Basso, funky, groove: ecco a voi Francis Rocco Prestia
C’è un nome che rimarrà marchiato a fuoco nella storia della musica Funk nei secoli dei secoli: quello dei Tower of Power. Formatosi nell’assolata California sul finire degli anni ’60, il gruppo ha affrontato le successive epoche musicali senza dimostrare neanche una ruga di età, facendo scuola alle nuove leve (ma anche a quelle meno nuove) col fascino di quegli stili che non passano mai di moda.
Nella quasi totalità del proprio percorso la band ha avuto nel motore un bassista dall’importanza generazionale che avrebbe dato alla parola “groove” un nuovo significato, in particolare nel mondo delle corde grosse: il suo nome è Francis Rocco Prestia.
Prima di spendere qualche parola su questo indimenticato artista, godiamoci la sua intera performance alla rassegna Bass Day dell’ormai lontano 1998:
Il Fingerstyle Funk di Francis Rocco Prestia
Lo stile di Prestia si distingue anzitutto per una personalissima caratteristica tecnica, la quale è alla base tanto dell’apporto ritmico quanto della sonorità tipica dell’artista in questione: mi riferisco alla sua tecnica di muting con la mano sinistra.
Nel suo fantastico video didattico “Fingerstyle Funk” datato 1993, Francis raccontava la sua abitudine di utilizzare le dita libere della fretting hand in modo che si posizionassero sulla corda in vibrazione quel tanto che bastava per attenuare il suono senza perdere la definizione della nota e soprattutto il suo attacco.
Il risultato di questo approccio è un deciso senso di staccato, elemento che caratterizzava le linee di basso di Prestia in maniera decisiva dal punto di vista del portamento ritmico.
Francis Rocco Prestia: solido, semplice, inconfondibile bassista
Notare bene: “semplice” è un aggettivo che sta a indicare una caratteristica distintiva dello stile di Francis Rocco Prestia, e non mi riferisco di certo a quanto sia “facile” suonare le sue parti… provare per credere.
La semplicità a cui faccio riferimento vuole descrivere piuttosto l’inclinazione dell’artista a non incedere in alcuna espressione tecnica che non fosse assolutamente utile al ruolo del suo strumento nel contesto musicale. Pur sotto l’influenza di James Jamerson, un bassista che non si risparmiava in fatto di scelta delle note, le linee di basso di Prestia si sono sempre spese anzitutto per l’elemento ritmico, lasciando ai (non pochi) compagni dei Tower of Power il compito di contribuire alla creazione di armonie e atmosfere sofisticate.
Ma come accennavo poco più su, questo approccio melodicamente sintetico (almeno in rapporto al citato Jamerson o a Jaco Pastorius) risulta comunque estremamente complesso da riprodurre in maniera credibile: Francis è stato protagonista di performance ad alto dispendio energetico, arricchite da un importante utilizzo di sedicesimi e ghost notes.
Unite a un vigoroso approccio della mano destra, che tuttavia si muoveva per nulla scomposta o rigida come potrebbe accadere, queste caratteristiche rendono le sue parti di basso una sfida impegnativa ma assolutamente affascinante.
Per sintetizzare, direi che Francis Rocco Prestia è stato un virtuoso che sembrava non percepire affatto l’urgenza del virtuosismo.
Una vita per i Tower of Power
E pensare che tutto era iniziato dalla chitarra: fu con questo ruolo che il teenager Francis entrò nella neonata band del sassofonista Emilio Castillo, inizialmente chiamata The Motowns (in quello che appare come un riferimento fin troppo esplicito) e che poco dopo fu ribattezzata col nome che l’ha resa celebre in tutto il mondo nell’arco dei decenni.
Il giovane Prestia era uno dei non pochi destinatari della positiva influenza musicale di James Brown, i cui bassisti (Bootsy Collins su tutti) furono una dichiarata fonte di ispirazione nella sua transizione verso il basso elettrico; una transizione fortunata, considerando che Francis Rocco Prestia ha partecipato alla maggior parte dei successi del gruppo, con una manciata di anni di separazione a cavallo tra i ’70 e gli ’80.
Particolarmente rinomata è la combinazione con il batterista David Garibaldi, storico membro dei Tower of Power assieme al quale Prestia ha costituito una delle accoppiate ritmiche più micidiali e apprezzate di tutti i tempi: un mix di talento del groove del quale ha beneficiato ogni goccia della produzione della band, a cominciare dalla celebre “What Is Hip“.
Il basso elettrico dopo Francis Rocco Prestia
Purtroppo la salute non è stata dalla parte di Francis Rocco Prestia, seriamente malato per diversi anni e scomparso prematuramente nel Settembre del 2020; se ne è andato riuscendo comunque a partecipare a Step Up, disco del cinquantennale dei Tower of Power uscito proprio nell’anno della sua morte.
Grazie alla cospicua produzione del gruppo, che conta una ventina abbondante di dischi in studio più diverse pubblicazioni live, Prestia ci ha comunque lasciato un patrimonio inestimabile di risorse del basso elettrico; questo senza dimenticare il summenzionato metodo “Fingerstyle Funk”, che a distanza di quasi trent’anni dalla pubblicazione resta ancora un’attualissima fonte di crescita per ogni bassista che abbia desiderio di cimentarsi efficacemente nel genere musicale di riferimento.
A margine dell’elemento strettamente musicale, mi ha sempre colpito la profonda stima pubblicamente manifestata dai vari colleghi nei confronti di questo artista forse non appariscente in termini di immagine (ma quanti bassisti possono dire di esserlo?), ma senza dubbio di indimenticabile spessore nella storia dello strumento.
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