In una recente intervista a Classic Rock, il leggendario chitarrista Joe Satriani ha espresso un’opinione che sfida i luoghi comuni sulla figura di Kurt Cobain: secondo Satriani, il leader dei Nirvana era un musicista sottovalutato.
“Era un grande chitarrista. Guardando i video di Nirvana, ci si accorge che suonava tutto ciò che era necessario senza guardare lo strumento. Questo dimostra quanto conoscesse profondamente la chitarra” (Joe Satriani).
Satriani ha sottolineato che per suonare al fianco di un batterista come Dave Grohl è richiesta una capacità musicale notevole. Cobain, nonostante il suo stile semplice, possedeva una padronanza dello strumento che gli permetteva di eseguire con naturalezza brani carichi di intensità emotiva.
Questa osservazione ribalta la narrazione che spesso vede Cobain come un chitarrista tecnicamente limitato, riconoscendo invece il suo specifico talento di mettere la musica al servizio di un messaggio artistico più ampio.
La lezione del grunge e la rinascita del virtuosismo
Riflettendo sull’ascesa del grunge nei primi anni ’90, Satriani ha ricordato come quell’epoca abbia segnato un netto declino nella popolarità dei virtuosismi chitarristici.
L’album The Extremist, pubblicato nel 1992, rappresentava per lui una “lettera d’amore” al rock classico. Tuttavia, al momento della sua uscita, il panorama musicale era ormai dominato da band come Nirvana e Soundgarden, segnando una svolta nelle tendenze musicali.
Nonostante questa transizione, Satriani non ha mai mostrato animosità verso il grunge. Al contrario, ha riconosciuto il valore artistico di figure come Cobain.
“Quando sono uscito dallo studio, mi sono accorto che tutto era Nirvana e Soundgarden. Ma non mi sono opposto, perché la loro musica aveva un’anima vera” (Joe Satriani).
G3 e il dialogo tra virtuosi
Anche nel contesto del tour G3, lanciato da Satriani nel 1996 insieme a Steve Vai ed Eric Johnson, l’idea di celebrare la tecnica chitarristica non si è mai tradotta in un approccio esclusivo o competitivo.
Satriani ha ricordato le sfide di unire chitarristi dalle personalità artistiche così diverse, come Yngwie Malmsteen e Robert Fripp, dimostrando che il virtuosismo può convivere con stili meno convenzionali.
Una testimonianza del rispetto di Satriani per Cobain emerge anche dal fatto che, durante il G3 tour del 2016, lui, Vai e Guthrie Govan abbiano scelto di suonare Smells Like Teen Spirit come brano di chiusura. Un omaggio che conferma l’influenza duratura dei Nirvana su artisti di ogni genere.
Un talento che trascende la tecnica
Le parole di Satriani su Cobain ci ricordano che la grandezza di un musicista non si misura esclusivamente dalla complessità tecnica. L’essenza della musica risiede nella capacità di evocare emozioni, di comunicare e di connettersi con chi ascolta. Cobain ha incarnato tutto questo, trasformando la sua semplicità in una forza creativa che ha segnato un’intera generazione.
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