Il catalano Miguel Llobet occupa un ruolo di fondamentale importanza nel passaggio alla chitarra moderna e alla valorizzazione dello strumento, avendolo portato ben oltre i suoi precedenti confini.
Miguel Llobet è stato uno dei più grandi chitarristi della storia spagnola (e non). È stato una delle più grandi fonti di ispirazione dell’immenso Andrés Segovia, questo già basterebbe a mettere un punto esclamativo su tutto. Purtroppo però, nonostante il suo grande contributo al mondo della sei corde, è stato a lungo tempo dimenticato.
Questo nonostante sia stato non solo un abilissimo musicista, ma anche un compositore e un abile trascrittore. Le sue trascrizioni per lungo tempo sono state usate senza che se ne riportasse adeguatamente il nome dell’autore.
Ma è bene riscoprire la storia di quest’uomo e riascoltare alcune sue registrazioni, prendendole con le dovute premesse poiché trattasi di rare e vecchie incisioni, con tutti i segni delle vecchie tecnologie e del tempo, oggi rintracciabili sulla piattaforma YouTube solo grazie a un utente che ha conservato alcuni nastri di una trasmissione registrata alla radio, risalente ai primi anni ’80.
Capirete che la qualità audio è filtrata, in malo modo, all’inverosimile, ma ciò che si ascolta rende comunque l’idea della grandezza di Llobet.
Miguel Llobet era un uomo di passione, un vero spagnolo, un grande amante dell’arte a 360 gradi. In particolare, la pittura lo affascinava quasi quanto la musica.
Prendendo spunto da questo, viene messo in parallelo ai pittori impressionisti, poiché con la sua maestrìa ha dato un grande contributo all’evoluzione della chitarra in senso moderno, esattamente come quei pittori, nello stesso periodo in cui nasceva e cresceva Miguel, erano votati alla creazione di una nuova arte moderna, appunto.
Si tratta di un corso impetuoso di armonie innovative, attenzione alla timbrica, composizioni più brevi del passato e recupero dell’antico in chiave moderna comprese le nostre ancora amate scale pentafoniche (-foniche, in quanto si parla di 5 suoni), tutte caratteristiche che i più attenti sapranno cogliere tra le note suonate da Llobet.
Merito anche suo la grande evoluzione della tecnica chitarristica, con uno step ulteriore in ciò che lui stesso aveva appreso dal suo maestro, il grande Francisco Tàrrega.
Quest’ultimo si può considerare l’iniziatore di quel percorso evolutivo che poi verrà continuato dall’allievo. A Tàrrega si fanno risalire sulla chitarra la diffusione di tecniche come tremolo, il rasgueado tipico dei chitarristi flamenco, ma anche la postura classica che ancora oggi conosciamo con la chitarra poggiata su una gamba rialzata da terra.
Impressionismo musicale e chitarristico abbiamo detto. Non è un caso, che Llobet sia stato scelto comee musicista dal compositore Manuel De Falla, suo coetaneo e una delle figure principali nell’impressionismo musicale.
De Falla è autore della composizione per chitarra (homenaje), “Piece de guitarre ècrit pour le tombeau de Debussy“, che verrà suonata per la prima volta proprio da Llobet e più tardi anche da Segovia.
La chitarra, che prima era accompagnamento per i balli e per il divertimento lungo le strade della Catalunya, assurge con musicisti come Llobet a un livello nuovo e ben più nobile, non più meramente festaiolo ma degno di accostare la propria voce a quello degli altri strumenti classici.
Porgeranno l’orecchio alla sua chitarra, durante il soggiorno a Parigi nei primi del ‘900, maestri del calibro di Stravinskij, Albéniz e Debussy (l’impressionista musicale per eccellenza), che ne parleranno sempre con lodi.
E poi c’è il rapporto con il suddetto Andrés Segovia, il più famoso chitarrista classico di tutti i tempi, che sebbene di origini andaluse, con tutto il diverso influsso che ciò poteva comportare, guardò sempre con ammirazione all’opera del Maestro.
Ecco una foto di un giovane Segovia che ruba con gli occhi dalle mani di Llobet.
D’altronde, la formazione musicale di llobet si poggia anche sul pianoforte e sul violino. Già però da bambino era rimasto affascinato da quella chitarra appartenuta a un zio e lasciata a prendere la polvere in un cantuccio di un locale catalano. La chitarra diventerà il suo strumento nel 1889, all’età di 11 anni.
Si dedicherà ad essa con dedizione, fino ad iniziare una carriera concertistica nel 1901, prima nella sua Barcellona, poi nella già citata Parigi, assoluto centro nevralgico di ogni Arte del tempo.
Le sue registrazioni storiche purtroppo non sono molte, tra queste figura anche l’esecuzione di una composizione, “May Breezes”, del tedesco (romantico) Felix Mendelssohn.
Purtroppo Miguel Llobet morirà nel 1938, a causa di una pleurite.
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