per test o per possesso, quando avrò l’Ox con me un po’ più a lungo potrò dire qualcosa di specifico.
Ora il nostro percorso è quasi completo, manca la parte veramente studio, ovvero l’interfaccia audio, il possibile outboard esterno e perché no, i microfoni per chi non riesce a farne a meno.
Alla prossima!
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