Molti di Voi avranno sentito parlare, almeno spero, delle diteggiature tre note per corda (in inglese: three note per string). Cosa sono? E a cosa servono? Cercherò di rispondere ad entrambe le domande.Il sistema di diteggiatura tre note per corda prevede che una scala (maggiore, minore, melodica, pentatonica, ungherese, armonica, i 7 modi, ecc.) venga diteggiata o, se preferite, frammentata in 7 schemi di diteggiature in modo che ognuno contenga 18 note, o meglio, 3 note per corda.
I vantaggi di questo sistema sono principalmente due:
- Riuscire a visualizzare per tutta l’estensione della tastiera le note della scala che ci interessa ed in qualsiasi tonalità
- Eseguire fulminanti fraseggi a plettrata alternata con il minimo sforzo
Bisogna ora compiere il grande salto che ci porta dalla teoria alla pratica.
La prima cosa fondamentale che dovreste fare è “fotografare” mentalmente gli schemi, suonando lentamente tutte le note, dalla più grave alla più acuta e viceversa, in sequenza, per ogni schema. Il tutto, ovviamente, con plettrata alternata (fate riferimento anche al sistema V.I.S.). Ciò Vi consentirà di passare facilmente da uno schema all’altro e quindi “incollare” i 7 schemi in modo da averne uno solo, che corrisponde all’intera estensione della tastiera della Vostra amata chitarra. Bastano pochi sforzi mentali, soprattutto mnemonici, per avere una piena libertà nell’affrontare/interpretare qualunque scala, in qualunque tonalità, in qualunque zona della tastiera, plettrando come fanno i ben noti “shredders”.
Non posso non indirizzarVi, a questo punto, all’ascolto degli assoli di chitarristi come Paul Gilbert, John Petrucci (fatevi un giro al Berklee…) che ne fanno un uso abbondante, anzi, se ne avete la possibilità, procuratevi i loro video didattici (consiglio “Intense rock” prodotto dalla REH nel 1988 per Gilbert, e “Rock Discipline” sempre della REH 1995 per Petrucci – vere e proprie “bibbie” per lo shredder moderno!). Permettetemi di citare qualche esempio “illustre”: Dream Theater, album Awake, brano Erotomania: a 5’08” si presenta un classicheggiante assolo dell’ottimo Petrucci che si cimenta con le solite 3 note per corda, ma attenzione! Qui si interseca anche la tecnica dello string skipping (il titolo effettivamente preannuncia “cambi di posizione” ;)) ed un ottimo senso ritmico – gruppi di quintine!- (Un’ottima trascrizione la trovate sul n.2 maggio/giugno 1995 della rivista italiana Axe). Altro esempio, l’assolo di Fatal Tragedy (a 4’39”) tratto dall’ultimo capolavoro Scenes From A Memory; esso inizia con fulminanti sestine sulla scala di Mi minore diteggiata, indovinate come…? Tre note per corda! (l’ho visto con i miei occhi!) Chiude l’assolo di Pull Me Under (dall’album Images & Words), invece, una scala, discendente stavolta, in tonalità di mi minore con una diteggiatura che avrete ormai intuito. Stavolta però in gruppi di quartine. Le citazioni potrebbero continuare per diversi fiumi di caratteri, ma preferisco fermarmi qui perché spero di averVi fatto notare un particolare prezioso.
Le diteggiature 3 note per corda si prestano, come osservato nelle citazioni, a diverse suddivisioni ritmiche. Questo vuol dire che possiamo costruire il nostro assolo (o meglio, parte del nostro assolo, in base ai nostri gusti e all’occasione – in genere una scala iperveloce sulle prime o ultime battute) eseguendo scale diteggiate con 3 note per corda a terzine, quartine, quintine, insomma come meglio crediamo!
Detto ciò, passo a presentarVi gli schemi che ho creato appositamente per Voi (anche se gli avete già dato un’occhiata, eh? Dite la verità!).
Per evitare discorsi prolissi, in questa lezione ho dato per scontato concetti quali plettrata alternata, string skipping, quartine, terzine, mi minore… consiglio vivamente a chi non fosse al corrente di questi concetti, di andarli a vedere nelle sezioni apposite. Vi propongo, per questo primo appuntamento, le diteggiature 3 note per corda della scala maggiore.
Ho evidenziato col colore rosso la posizione della tonica, per cui potrete facilmente individuare la tonalità da eseguire lungo la posizione del manico. Questi schemi, inoltre, sono in ordine sequenziale, vale a dire che si susseguono consecutivamente l’uno all’altro, ciclicamente lungo il corso della tastiera.
Per esempio, se voleste suonare la scala di Do maggiore seguendo gli schemi esposti più giù, trovereste il primo box all’altezza del primo e del tredicesimo tasto, il secondo box al terzo ed al quindicesimo tasto, e così via. E’ importante riuscire ad assimilare il meccanismo, perché sarà pressoché lo stesso anche nelle prossime lezioni (cambierà, ovviamente, l’argomento).
Fate sempre riferimento alla tonica. Basterà così ricordare, per ora, solamente la posizione di questa nota fondamentale. Quindi, come primo passo, cercate di “fotografare” mentalmente questi schemi, poi, nella prossima lezione, passeremo agli esercizi…
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