Fa tutto lui: recording, mixing, monitoring, playback. Il nuovo LiveTrak L-12 è progettato per consentire la gestione di una registrazione live per un massimo di 12 canali (+2) con possibilità di gestire ben 5 diversi mix di monitoraggio e salvare fino a 9 scene diverse di impostazioni personalizzate. E per usarlo non serve una laurea in sound engineering.
Avvertenza: questa è una recensione per ultra-quarantenni (o meglio: dedicata agli stagionati musicisti che da ragazzini sognavano di poter fare a casa quello che professionisti e divinità varie ottenevano in studio di registrazione con grande dispiego di mezzi e risorse). Avvertenza ulteriore: tutti quelli che pensano che l’avvento del computer abbia sbaragliato tutto, (hanno ragione, ma) sono squalificati, e partono qui con -5 dB di handicap!
È quasi commovente, per chi ha seguito negli ultimi quasi quarant’anni l’evoluzione di questi ‘mini-studio’ da tavolo (dalla prima intuizione sul mercato di Tascam – era il 1979 – Fostex, Korg, Sony, Marantz, Yamaha sono stati fra i molti che si sono cimentati nel tempo in questo esercizio di stile…) la constatazione di essere di fronte a una sintesi finale che non si esaurisce nel banale e mai scontato rapporto qualità/prezzo.
Che cos’è allora questo L-12, in sintesi? Un mixer 12 canali, con un registratore multitraccia incorporato, niente di più o di meno. Quello che rende notevole allora il nostro L-12, in sostanza, è però la rigorosa integrazione, potremmo dire.
Dal momento che di acqua ne è passata sotto i ponti, da quel famoso 1979, e la concorrenza ha imparato benissimo ad offrire nel tempo sempre migliori mixer o registratori (più o meno organizzati in vari esempi di studio portatile), Zoom ha avuto lo stimolo giusto per proporre una sintesi al grido di “less is more!”: l’idea (geniale) è quella di realizzare un registratore che sembra un mixer.
Facciamoci un giro.
1 – La Channel Strip
Tutti i 12 ingressi includono un fader di canale e un tasto di mute. Gli otto ingressi mono includono anche una singola manopola a controllare la compressione, e il controllo di guadagno. Tutti i canali hanno un tasto “Rec / Play” per registrare o riprodurre.
Con il tasto select si applicano le impostazioni della Channel Strip (impostazioni EQ e panning e impostazioni di EFX Return) nel canale selezionato.
2 – EQ facile
L’L-12 offre un normale EQ a semi-parametrico a 3 bande e una funzione di taglio passa-alto per ogni canale di ingresso.
3 – Ingressi numerosi
Gli ingressi combo L-12 supportano connessioni XLR o jack 1/4 “. I canali 1 e 2 offrono ingressi Hi-Z per collegare una chitarra o un basso elettrico.
I canali 9/10 e 11/12 offrono ingressi pin/jack per tastiere e altri dispositivi audio, nonché gli ingressi RCA.
4 – Navigazione e Display
Lo schermo luminoso LCD retroilluminato e la manopola/encoder consentono di accedere a un sistema di menu intuitivo per creare nuovi progetti, richiamare progetti precedenti e personalizzare le impostazioni del registratore.
5 – I 16 Effetti Interni
L-12 offre 16 effetti incorporati con parametri completamente regolabili.
È possibile scegliere tra effetti di ritardo e riverbero, e quindi applicarli a qualsiasi canale.
6 – Scene customizzabili
È possibile salvare fino a nove scene diverse e richiamare automaticamente le impostazioni personalizzate. Ogni scena salva la posizione del fader, le impostazioni EQ, il pan, i mute e altro ancora.
I pulsanti “Fader Mode” consentono di organizzare configurazioni di mix personalizzati sia per il Master che per il monitoraggio
7 – Microfono di Slate (annunci) e Metronomo
Si può utilizzare il microfono integrato per registrazioni di commenti o per comunicare con chi viene registrato, e programmare il metronomo sul tempo desiderato.
8 – Opzioni di Monitoraggio Flessibili
Cinque uscite cuffie possono inviare altrettanti monitor-mix separati a cuffie, in-ear monitor o casse amplificate. L’uscita cuffia A è inoltre dotata di due uscite jack da 1/4 ” per il collegamento a monitor aggiuntivi. Le uscite principali dispongono di connettori XLR per collegare facilmente il proprio sistema di PA.
Da tenere conto anche l’opzione di modalità card-reader per il trasferimento In/Out dei file, la funzione di Auto-Recording con possibilità di scegliere il punto di inizio registrazione in riferimento a uno specifico suono in entrata o a un determinato livello di pressione sonora misurato in dB.
Inoltre, L-12 è anche una scheda audio USB con 14-in e 4-out.
Qualche considerazione
Sebbene la casa giapponese abbia fatto di tutto per far apparire il prodotto innocuo e familiare, qui non è tanto questione di considerarlo sotto la lente dei termini soliti che siamo abituati a considerare (qualità costruttiva, durata, prestazioni, ecc.), quanto come prodigiosa sintesi di ‘ciò che serve’ e nulla di più, eliminando il superfluo, e mantenendo solamente quello che sarebbe opportuno… non mancasse.
In altre parole, Zoom probabilmente si è chiesta: perché andare a scimmiottare quello che fanno benissimo i computer, riempiendo di funzioni e menu più o meno sofisticati una macchina che dovrebbe nascere snella, quando poi si presume che quasi chiunque, in una fase successiva al recording, finisca per trasportare in una DAW le tracce registrate, per elaborarle in un mix evoluto?
In effetti, non si può negare che la ricerca della macchina ibrida, anzi del ‘portastudio’ smart, sia andata di pari passo con l’evoluzione dei modelli di tutte le case.
Sebbene il target di queste macchine siano sempre stati coloro che trovano fuorvianti le opzioni e le difficoltà d’uso proprie dei sistemi basati su computer, è innegabile che la ricerca stessa di sofisticazione (e quindi l’aggiunta di opzioni, menù evoluti e quant’altro) abbia allontanato a sua volta quella parte di potenziali utenti che desiderano avere il minimo livello possibile di complessità tecnica fra la loro performance e la sua registrazione.
Qui si intuisce la vera vocazione del LiveTrak L-12: preservare a qualunque costo la spontaneità della produzione musicale o, allo stesso tempo, quella relativa funzionalità di supporto alla semplice performance live (leggi: ‘mixer’!) di più musicisti contemporaneamente (nel caso fino a 5, che possono contare su altrettante uscite cuffia e monitor mix dedicati…)
In uso
Abbiamo voluto ricreare le medesime situazioni musicali che i video promozionali della stessa Zoom propongono: gruppo (pop-rock in entrambi i casi) che prova in garage/sala prove, e piccolo live nel locale.
La differenza d’uso è significativa, perché se in sala prove c’è il lusso di poter rifare qualcosa, ovviamente dal vivo l’immediatezza e la velocità d’uso sono di capitale importanza, e il LiveTrack L-12 si propone in grado di sostituire in economia quello che ormai quasi tutti anche fra i locali più piccoli e meno attrezzati hanno a disposizione: un mixer digitale dedicato.
Se è vero che da qualcosa che si fa chiamare “LiveTrack” ci aspettiamo una spiccata vocazione… live, qui l’accezione è riferita all’immediatezza, più che alla completezza della dotazione.
C’è, ancora una volta, quello che serve (vedi scheda) ma nulla di più, in ogni caso controllabile molto velocemente.
Le caratteristiche che, per il prezzo, contribuiscono in questo caso all’appetibilità sono sicuramente il numero di monitor mix (ascolti) separati a disposizione (come abbiamo visto sono ben 5, ciascuno bilanciabile con gli stessi fader dei canali, in modalità flip), e le memorie di scena, dove ci si può creare una sequenza di impostazioni per momenti diversi dello show, oltre naturalmente alla possibilità di registrare in multitraccia.
Il suono? Pulito, di qualità, notevole dinamica e pulizia dei pre (che supponiamo essere i medesimi dei ‘fratelli’ F8 e F4), ma non cercatevi calore aggiuntivo o emozioni vintage, perché non è questo il caso.
Menzione notevole per la possibilità di registrare file a 96KHz, senza riduzione di numero di tracce o quant’altro.
Tutto sommato, nell’uso live, seppur limitato, se la cava bene. In sala prove la situazione è ancora migliore, perché davvero non serve nulla di più rispetto alle tre necessità di base di chiunque ne abbia immaginato l’uso: sistemarsi-suonare-registrare, con il minor numero di complicazioni tecnologiche di uso e interfaccia utente, e massima flessibilità delle (ridotte ma potenti) risorse a disposizione.
Il risultato è quello di avere una curva di apprendimento molto bassa, e risultati immediati, senza necessariamente richiedere una professionalità estesa sul suono.
Altra cosa è il missare ciò che si registra, ovviamente, ma come ‘raccoglitore di suoni’ in multitraccia il prodotto è eccellente, e rappresenta un nuovo punto di riferimento nel mercato, soprattutto nei termini di rapporto qualità/prestazioni/prezzo.
Zoom ancora una volta si è letteralmente superata, aggiornando al meglio la linea di registratori che ormai da molti anni è diventata una parte fondamentale della propria offerta, ridefinendo il concetto di prosumer nella registrazione creativa.
Maggiori informazioni sul sito web del distributore ufficiale Mogar Music.
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