Dietro ogni musicista si nasconde un percorso fatto di sfide, ispirazioni e continua evoluzione. In questa intervista, il musicista e insegnante Bruno Monello ci accompagna attraverso le sue esperienze più significative: dalla difficoltà di ritrovare la motivazione per suonare, fino alla riscoperta della sua passione più autentica.
Un racconto che intreccia musica, insegnamento e progetti ambiziosi, come la fondazione di Music College Italia, e che ci offre uno sguardo unico su ciò che significa dedicare la propria vita alla chitarra e all’arte.
Ci hai raccontato di aver attraversato un periodo difficile e di aver persino pensato di abbandonare la musica. Cosa ti ha spinto a ritrovare la motivazione e come questo ha influenzato il tuo approccio alla musica?
Lo scorso anno ho vissuto un periodo molto difficile da un punto di vista motivazionale. È stato causato da alcuni cambiamenti nella mia vita privata e da una serie di vicissitudini che si sono susseguite. Non avevo mai attraversato un momento simile: mi mancava completamente la voglia di suonare. Lo facevo solo perché era il mio lavoro, dunque mi sforzavo di continuare dicendo a me stesso che sarebbe stato solo un brutto momento.
L’estate scorsa infatti ho deciso di prendermi una pausa e dedicarmi ad altro. Ho fatto nuove esperienze, mi sono rimesso in gioco come persona, ho conosciuto persone fantastiche e mi sono messo alla prova. È stato proprio questo cambiamento a farmi riscoprire un’irrefrenabile voglia di suonare la chitarra, forse ancora più di prima.
Devo anche ringraziare i miei amici più cari, che si contano sulle dita di una mano, ma che mi hanno stimolato e aiutato a ritrovare la strada giusta. Per questo è fondamentale riconoscere e ringraziare le persone che ti vogliono davvero bene, quelle che ci sono state, ci sono e ci saranno sempre.
In definitiva, ho capito che la chitarra fa parte di me e che non possiamo stare lontani l’uno dall’altra. Sarà sempre così.
Come sta andando il tuo ritorno allo studio, al Conservatorio, e quali obiettivi ti sei prefissato con il corso che stai frequentando?
Ho ripreso a studiare intensamente la chitarra già in estate, periodo in cui ho anche scritto il mio brano strumentale “Soul Rebirth”.
Mi sono laureato in chitarra jazz nel 2023 al Conservatorio “Tchaikovsky”. Sono molto soddisfatto di quel percorso, durante il quale ho avuto la fortuna di studiare con alcuni tra i migliori maestri del jazz italiano, vere eccellenze.
Non posso non menzionare Carlo Cattano, Stefano Mangia, Fabrizio Basciano , Umberto Napolitano, Andrea Sabatino che mi hanno trasmesso insegnamenti preziosissimi.
Dopo un anno di pausa, mi sono iscritto alla laurea magistrale in chitarra pop nello stesso Conservatorio, dove studio con il grande Ciro Manna. Il mio obiettivo principale è laurearmi e, un giorno, magari triuscire ad insegnare in uno di questi Conservatori. Sarebbe un sogno diventato realtà.
Music College Italia è un progetto ambizioso con diverse sedi in Italia. Come è nata l’idea e quali sono i valori fondamentali che vuoi trasmettere con questa accademia?
Ho fondato Music College Italia nel gennaio 2023, ma era un progetto che avevo in mente già da tempo. Per 12 anni sono stato collaboratore e responsabile regionale del Modern Music Institute di Alex Stornello, che considero un padre, una guida e un faro per me. Alex mi ha insegnato tanto, soprattutto come fare didattica di qualità con passione e divertimento. Lo ringrazierò sempre per questo.
A un certo punto, ho sentito il bisogno di intraprendere la mia strada e, insieme ai miei collaboratori più stretti, abbiamo scritto il nostro metodo. Al momento stiamo lavorando alla pubblicazione dei nostri libri didattici. Sebbene l’accademia sia giovane, abbiamo tanta voglia di fare e mettere soprattutto consideriamo il fatto di mettere la persona al centro, prima ancora dell’allievo.
Il mio obiettivo è sempre stato quello di valorizzare la personalità di ogni individuo, senza mai renderlo una copia di me stesso. Voglio che ogni studente riesca a esprimere sé stesso attraverso lo strumento.
Attualmente abbiamo sedi a Milano, Catania, Crotone, Giarratana, Comacchio e Palermo. Ogni sede è gestita da miei ex allievi, attuali studenti o collaboratori di lunga data. Non siamo un franchising e non vogliamo esserlo.
Quest’anno celebri 20 anni di insegnamento. Guardandoti indietro, quali sono le lezioni più importanti che hai appreso come insegnante e musicista?
Hai ragione, me lo hai ricordato: sto invecchiando! Ahah! Scherzi a parte, non ci credo neanche io, ma sono già passati 20 anni. Ho iniziato giovanissimo, prima con lezioni private, poi in scuole di musica. La cosa più bella è che, ancora oggi, mi diverto tantissimo. Ogni lezione è unica e, a dirla tutta, imparo ogni giorno qualcosa dai miei allievi.
Vedere le persone contente, imparare e sorridere è impagabile: è davvero il mestiere più bello del mondo, se hai passione.
Ogni studente è diverso, e questo rende il lavoro stimolante. Il mio approccio, che è anche la filosofia di Music College Italia, consiste nel personalizzare l’insegnamento. Non si può imporre una didattica standard a tutti: ogni individuo ha le proprie caratteristiche e i propri obiettivi. Sta a me osservare, analizzare e capire qual è la strada migliore per ciascuno.
Le soddisfazioni più grandi? Vedere i miei ex allievi diventare professionisti: turnisti, dimostratori e insegnanti in varie scuole di musica. Questo ripaga tutto l’impegno e la dedizione.
Puoi raccontarci come è nata la collaborazione con Gerardina Trovato e cosa significa per te lavorare al suo fianco?
Collaboro da 9 anni con Peppe Mavilla, una persona splendida che organizza eventi nella regione e ha un team formato da cantanti di grande talento. Peppe mi ha sempre coinvolto, sia per registrare brani inediti sia per accompagnare live diversi artisti. È sempre stato una figura di riferimento e ha riposto grande fiducia in me, che ho ricambiato con tutto il mio impegno.
Gerardina Trovato e il suo management si sono recentemente affidati a Peppe e al suo socio Guglielmo per la gestione. Fino ad allora, Gerardina aveva eseguito i suoi brani con basi registrate, ma si sentiva l’esigenza di formare una vera band. Così, Peppe mi ha chiamato, chiedendomi anche di diventare direttore musicale e di selezionare i musicisti.
Ho coinvolto il mio caro amico Cristiano Nuovo al basso, con cui ho condiviso nell’ultimo decennio innumerevoli palchi di ogni tipo.Poi il giovane talento Giovanni Spadaro alla batteria e Giampaolo Blancato alle tastiere e programmazioni, un professionista esperto e una sicurezza assoluta.
Lavorare con Gerardina è un’esperienza speciale. Sin da quando ero veramente un bambino ascoltavo i suoi successi a Sanremo e in radio, quindi suonare al suo fianco è una grande emozione. Inoltre, il suo entourage mi ha dato piena fiducia, lasciandomi libero di esprimermi. Questo, per un musicista, è il massimo.
La sua connessione con il pubblico è incredibile: ogni concerto è una festa, con la gente che canta a squarciagola i suoi brani. Sono emozioni indimenticabili e indescrivibili.
Ci hai anticipato che state lavorando a un nuovo disco. Puoi darci qualche anticipazione sui brani e sul processo creativo che state seguendo?
Al momento posso dire poco, ma stiamo lavorando al primo singolo, che dovrebbe uscire a febbraio. Abbiamo già registrato tutto e io ho suonato le chitarre.
Una grande soddisfazione è stata la fiducia riposta in noi come band: ci siamo occupati degli arrangiamenti partendo da un semplice provino, seguendo alcune indicazioni generali. È un lavoro che ha soddisfatto tutti, e questo ci rende molto orgogliosi.
Oltre alla collaborazione con Gerardina, quali sono i progetti musicali a cui stai lavorando attualmente e cosa ci possiamo aspettare nel prossimo futuro?
In questo momento mi sto concentrando su tre fronti principali: Gerardina Trovato, Music College Italia e il mio EP.
A luglio ho pubblicato il mio singolo “Soul Rebirth”, che mi ha dato grande soddisfazione. Ora sto lavorando ai prossimi brani. Inoltre, collaboro con alcuni cantanti emergenti di enorme talento e sto portando avanti nuovi progetti nati proprio grazie all’esperienza con Gerardina. Piano piano stanno prendendo forma.
Quali strumenti e attrezzature stai utilizzando in tour con Gerardina e in studio per il nuovo disco? Ci sono elementi particolari del tuo setup che vuoi condividere?
Attualmente utilizzo due Fender Stratocaster. La principale è una bellissima Fender Player Limited Edition verde con tre pickup single coil, manico e tastiera roasted: uno strumento incredibile. Apparteneva a un mio ex allievo che non l’aveva mai usata; quando l’ho provata, me ne sono innamorato e l’ho acquistata.
La seconda è una Fender Player 2 bianca con battipenna nero e tastiera in palissandro, appena comprata. Ha un suono fantastico, al punto che la preferisco a modelli di fascia superiore.
Uso anche una chitarra acustica Sigma di grande qualità.
Tra le collaborazioni come endorser, che porto con me ci sono:
• Crosspick: plettri italiani eccezionali, creati da un’azienda giovane e dinamica. Andrea Zecchin, il fondatore, è una persona fantastica e sarò per lui come dimostratore per il terzo anno consecutivo al guitar show , quest’anno a Bologna. Probabilmente quest’anno suonerò sia il mio brano “ soul rebirth” che altri nuovi dal vivo e non con le basi, con alla batteria il mio amico Paolo Valli e al basso Cristiano Nuovo. Stiamo valutando proprio in questi giorni
• Cavi Reference: secondo me, i migliori sul mercato. Offrono un segnale impeccabile, mai un problema, qualità veramente incredibile. Anche per loro sarò ospite come dimostratore quest’anno per la terza volta al Guitar Show a Bologna a Maggio.
• Rotosound: una partnership co questo marchio di corde ripreso di recente proprio per il tour di Gerardina,grazie agli amici di Backline, con cui avevo già collaborato anni fa per le fantastiche Suhr Guitars. Ringrazio tantissimo Andrea Brusadelli che mi ha inviato corde per i prossimi 6 mesi almeno 🙂
• Gruvgear: utilizzo i loro elastici per chitarra e ormai non potrei farne a meno.
• Headrush Gigboard: è la mia pedaliera principale. La adoro per la sua semplicità, compattezza e qualità sonora.Intuitiva al massimo con uno schermo touch screen grandissimo. Di riserva ho la piccola della headrush , la MX5 sempre con me.
A breve inizierò anche una collaborazione con Padabox, un’azienda italiana di pedali analogici artigianali di alta qualità. Inoltre in studio uso I plugins Neural DSP, in particolare il Plini ed il Rebea. Direi fantastici!
Quali sono i chitarristi della scena italiana che in questo momento ti ispirano e ti piacciono di più?
In Italia abbiamo davvero tantissimi talenti incredibili, assolutamente all’altezza dei più famosi chitarristi del panorama internazionale.
Mi vengono in mente molti nomi, ma in questo momento quelli che ascolto di più, che preferisco e dai quali cerco di trarre spunto – “rubando” qualche trucco osservando i loro video e ascoltandoli con attenzione – sono Pietro Quilichini, Daniele Raciti e Mattia Tedesco.
Questi tre chitarristi, oltre a essere miei amici, sono profondamente diversi tra loro: Pietro è un chitarrista incredibile originario della Sardegna, ma ormai trapiantato a Milano da anni, ha uno stile davvero unico; da Daniele Raciti ho preso parecchie lezioni private e il suo stile mi ha influenzato moltissimo, soprattutto per quanto riguarda il jazz, il timing e l’approccio tecnico.
Mattia Tedesco è un turnista italiano eccezionale che tutti conosciamo: il suo livello è straordinario e fonte di grande ispirazione per me.
Sono tutti e tre più o meno miei coetanei, ma ognuno mi ha colpito profondamente e continua a ispirarmi con il proprio genio.
Guardando al futuro, quali sono i tuoi sogni e obiettivi principali, sia come musicista che come insegnante?
Il mio obiettivo principale è migliorare me stesso ogni giorno, sia come musicista sia come persona. Lavoro costantemente per crescere e superare i miei limiti, mantenendo alta la motivazione. Lo sport mi aiuta a focalizzarmi sui miei traguardi e a essere disciplinato.
Come detto, mi piacerebbe un giorno insegnare in Conservatorio, anche se il percorso è lungo. Nel frattempo, sono aperto a nuove collaborazioni e pronto ad accoglierle con fiducia e umiltà, come ho sempre fatto.
La chitarra per me è un viaggio: so da dove sono partito, ma non saprò mai dove mi porterà.
Grazie per lo spazio che mi avete dedicato e un saluto a tutti gli amici di Musicoff!
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