Magneto è il nome dell’ultimo prodigio di Strymon, uno strumento a rack che nasconde al suo interno molti effetti e modalità d’uso, pur essendo sulla carta descritto come “Four Head dTape Echo & Looper”, tanto che sarebbe difficile descriverlo in poche parole, tuttavia…
Tuttavia, abbiamo la fortuna di avere tanti professionisti che dopo averci giocherellato un po’, sono pronti a darci le loro prime impressioni sulle potenzialità di questa nuova fucina di creatività.
Nel nostro caso, il distributore Backline ha coinvolto il musicista e docente Giona Vinti, che è anche trainer Ableton e quindi ben dentro, con curiosità ed esperienza, a tutto ciò che riguarda le nuove tecnologie.
Vi lasciamo quindi ai suoi pensieri, dopo aver messo le mani sulle manopole dello Strymon Magneto.
Ho ricevuto da pochi giorni il Magneto di Strymon, l’azienda statunitense molto nota per l’alta qualità dei suoi pedali, El Capistan e Big Sky su tutti.
Pedali che sono utilizzati ovviamente da chitarristi e chitarriste in tutto il mondo ma che sempre più si possono notare nei rig di chi fa musica elettronica, sia in studio che sui palchi.
Il Magneto è però il loro primo esperimento nel mondo dei sintetizzatori modulari, e nella fattispecie nel coloratissimo mondo del formato Eurorack, che negli ultimi anni ha visto moltiplicarsi la propria popolarità per una serie di motivi.
Il primo è che sia il costo che le dimensioni di un buon sistema eurorack lo rendono appetibile a un pubblico molto più vasto che i precedenti formati (5uMoog, Buchla, Frac Rack etc…).
Il secondo è che negli ultimi dieci anni i produttori di moduli eurorack sono aumentati a dismisura creando una community ricchissima e fornendo a chi vive di musica elettronica tutta una serie di strumenti (analogici e digitali) prima accessibili solo tramite linguaggi di programmazione come Max/Msp, PureData o SuperCollider.
Insomma, il Magneto è il primo modulo eurorack di Strymon. E che modulo!
Devo aggiungere che personalmente sono un feticista dei delay e che ho una passione smisurata per le tecniche nate con il dub e la musica psichedelica dei due decenni 60/70. Ho sperimentato vari tipi di delay: digitali puri, delay a nastro (roland re-201 space echo), simulazioni digitali di delay a nastro (boss re-20), delay eurorack (makenoise echophon e harvestman tyme sefari mk2), mi sono pure costruito un delay a nastro partendo da un registratore marantz a cassetta (pmd 222 a tre testine, modificato da me) e assemblato in digitale dei dub delay soddisfacenti (via software in molti modi, via hardware all’interno dell’er-301 sound computer di orthogonal devices).
Tutto molto bello ma mai perfetto. il Magneto in questo senso è una rivelazione! Il santo Graal dei delay con carattere!
I motivi sono molti, provo ad elencare quelli principali…
Primo tra tutti c’è il carattere sonoro che questo modulo impartisce a qualsiasi cosa gli mandiate dentro: pur essendo quasi interamente digitale, Magneto suona davvero come un delay analogico!
Anche senza usare i vari tools di degradazione interni (tape age, crinkle, wow and flutter) la risposta del modulo, soprattutto se ne si satura un pochino l’ingresso, è un suono pieno, pastoso, leggermente compresso sulle basse frequenze, un po’ slabbrato ma grosso!
Suona veramente simile ai due delay a nastro che ho avuto modo di utilizzare (il glorioso Space Echo di Roland e il piccolo mostro DIY marantz pmd 222), impartendo immediatamente quel carattere vintage di cui quest’era digitale, plasticosa e spesso troppo “clinica” ha così tanto bisogno!
Ma tutto questo si coniuga a un controllo preciso e rigoroso che possiamo esercitare sul suo comportamento: possiamo gestire la velocità del nastro e la spaziatura delle testine (i due parametri che danno il tempo di ritardo) in modo indipendente sia in maniera “free” che in modo “sincronizzato” con il nostro master tempo!
Di fatto possiamo avere un delay vintage perfettamente “clockato” al nostro brano!Inoltre una volta clockato possiamo “quantizzare” le variazioni di velocità del nastro ottenendo sempre velocità di riproduzione correlate con il nostro “tempo”!
Una delle tre modalità di spaziatura delle testine trasforma il Magneto in un pitch shifter molto complesso, con ben quattro uscite armonizzate. Possiamo scegliere una scala su cui le armonizzazioni si accorderanno e abbiamo a disposizione la bellezza di 15 scale diverse!
Inoltre abbiamo la possibilità di scegliere 3 diverse spazializzazioni, due di esse con testine hard panned a sinistra o a destra, quella centrale (center) invece permette la personalizzazione della posizione stereo delle testine in modo indipendente.
Tutto ciò sia in modalità “Echo” (il delay), che in modalità “Looper” (una loopstation “a nastro” con delay come extra) e “Sampler” (un semplice campionatore con parecchi assi nella manica).
Sia che lo vogliate usare come un semplice effetto “dub delay” in insert o in mandata, oppure che vogliate impersonare dei moderni Karlheinz Stockhausen o Marino Zuccheri e perdervi in un mondo di manipolazioni “concrete” della materia sonora, sicuramente Magneto vi conquisterà.
Da non dimenticare il fatto che, ciliegina sulla torta, il Magneto incorpora uno Spring Reverb (riverbero a molla) digitale che si può usare insieme al delay oppure (tramite switch sul retro del modulo) impostare come effetto separato.
Con quest’ultima opzione si sacrifica la stereofonia in favore di un comportamento “dual engine”, ingresso e uscita di sinistra dedicati a delayloopersamplerpitch shifter, ingresso e uscita di destra dedicati al riverbero a molla.
Che dire, non vi resta che provarlo!
Giona Vinti – Ableton Live 10 Certified Trainer e Non-Musicista d’assalto
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