Pochi chitarristi possono dire di aver “cambiato il suono della chitarra elettrica”: Tom Morello è uno di questi, con il primo album dei Rage Against The Machine.
La musica di protesta politica non è una novità, non lo è da quando il rock era ancora nella culla, figuriamoci nel 1991. Ma stavolta non era poi così tanto celato dietro il look da rocker che tutti conosciamo, e non ha certamente creato tutte quelle leggende metropolitane sull’FBI, Hendrix, Pete Seeger, Bob Dylan e via discorrendo.
Insomma il rock è sicuramente stato sempre pieno di rivolta politica e critica al sistema, seppur spesso velata e metaforica.
I RATM non lo lasciavano a intendere, lo dichiaravano già nel nome, e si sono sempre comportati come degli attivisti rivoluzionari di sinistra, ottenendo così i favori del governo americano (ovviamente sono ironico).
A prescindere dal lato politico della questione, parliamo di una band formatasi nel 1991, periodo in cui molte band entravano ormai nel dimenticatoio, eppure magari erano le stesse che avevano dominato gli anni ’80, e la musica in generale iniziava a prendere tutta un’altra strada grazie al dilagare del fenomeno grunge.
In ogni caso I RATM cantavano fuori dal coro anche in questo, innanzitutto non possiamo definirli grunge, ma anzi, un miscuglio di rock pesante, funk e rap. Insomma una miscela esplosiva: sono certo che anche il più composto e noioso uomo sulla terra non sia riuscito a non accennare almeno un movimento della testa per portare il tempo durante uno dei loro concerti.
Insomma oggi analizziamo uno dei riff, o meglio alcuni dei riff più famosi e interessanti della loro discografia, ovviamente dal punto di vista chitarristico. Parliamo di “Bombtrack“, 1992.
0:01 Primo riff, suono clean/crunch e palm muting, che pian piano carica verso il secondo riff, assieme a basso e batteria.
0:25 Riff n. 2, potente, insistente e dannatamente pieno di groove.
0:53 Inizia la prima strofa, con una commistione di rock, groove, un nuovo riff di chitarra e la consapevolezza che in fin dei conti ci troviamo di fronte a qualcosa di realmente nuovo, se pensiamo al 1992. Nel frattempo il testo è decisamente diretto e senza fronzoli, Zack De La Rocha non si fa alcun problema a sparare a zero contro le istituzioni, e lo fa con parole decisamente aspre.
1:43 “Burn, burn, yes, you’re gonna burn!“, con questo “caloroso” augurio si torna sul riff iniziale del brano, mentre tutto il ritornello continuerà ad augurare a determinati personaggi di finire nelle fiamme. Insomma, arrivati al ritornello dovremmo veramente aver capito quanto i RATM non si facessero alcun problema nel dire esattamente ciò che pensavano, e qui ci riferiamo un po’ a quella differenza sostanziale di cui parlavo nell’introduzione, ovvero il fatto che probabilmente è una delle prime volte in cui una band non si fa alcun problema ad essere così marcatamente contro il sistema.
2:11 Si ricomincia con la seconda strofa, che in qualche modo rincara la dose per poi sfociare di nuovo nel chorus.
3:03 Si cambia un po’ registro con un nuovo riff, e Tom Morello in questo brano si è evidentemente sbizzarrito in qualità ti “Riff Machine”, se mi è concesso il gioco di parole. Inizia quindi, dopo un paio di giri di palm muting, un nuovo e groovosissimo riff di chitarra, che dovrebbe fare da sottofondo per il piccolo solo che segue. In ogni caso, vorrei lasciare alla vostra attenzione solamente il riff, non certo per sminuire il lavoro solistico di Morello, anzi (provate ad ascoltare il solo “Know Your Enemies”), bensì per porre l’accento proprio su questo lavoro ritmico e sulla creazione di riff decisamente fondamentali per l’andatura del brano.
3:34 Si torna sul chorus e il brano va così in chiusura.
Anche per oggi è tutto, vi aspetto al prossimo appuntamento!
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