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Walking Bass e circolo delle quinte

In questa seconda lezione, come lavoro propedeutico alla creazione di walkin' bass, affronteremo il circolo delle quinte per poi utilizzarlo come "palestra" per alcuni esercizi.

In questa seconda lezione, come lavoro propedeutico alla creazione di walkin’ bass, affronteremo il circolo delle quinte per poi utilizzarlo come “palestra” per alcuni esercizi.

Innanzitutto cerchiamo di capire cos’è il circolo delle quinte che viene spesso nominato.
Si tratta di una struttura chiave di tutta la musica tonale (cioè quella che utilizza le regole della tonalità, che convenzionalmente inizia con J. S. Bach e che comprende buona parte della musica dei giorni nostri): una sequenza regolare delle dodici note disponibili nel nostro sistema temperato seguendo intervalli di 5a (o di 4a, che in questo caso, vedremo, è la stessa cosa).
Al dodicesimo passaggio ritroviamo la nota iniziale e la sequenza potrà ripetersi in modo circolare all’infinito.

Vi sono numerose ragioni che rendono “speciale” questa sequenza rispetto ad altre, sia dal punto di vista della fisica acustica che della psicoacustica, ma non è forse il caso di addentrarci in questi argomenti. Quello che ci interessa è che si tratta di una sequenza regolare (si ottiene partendo da una nota ed applicando ripetutamente lo stesso intervallo) che tocca una sola volta tutte le altre undici note prima di tornare a quella iniziale.
Inoltre essa è estremamente diffusa nei giri armonici poiché è alla base del concetto di modulazione, vediamo come.

Walking Bass e circolo delle quinte

Osservate l’immagine qui sopra: il circolo delle quinte propone un cerchio formato da 12 caselle, con le dodici note disponibili nel nostro sistema posizionate in modo tale che procedendo in senso orario troviamo la nota ad una quarta ascendente (ossia la quinta discendente, il suo intervallo complementare), procedendo invece in senso antiorario troviamo la nota ad una quinta ascendente (cioè la quarta discendente).

Possiamo partire da una casella qualsiasi. Se quella nota è la tonica di una tonalità (maggiore o minore che essa sia), la nota adiacente sarà la tonica di una tonalità vicina, cioè le scale di riferimento delle due tonalità differiranno solo per una nota.

Facciamo un esempio.
La tonalità di Do maggiore (C) utilizza tutte le note naturali (Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si). La sua tonalità vicina Fa maggiore (F) utilizza le stesse note ad eccezione del Si, che è sostituito dal Sib. Anche la tonalità vicina Sol maggiore (G) condividerà sei note con Do maggiore, ciò che le differenzia è la nota Fa che in un caso è naturale e nell’altro è diesis.
Quindi, modulare (cioè passare da una tonalità a un’altra) da C a G oppure a F risulta abbastanza semplice: è sufficiente introdurre l’unica nota che è differente nella nuova tonalità. Al contrario, una tonalità “distante” nel circolo delle quinte avrà poche note in comune e questo renderà la modulazione più ardua. Ad esempio, modulare da C a B, richiederà di mutare 5 delle 7 note della tonalità.

Molte delle strutture armoniche che incontriamo nel jazz, fra cui anche i due standards della lezione precedente, seguono frammenti del circolo delle quinte in senso orario. È per questo che è bene avere una buona dimestichezza con questa sequenza.

Partiamo ad esempio da Do. La sequenza (in senso orario) sarà: Do Fa Sib Mib Lab Reb Fa#(Gb) Si Mi La Re Sol Do Fa Sib (…)
Per prima cosa consiglio di suonare e d’imparare a memoria questa sequenza. Ricordatevi che potete passare da una nota all’altra sia con un salto di quarta ascendente che con uno di quinta discendente. Troverete forse degli schemi geometrici sulla tastiera del vostro strumento, ma evitate di “aggrapparvici”, cercate piuttosto di sviluppare la rapidità di calcolo degli intervalli e soprattutto l’orecchio!

Memorizzato? Bene, siete pronti a passare al primo esercizio.

ESERCIZIO 1

Suonare in quattro, la sequenza di note del circolo delle quinte, al ritmo armonico di due accordi per battuta, ripetendo ciascuna sul I e II, oppure sul III e IV movimento.
Per ritmo armonico s’intende la frequenza con cui l’armonia cambia. Ad esempio nei due standards che abbiamo visto nella prima lezione il ritmo armonico era di un accordo per battuta. In questo caso invece i cambi armonici arrivano al ritmo di due per battuta.

Per iniziare consiglio di suonare in prima posizione (per i bassisti elettrici: evitate gli spostamenti e utilizzate le corde a vuoto!) nell’estensione che questa permette (Mi grave – Si in prima corda). Ricordare che da ogni nota è possibile raggiungere la seguente seguendo due direzioni (quarta ascendente oppure quinta discendente, estensione permettendo).

Ecco un esempio:

Una volta presa dimestichezza nella prima posizione potrete fare l’esercizio “scorrazzando” liberamente per tutto il manico!

Introduciamo adesso il concetto di approccio. Nella linea di basso ci sono delle note più “importanti”, dei “pilastri” come la fondamentale di un nuovo accordo oppure la quinta. Le chiameremo note obiettivo. Ve ne sono poi altre, transitorie, la cui funzione è di avvicinarsi all’obiettivo, gli approcci appunto. Sono questi a dare sinuosità e fluidità alla linea e a darle un “colore”.

Gli approcci possono essere ascendenti (cioè avvicinarsi dal basso all’obiettivo) o discendenti (cioè avvicinarglisi dall’alto). Inoltre possono essere del tipo diatonico (cioè che si avvicinano all’obiettivo tramite note della scala di riferimento del contesto armonico) oppure cromatico (cioè che utilizzano movimenti di semitono a prescindere dalla scala di riferimento).

Facciamo degli esempi per chiarire questi aspetti:

Propongo adesso due esercizi sugli approcci più semplici, per ampliare poi questi concetti nella prossima lezione.

ESERCIZIO 2

Suonare in quattro, la sequenza di note del circolo delle quinte al ritmo armonico di due accordi per battuta, con approccio diatonico discendente.
Dal punto di vista pratico ciò coincide con il suonare la quinta dell’accordo in atto (a prescindere dalla natura maggiore o minore dell’accordo), concettualmente tuttavia l’idea è differente: in questo caso si tratta di suonare una nota che farà da tramite con la fondamentale che arriverà al prossimo cambio armonico: la sopratonica del nuovo centro tonale (l’obiettivo).

Ecco un esempio:

Anche in questo caso, come per l’esercizio successivo, consiglio di lavorare dapprima sulla prima posizione, utilizzando le corde a vuoto e riducendo al minimo gli spostamenti della mano sinistra. Una volta a proprio agio in questa estensione è possibile estendere il range di note.

ESERCIZIO 3

Suonare in quattro, la sequenza di note del circolo delle quinte al ritmo armonico di due accordi per battuta, con approccio cromatico ascendente. Utilizziamo il termine cromatico per significare che la nota di approccio è a distanza di semitono indipendentemente dal fatto che appartenga oppure no alla scala di riferimento.

Ecco un esempio per quest’ultimo esercizio:

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