Inutile girarci attorno: i suoni di certe produzioni contemporanee non sono riproducibili con la ‘semplice’ batteria acustica, per quanto blasonato sia il suo marchio, costoso e accessoriato il modello, raffinata e funzionale la parte hardware, più o meno pesanti, lucidi o grezzi i piatti.
Soprattutto se ci si muove in ambito pop, rock o dei generi più contemporanei, è assolutamente impossibile ottenere da una batteria acustica i suoni che ascoltiamo nelle canzoni e nella musica che oggi va per la maggiore, frutto di numerosi interventi in fase di registrazione, produzione e post-produzione.
Una buona batteria elettronica, viceversa, è in grado di assicurare dei suoni di partenza assai più vicini a quelli che si ascoltano accompagnare i brani delle playlist più gettonate. Ancor di più può fare un’ottima batteria elettronica, grazie alla possibilità di editare i suoni, variare la sordinatura, incidere su tanti parametri, fino a trovare per ogni brano di un repertorio il suono più giusto e più simile all’originale.
Ma nel mondo ci sono tanti batteristi che, pur riconoscendo i pregi appena ricordati degli strumenti elettronici, proprio non ne vogliono sapere di rinunciare al feel, alle sensazioni intense che sa regalare percuotere uno strumento ‘reale’; per non dire di quelli che, forse anche per una questione di look, rifiutano l’idea di affidarsi a una elettronica, per quanto sofisticata e tecnologicamente all’avanguardia, non convinti da quell’aspetto scarno, ‘essenziale’, tipico anche dei modelli top di uno strumento virtuale.
Per andare incontro alle esigenze di quanti non vogliono rinunciare né al look di una batteria acustica né a tutti i vantaggi del digitale è nata la linea VAD della Roland, ossia V-Drum Acoustic Design.
La tecnologia è quella ben nota, sperimentata e apprezzata delle V-Drum di casa Roland; Acoustic Design perché questa parte ‘tecnologica’ è racchiusa in una vera e propria batteria acustica.
I modelli di batteria V-Drum Acoustic Design
Roland VAD-706
Andiamo ad analizzare quali sono i modelli che compongono la scuderia VAD e in che versioni vengono forniti tali modelli.
Partendo dall’alto troviamo l’ammiraglia VAD 706, offerta nella stessa configurazione in 4 diversi finiture, tre delle quali trasparenti lucide: GN (Gloss Natural), GC (Gloss Cherry) e GE (Gloss Ebony).
Non meno gradevole all’occhio il modello PW, ossia Power White.
I fusti in legno della 706, di profondità standard, sono rivestiti esternamente da un’impiallacciatura in acero, che li rende esteticamente sullo stesso livello delle migliori batterie acustiche.
La configurazione della VAD 706 prevede una cassa da 22” (KD-222), due tom sulla cassa rispettivamente da 10” (PDA100) e 12” (PDA120), un floor tom a terra da 14” (PDA140F) e un rullante in acciaio da 14” (PD-140DS).
La dotazione dei piatti consta di un hi hat da 14” (VH-14D), un ride da 18” (CY-18DR) e due crash da 16” (CY-16R-T).
Detto dell’estetica, passiamo al cuore tecnologico della VAD 706: il modulo sonoro è il top di casa Roland, ossia il TD-50X, si avvale di due tecnologie all’avanguardia quali Prismatic Sound Modeling e Pure Acoustic Ambience.
Grazie alla prima – che combina sample multi-layer registrati nei migliori studi con tecniche sofisticate di Behavior Modeling e che si ispira alla caratteristica del prisma di riflettere un singolo raggio di luce in tutti i colori dello spettro – ogni colpo può produrre sonorità dalle sfumature pressoché illimitate.
L’attacco iniziale è infatti seguito da un mix complesso di armoniche, proprio come avviene suonando tamburi e piatti acustici, e il suono risponde all’espressività dell’esecutore, riuscendo a catturare le ghost note più delicate o a restituire le esecuzioni più intense.
La tecnologia PureAcoustic Ambience garantisce invece un controllo completo sul suono di ambiente che si andrà a ricreare, ossia sul tipo di stanza e di riverberazione, l’ampiezza stereo, eccetera.
Il modulo custodisce più di 900 suoni ‘interni’, compresi quelli di ben 70 kit pre-selezionati, oltre a nuove scelte per ogni singolo componente del drum set (cassa, rullante, piatti, ecc.) rispetto al già performante e precedente modulo TD-50, con i preset pronti all’uso che si rifanno a timbri di batterie sia ‘storiche’ sia contemporanee.
Tre speciali ingressi trigger USB sono a disposizione per i pad digitali destinati al rullante, al piatto ride e allo hi-hat, tutti dotati di doppio di trigger all’interno (tecnologia Multi Sensor System): questa soluzione consente di avere la latenza più bassa possibile, minore di quanto avviene con un collegamento tramite jack tradizionale, e rappresenta l’unico modo per trasmettere le maggiori ‘informazioni’ custodite all’interno di questi pad (i tecnici Roland hanno calcolato che con il sistema a jack si riescono a trasmettere fino a 125 punti di velocità, mentre con i pad digitali con ingressi trigger USB la velocità arriva a 125 + 35 punti).
In particolare, il VH-14D è in grado di recepire ogni sfumatura del drumming ‘acustico’, con sensibilità al tocco, variazioni timbriche e una risoluzione del movimento di apertura e chiusura sinora impensabili per gli hi-hat elettronici.
Un approfondimento merita anche il rullante PD-140-DS, la cui pelle mesh è formata da ben tre strati non sovrapposti, ma incrociati tra loro a 45 gradi: una soluzione che garantisce alla pelle una lunga vita, ma soprattutto consente di replicare il comportamento di una vera membrana sintetica (i tecnici Roland hanno preso a modello un rullante acustico equipaggiato con una Remo Ambassador, su cui sono stati portati colpi a differente velocità, registrando le differenti ampiezze di tali colpi, replicabili con precisione solo grazie a questo accorgimento).
Il nuovo modulo sonoro consente di importare e triggerare attraverso SD card fino a 500 samples in formato WAV. E se non ci si vuole fermare al ricco menù dei preset forniti dall’azienda nipponica, tramite un’interfaccia diretta si può procedere a una rapida selezione e a una completa personalizzazione dei suoni di batteria, creando da zero dei kit customizzati, selezionando per esempio la profondità dei fusti, il tipo di pelle, le caratteristiche dei piatti, e tanto altro ancora.
Vasta la selezione di effetti, inclusi equalizzatori, compressori, riverberi, multi-effetti, ecc.
Un’uscita principale stereo XLR e otto uscite dirette TRS offrono connessioni bilanciate al mixer PA, mentre l’interfaccia audio/MIDI USB integrata a 32 canali consente una produzione musicale professionale su computer.
Non manca un ingresso Mix per suonare sulla musica riprodotta da smartphone o laptop, né la possibilità di importare i propri campionamenti in formato WAV su una card SD. TD-50X offre anche moltissime funzioni didattiche, grazie alla presenza di un metronomo e degli esercizi nella modalità Coach, mentre un registratore interno permette di catturare e riascoltare le esecuzioni con la possibilità di esportare l’audio, con o senza la musica di accompagnamento.
Roland VAD-503 e 506
Passiamo alle VAD 503 e 506: accomunate dalle medesime caratteristiche tecniche, si differenziano solo per la configurazione più o meno ‘essenziale’ o ‘rock’, se volete: un solo tom alla cassa (e un solo crash) per la prima, due tom (e due crash) per la seconda.
Entrambi i modelli sono dotati di fusti in legno di diametro e profondità standard: cassa da 20” (KD-200-MS), tom da 10” (PDA100-MS) e/o 12” (PDA120-MS), floor tom da 14” (PDA140-F).
Il rullante da 14” ha lo stesso fusto in acciaio (PD-140-DS) in dotazione all’ammiraglia 706.
Quanto ai piatti, lo hi hat è il VH-10 (da 12”), crash da 14” (CY-14C-T) e/o da 16” (CY-16C-T), ride da 18” (CY-18DR).
I piatti hanno un profilo sottile e una finitura con texture a cerchi concentrici. Con l’ammiraglia i modelli 503 e 506 condividono la tecnologia Multi Sensor System applicata a rullante (triplo strato di pelli mesh incrociate a 45 gradi) e piatto ride, dotati entrambi di due ingressi trigger USB, con tutti i vantaggi già esposti in termine di ricchezza dei dati immagazzinati e di riduzione drastica della latenza, con la possibilità quindi di eseguire sul rullante ghost notes, rimshot e colpi sul cerchio e di godere sul piatto ride di un’apia gamma di variazioni timbriche, potendone arrestare il suono con un semplice tocco dell’area centrale o della campana.
Tutto ciò grazie anche alle potenzialità del modulo sonoro TD-27, che come il fratello maggiore sfrutta le tecnologie esclusive Prismatic Sound Modeling, Behaviour Modeling e Natural Room Ambience.
Altrettanto vasta la possibilità di creare kit personalizzati, agendo sui dati relativi al tipo di pelli, al tipo di battente della cassa, all’accordatura e alla sordinatura dei tamburi.Senza dire della possibilità di caricare i propri sample (fino a 500 su carta SD), sovrapponendoli a quelli dei 100 drum kit in dotazione.
Potente la connettività sia per il palco sia in studio di registrazione, via Bluetooth o attraverso due master out e altrettanti direct out.
Roland VAD-306
Un kit più compatto, dotato di fusti in legno meno profondi, che all’aspetto richiamano i tom ‘melodici’, ossia privi delle pelli inferiori, è quello della VAD-306, batteria che può fare affidamento sulla centralina TD-17, derivata dal generatore timbrico TD-50, dotata a sua volta del sistema Prismatic Modeling Sound oltre che di una decina di preset creati appositamente per questo modello.
Alta anche in questo caso la possibilità di mescolare e combinare le opzioni sonore a disposizione agendo su pelli, accordatura e sordine virtuali, e persino nello spazio virtuale in cui ci si trova a suonare.
Le dimensioni della VAD 306 danno l’idea della sua estrema praticità, che la rendono perfetta per piccoli palchi o per un uso domestico: la cassa misura 18 pollici (KD-180L), due i rack tom, entrambi da 10” (PD-100L-BK), da 12” il floor tom sospeso (PD-120LBK) e il rullante (PD-120LSBK), misure tipiche dei kit jazzistici, decisamente maggiori rispetto a quelli di qualsiasi batteria elettronica in commercio.
Tutti i pad sono in legno ed equipaggiati con pelli mesh Roland a due strati non sovrapposti, ma incrociati a 45 gradi. Questo sistema, oltre alla tensione regolabile con una chiavetta tradizionale, garantisce un rimbalzo più realistico, oltre a una maggiore resistenza all’uso.
La dotazione piatti prevede come hi hat il VH-10, due crash da 12” (CY-12C) e il ride da 13” (CY-13R). Come detto, le dimensioni ridotte della VAD-306 ne lasciano ipotizzare un proficuo uso casalingo: tra le mura domestiche potranno risultare particolarmente gradite le potenzialità didattiche del modulo TD-17, dal Bluetooth incorporato per lo streaming da cellulari o laptop, alle tante funzioni Coach, al metronomo interno ampiamente programmabile.
Roland VAD-103
Nella catena evolutiva delle V-Drum Acoustic Design il primo anello è costituito dalla VAD-103, dai fusti in legno ‘corti’, simili a timbales in quanto privi delle pelli inferiori: cassa da 18” (KD-18L), un rack tom da 10” (PDA100L-BK), floor tom sospeso da 12” (PD-120LBK) come il rullante (PD-120LSBK); tutti i tamburi sono dotati di pelli mesh Roland a doppio strato.
Lo hi hat è da 10” (VH-10), il crash da 12” (CY-12C) e il ride da 13” (CY-13R).
Il cuore elettronico della VAD-103 è rappresentato dal modulo sonoro TD-07, in grado di offrire ben 50 preset e oltre 140 suoni da assemblare per una generosa offerta di kit realistici per diversi generi musicali e la possibilità di crearne altrettanti con un editing dettagliato di parametri quali accordatura e sordinatura.
Il modulo presenta anche una modalità Coach incorporata e la connettività Bluetooth per suonare brani riprodotti in streaming da tablet, telefono o computer.
Un singolo cavo USB consente di registrare facilmente le proprie esecuzioni e di trasmettere dati MIDI.
I prodotti Roland sono distribuiti in Italia da Roland South Europe.
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