Il mondo degli overdrive è sconfinato, per non dire infinito, tantissimi pedali sono presenti nel mercato attuale, altrettanti non vengono più prodotti e chissà quanti ne verranno prodotti negli anni a venire.
Quando si vuole creare uno studio, soprattutto nel mondo della chitarra elettrica, gli overdrive hanno la funzione principale di mandare il nostro amplificatore in “saturazione”, o distorsione che dir si voglia.
Ogni amplificatore ha una “soglia” (headroom) dove, finchè ci si rimane, il suono rimane pulito. Quando ci avviciniamo quindi a questa soglia o addirittura la superiamo, otteniamo quello che viene definito suono “distorto”, ovvero l’onda del segnale (sinusoidale in origine) tenderà a squadrarsi/incresparsi in maniera più o meno pronunciata (OD, distorsori e fuzz hanno un differente comportamento sull’onda).
Questo è ottenibile con l’uso di uno o più pedali insieme, creando quelli che sono gli “stack” o stadi di distorsione (presenti anche all’interno dei circuiti degli amplificatori moderni del resto), ma a prescindere dalla nostra filosofia sonora dobbiamo capire quali sono almeno quelli fondamentali per avere un panorama di distorsioni tale da non rimanere con dei vuoti difficilmente colmabili.
Rifacendosi al concetto di “uno per tipologia”, possiamo definire almeno le macro classi di overdrive/distorsori/fuzz necessari a un home studio:
- Tubescreamer
- Rat
- “Fuzz” (generico)
- Muff (Big e vari)
- Distorsore generico
Il primo, classico della Ibanez, è per ovvie ragioni una delle scelte obbligate, essendo il TS (9 o 808) uno dei pedali più utilizzati ancora oggi per ottenere il suono overdrive, il non averlo a disposizione vuol dire tagliare una fetta ampia di suoni presenti sul mercato (anche se può non piacere a taluni, certi suoni li ottieni con quel pedale, c’è poco da fare).
Il Rat è invece una risposta alternativa in direzione opposta, ha un suono molto più cattivo e per molti versi anche abbastanza più difficile da gestire (un’eccessiva compressione a livelli di gain alti, rumore di fondo e delle alte frequenze a volte troppo taglienti).
È molto più adatto a generi alternative o più infuriati (ma del resto lo ha utilizzato anche David Gilmour, quindi sta a voi… NdR).
Il Fuzz invece è quella distorsione che è tipica del sound degli anni ’60 e ’70, estremamente difficile da gestire per via della sua componentistica (va molto spesso alimentato a parte, se ci sono pedali bufferizzati prima di lui tende a fare rumore, i componenti interni sono suscettibili).
Rimane però l’unica scelta possibile se si vuole ottenere il sound tipico di buona parte del classic rock (Hendrix docet).
Il Muff, inventato da Electro Harmonix, è la distorsione solistica più iconica in assoluto, l’associazione più classica da fare è ancora una volta con David Gilmour, che ha fatto dell’uso del Muff una scuola per tantissimi chitarristi di tutte le fasce.
Il suo suono è caratterizzato da un grande sustain e da una compressione che può arrivare a livelli esasperati, che fa parte del suo essere così incisivo, del suo carattere e del suo timbro tipico che permette di uscire dal mix in maniera semplice (seppur non sempre elegante), soprattutto se boostato da un pedale medioso quale il tubescreame di cui sopra.
Ne esistono moltissime varianti con differenze timbriche che però per molti fanno giustamente la differenza, ma suddividerli tutti sarebbe da articolo a parte.
E non è comunque il suono di Gilmour, centinaia di band moderne lo hanno usato e lo usano, chiedete ad esempio a Billy Corgan…
Per ultimo, ho volutamente lasciato la dicitura di “distorsore generico” che è molto ampia, il motivo è perchè questo tipo di pedale ha uno stadio di gain molto più alto rispetto ai normali overdrive, quindi il suo comportamento è a metà tra la pacatezza di un OD e la tracotanza di un Muff, con un tipo di saturazione sicuramente meno spigolosa di quest’ultimo o di un fuzz.
Tra le opzioni che mi sento di sottolineare: il sempreverde DS-1 di Boss, che da anni è un caposaldo del suono distorto, oppure il Distortion pro di Fulltone che ancora oggi, nonostante sia fuori produzione (bisogna quindi cercare nell’usato), dice ancora la sua.
Ma insomma, ce ne sono così tanti in commercio…
In molti casi il distorsore permette di creare un canale lead (se il nostro amplificatore non ha altri canali) o permette di creare un suono “overdrive spinto”.
Dopo aver definito le tipologie di pedali che prendiamo in esame, dobbiamo quindi differenziare le modalità di utilizzo di uno o più pedali, in base al contesto, principalmente abbiamo:
- Abbinato a un canale Crunch
- Usato come Booster
- Uno o più pedali che formano il tone stack
Nessuna di queste filosofia è migliore di un altra, tutto dipende (ovviamente) dall’amplificatore (o gli amplificatori) di partenza e dal suo comportamento (reputerei sopra le righe avere un Marshall JCM800 e creare il suono distorto attraverso un pedale, così come tentare di far crunchare un Matchless Chietfain).
Vediamo quindi qualche opzione un po’ più specifica sui pedali overdrive, che conosco personalmente:
Masotti OD Box
Una scelta poliedrica quella dell’overdrive di casa Masotti, racchiude ben tre timbriche che vanno da quella del Tubescreamer fino alla simulazione del suono Marshall, garantendo grande dinamica e altrettanto volume durante il suo utilizzo.
Ne parlammo in maniera più approfondita in un articolo di qualche tempo fa.
LAA Custom Phil X
Overdrive molto particolare, perchè utilizza un trasformatore audio al suo interno: per chi non sa di cosa stia parlando, il trasformatore audio è un componente di solito utilizzato in outboard per studio di alto livello, che permette di avere un suono estremamente più nitido e definito del normale.
Altra sua particolarità è un’equalizzazione che risulta essere ibrida, ovvero che il controllo sulle basse e sulle alte è rispettivamente attivo e passivo, permettendo quindi un controllo più chirurgico e preciso del nostro suono finale.
Formula B Rat Race
Pedale estremamente classico, che però riassume in maniera molto semplice tutti i pregi del Rat vintage, correggendone però i vari problemi di ingestibilità, sia per quanto riguarda la quantità di distorsione ottenibile (è leggermente più morbido di un Rat normale) e di compressione (tenendo il controllo di gain più alto, la compressione è meno violenta, leggermente più dinamica).
Dopo aver visto le distorsioni, si passerà alla parte di modulazioni e ritardi, che saranno oggetto della prossima puntata.
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