Ho sempre evitato di consigliare monitor di bassa fascia di prezzo per una serie di motivi che nulla hanno a che fare con la qualità dei suddetti. Molto spesso, infatti, ci si ritrova in situazioni di acustica non gestibile (stanze che riverberano, prime riflessioni complicate e via dicendo) e allo stesso prezzo si può comprare un paio di ottime cuffie con le quali poter lavorare aggirando questi problemi.
Tuttavia, può succedere che per qualcuno le cuffie siano a loro volte problematiche, per il bisogno di “sentire la cassa” o perché si preferisce avere la testa “libera”. In più, nonostante si possa avere preferenza per le cuffie, molto spesso queste fanno sentire anche “troppo”, dando la sensazione di un ascolto non realistico (sono quindi utili come check analitico del lavoro, ma non completano un vero e proprio test di ascolto finale).
Vediamo quindi una possibile soluzione a basso costo offerta da Edifier con la sua coppia di monitor MR4 da 4 pollici, a due vie con bass reflex posteriore.
Estetica minimale
Diciamo che i monitor da studio, a differenza dei diffusori Hi-Fi, non brillano quasi mai per estetica, anzi, solitamente sono il frutto di un brutalismo architettonico notevole, con l’unico obiettivo si un uso pratico. Ancor meno mi aspetterei dai monitor di fascia entry level, dato che devono rientrare nei costi.
Le MR4 si presentano nel classico look squadrato, ma l’impressione che danno è tutta fuorchè fragile, riesce a comunicare una certa sensazione di robustezza, non ti sembra di avere per le mani un giocattolino o le cassettine esterne da pc portatile che troviamo in vendita negli ipermercati.
Sul front abbiamo Woofer e Tweeter, sul monitor principale (il sistema è un master-slave, ovvero l’amplificatore è solo su una delle due casse) troviamo una regolazione del volume attraverso il potenziometro frontale e due fori jack 3.5 mm, uno dedicato a un ingresso Aux e un altro per le cuffie.
Sul retro abbiamo una connessione sbilanciata RCA e una connessione bilanciata in formato jack 6.3mm, e due potenziometri per la regolazione delle basse e delle alte frequenze. Chiudono il tutto i morsetti di collegamento dalla cassa master alla slave e il cavo di alimentazione integrato.
Su quest’ultima parte mi permetto di fare un appunto, perchè non comprendo il senso ingegneristico di avere il cavo di alimentazione integrato, in primis per un fatto di utilità, se si rompe non lo posso sostituire velocemente e se mi servisse un cavo di misura diversa dovrei ricorrere a una prolunga elettrica invece che a un cavo più lungo (e magari migliore, se per qualcuno questo può far differenza, ma non apriamo questo annoso capitolo, NdR).
Dotazione essenziale
Come detto poco prima, la dotazione in termini di correzione acustica è contenuta, ma non tanto lontana da brand più blasonati, si tratta comunque di due controlli di EQ che possono essere utilizzati per correggere il tiro e cercare di fare quantomeno un fine tuning.
Purtroppo gli ingressi sono di tipo Jack e non XLR per quanto riguarda la parte bilanciata, ma non è un problema del tutto irrisolvibile con un buon adattatore o con un cavo apposito, ormai in molti abbiamo la possibilità di trovare in commercio qualsiasi cavo possibile e immaginabile a prezzi tutto sommato sostenibili; la parte sbilanciata di RCA è abbastanza tipica su monitor di questa fascia e viene fornito il cavo in dotazione per poterci collegare dispositivi esterni da jack 3.5mm (un monitor, un pc portatile, uno smartphone o quello che vi pare).
Esistono due modalità che permettono il funzionamento di queste due casse, la prima (quella segnata dalla luce verde) è la modalità “Music” che bypassa totalmente i controlli di equalizzazione posteriori e dà una leggera enfasi sugli estremi di banda (un lieve effetto loudness diciamo), mentre la modalità “Monitor” consente un ascolto più neutro ma allo stesso tempo attiva i controlli di EQ per il fine tuning.
Il passaggio da una modalità all’altra avviene premendo il pomello frontale, e la distinzione avviene in base al colore del led.
Dalle specifiche ufficiali, si evince una potenza totale di circa 42 watt per l’amplificazione in Classe D (21+21 per canale) e un range di lavoro dai 60 Hz fino ai 20 kHz, una bassa distorsione armonica (inferiore allo ≤0,2%) e un rapporto segnale rumore di oltre ≥85 db(A).
La prova d’ascolto
Prima cosa da fare, serve qualche ora per consentire il rodaggio degli altoparlanti, checché ne dicano alcuni commentatori della domenica questa è un’operazione che va fatta per qualsiasi cassa e/o cuffia.
Parliamo di monitor con woofer da 4 pollici e un tweeter da 1 pollice, misure che non fanno presagire grandi estensioni sugli estremi di banda, sopratutto in basso.
I casi di test sono stati i seguenti:
- Utilizzo in modalità monitor registrando una chitarra
- Utilizzo in modalità monitor con una selezione di brani
- Utilizzo in modalità music con una selezione di brani
- Utilizzo in modalità monitor per una sessione di mixing base e voce
Il tutto collegando la scheda audio Arturia AudioFuse con una coppia di cavi bilanciati Jack 6.3mm.
Registrando una chitarra, riusciamo a stare benissimo nel range di frequenze necessario, quindi finchè dovete avere un ascolto esclusivo per chitarra elettrica può essere un onesto punto di inizio per avere a che fare con il mondo dei monitor, unito a un dignitoso paio di cuffie per avere un check sugli estremi di banda.
In modalità monitor, ho poi successivamente passato in rassegna la mia serie di ascolti soliti (Alan Parsons, Bruno Mars, Michael Jackson) per avere un’idea di fondo, e ho trovato che sulla parte delle alte frequenze esiste un po’ di roll off. Ho dovuto quindi correggere con il suo controllo posteriore, portandole leggermente “più avanti”.
Per il resto le MR4 riescono a essere abbastanza fedeli, non ho percepito buchi troppo evidenti, forse qualche leggero calo sui 300 Hz.
Passando in modalità Music, che riequalizza il tutto dando una sorta di loudness, devo dire che mi ha stupito, volendo essere leggermente meno scientifici mi hanno dato una sensazione più “emozionale” che mi ha reso più coinvolto nell’ascolto,.
Devo dire che anche solo questa modalità potrebbe valere l’acquisto delle MR4, per poterle utilizzare come check per dei brani da pubblicare post-mastering calati in una situazione meno da studio e più da ascolto casalingo.
L’ultimo test è stato quello di un mix molto basilare di una voce su una base, in tal caso non mi sento di consigliarle a cuor leggero, perchè se si prova a mixare altri strumenti che lavorano molto vicino aglii estremi di banda diventa necessario un tandem fisso con le cuffie.
Certo che questo lo si fa anche in ambiti professionali, ma è giusto dire che, nonostante suonino più che dignitosamente, purtroppo hanno dei limiti strutturali invalicabili.
Non scevra da difetti, ma in parte risolvibili
L’amplificatore non si può definire “potente”, il punto minimo per sentire adeguatamente è a metà potenziometro.
Dipende anche da cosa si usa, con una scheda audio o altri dispositivi dotati di un proprio livello, potete tenere il volume dei monitor al massimo – o quasi – e gestire il volume master dall’esterno.
Un secondo problema che ho riscontrato è derivante dal gommini di disaccoppiamento, che per ovvie ragioni non hanno una grande efficienza, ma è possibile risolvere più o meno con tre opzioni:
- soluzione molto economica: taglia a metà otto palle da tennis, il loro materiale è un interessante disaccoppiatore, uno dei primi fautori è stato Francesco Bonalume, e il risultato è buono con una spesa di più o meno cinque euro.
- soluzione meno economica: puoi comprare dei piedini di isolamento nuovi che si usano per i diffusori per il mondo Hi-Fi, senza però spenderci più di 50 euro altrimenti rischi di spendere più per questi che per i monitor… (N.B. disaccoppiatori, non punte! Le punte accoppiano il diffusore alla superficie d’appoggio, non disaccoppiano!)
- soluzione decisamente non economica: comprare dei supporti per altoparlanti, come quelli della Solidsteel, però come detto nell’ esempio precedente, costano decisamente di più delle casse, ma è anche vero che vi rimarranno in futuro per un paio di monitor di fascia più alta.
Un’altra cosa che possiamo correggere non tanto per la resa ma per rendere il prodotto più durevole, è quello di comprare un cavo di potenza di fascia leggermente più alta e con una sezione più spessa (AWG 16 per intenderci), si possono trovare online a prezzi accettabili senza avventurarsi nei tortuosi labirinti audiofili.
Qualche utilizzo non convenzionale
Commercialmente stiamo parlando di monitor per uso da home studio, però mi sono dilettato a trovarci una serie di utilizzi “paralleli” che possono comunque dare delle soddisfazionia fronte della spesa contenuta.
La prima opzione è quella di collegarci un Echo Dot tramite il cavo jack RCA e poter quindi creare un micro impianto stereo per poter ascoltare musica con una resa dignitosa (molto più divertente dello speaker singolo del Dot) e avere quindi un sistema a comandi vocali, con pochi soldi.
La seconda opzione, per chi fa content creation, è quella di collegare l’uscita cuffie del vostro dispositivo di editing all’aux oppure sempre attraverso il cavo RCA e farvi una piccola postazione da post-produzione video che vi permette di fare il balance tra il parlato e la base musicale (chessò di un vlog o di un piccolo corto).
L’utilizzo in ambito musicale, può essere utile anche per sentire i suoni della nostra tastiera, strumento o midi collegata a un VST, oppure per collegare la centralina di una batteria elettronica.
Conclusioni finali
Parliamo di una coppia di casse che vengono messe sul mercato al prezzo di circa 128 euro, a discrezione di chi scrive non mi aspettavo grandissime performance, ma è un prodotto onesto e che suona più che dignitosamente per quello che costa, con il quale iniziare ad avere un’idea dell’ascolto tramite monitor, cosa che potrà essere banale per alcuni leggermente più avanti con gli anni, ma non per chi, come il sottoscritto, non ha avuto la fortuna di nascere con un impianto Hi-Fi in casa ereditato dai genitori o dal parente di turno.
Va detto inoltre che la costruzione, per il prezzo finale di vendita che viene riportato, è superiore rispetto a molti competitor della fascia consumer.
Quindi, nel marasma delle casse economiche, sono una bella scelta per poter iniziare e per poter essere riutilizzate successivamente come diffusori per un mini stereo casalingo quando passerete a una coppia di monitor di più alto livello.
Maggiori informazioni sul sito del distributore ufficiale Sisme.
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