La scorsa volta ci siamo soffermati su due argomenti molto importanti: la funzione della chitarra nel metal e gli strumenti armonici a nostra disposizione.
Inizia quindi un capitolo dedicato agli “Elementi tecnici in un Riff”.
Parleremo degli elementi resi celebri dalle band più influenti della storia del metal e dai chitarristi che hanno scritto i brani che sono passati alla storia.
Iniziamo con due delle tecniche più famose e importanti per il genere metal: il downstroke e il pinch harmonic. Partiamo da un “dogma” di base della chitarra metal e, secondo me, della chitarra in generale…
Tutto ciò che puoi suonare verso il basso…. suonalo verso il basso!
Il motivo è semplice: tutto ciò che suonerai con un downstroke (plettrata verso il basso) lo suonerai in maniera più incisiva e decisa.
Per quanto allenata, una upstroke non sarà mai paragonabile ad un downstroke e questo in un genere dove l’attacco delle note è fondamentale è un dato che non può essere trascurato.
Ora dai un’occhiata ai tuoi chitarristi preferiti, specialmente in ambito Trash Metal… apri un qualunque live o video tutorial e noterai che plettrano tutti verso il basso la maggior parte delle note!
Questa tecnica può risultare molto ostica specialmente per chi è alle prime fasi. Io sono convinto che non ci sia modo migliore di studiarla se non quello di imparare qualche brano che ne fa largo utilizzo.
Se pensiamo alla tecnica downstroke, ci verrà sicuramente in mente una band ed un chitarrista in particolare… sto parlando dei Metallica e di James Hetfield!
Come esercizio, proviamo a suonare il riff iniziale del celebre brano “Master of Puppets“, title track dell’omonimo e famosissimo album della band americana.
Non importa a che velocità lo suoneremo, dobbiamo solo fare attenzione a suonare tutto ciò che è segnato verso il basso con un downstroke!
Vi consiglio di affrontare lo studio di questo riff partendo da una velocità decisamente moderata, per poi aggiungere qualche BPM ogni giorno fino ad arrivare al target di 220 bpm.
Fate attenzione ai movimenti del polso e cercate di non caricare la plettrata di più forza rispetto a quella di cui avete bisogno; cercate di stare sempre rilassati e sul tempo.
Non irrigiditevi e soprattutto se sentite fastidio al polso o al braccio destro fermatevi immediatamente, fate un check dei consigli che vi ho appena dato e cercate di suonare più rilassati!
All’inizio sembra veramente impossibile padroneggiare alcuni riff con questa tecnica ma vi assicuro che la differenza è enorme!
Ascoltiamo un frammento del riff suonato prima in plettrata alternata e poi totalmente in downstroke:
Studiare dei brani è il modo più veloce e divertente per imparare a padroneggiare determinate tecniche; ad ogni modo per chi sentisse il bisogno di studiare in maniera più approfondita le ritmiche ci sono anche dei libri pubblicati nella collana RGA che possono essere molto utili e che mi sento di consigliare: sto parlando di Chitarrista Metal Da Zero ed Extreme Metal Groove dei bravissimi Donato Begotti ed Alessandro Tuvo.
Ora che abbiamo preso dimestichezza con la tecnica del downstroke iniziamo ad inserirlo nei nostri riff! Prendiamo i nostri groove di batteria, da sedici misure l’uno. È indifferente quello che scegliete!
Ora proviamo a scrivere un riff di quattro misure che siamo in grado di suonare sia in downstroke che in plettrata alternata.
Molto bene! A questo punto vorrei che tu facessi un piccolo esperimento: alterna quattro misure suonate in plettrata alternata e quattro misure suonate esclusivamente in Downstroke.
Ripeti il tutto per due volte, quindi suonerai lo stesso riff in questa sequenza: alternato – downstroke – alternato – downstroke.
Se puoi registrati mentre lo fai, anche con un telefono se non hai a disposizione una DAW o una pedaliera che possa farti da scheda audio.
Riascoltandoti (o, se non puoi registrarti, cerca di fare attenzione mentre suoni), noterai che quando suoni il riff in downstroke le note sembrano molto più precise ed “aggressive”!
L’attacco di ogni nota è più definito e più energico… in generale si potrebbe dire che il riff “suona meglio”.
Questo è esattamente il motivo per cui cerchiamo di padroneggiare bene questa tecnica!
Mi premeva particolarmente dimostrarti questa cosa perchè spesso, anzi quasi sempre, chi approccia il metal ed è alle prime armi con il genere va a ignorare tutta una serie di “sfumature” del proprio playing che va inevitabilmente adattato, con il risultato di sentire il proprio brano o la propria ritmica “fiacca” o “spompata”.
Questo può portare ad una grande frustrazione, e noi non lo vogliamo assolutamente!
Morale della favola: il Downstroke è DAVVERO importante!
Ovviamente ci saranno delle ritmiche da suonare ad una velocità tale da obbligarvi all’utilizzo della plettrata alternata, ma più aumenta la velocità meno sentiremo questa “differenza” di suono, specialmente se ci siamo esercitati bene anche sulla tecnica dell’alternate picking.
Se provate a suonare lo stesso Riff utilizzando esclusivamente la plettrata alternata, riuscirete sicuramente a sentire la differenza nell’attacco e nella definizione.
Dedichiamo qualche riga ad un’altra celebre tecnica utilizzata in quasi tutti i riff della storia del metal: l’armonico artificiale.
Croce e delizia del chitarrista alle prime armi, l’armonico artificiale è come quella spezia di cui non riusciamo a fare a meno sulla nostra carne. Rende tutto più interessante, più “yeah” e tendenzialmente più figo.
Per capire di cosa stiamo parlando, ascoltate questo esempio:
Ma come si ottengono gli armonici artificiali? È molto più facile a farsi che a dirsi!
Sostanzialmente, dobbiamo plettrare una nota e immediatamente dopo appoggiare il pollice della mano destra sulla corda appena plettrata per generare così un armonico.
Quindi sarà necessario plettrare utilizzando un po’ di “ciccietta” del pollice destro per appoggiarsi alla corda.
Attenzione! Parte fondamentale dell’armonico artificiale è anche ciò che faremo fare alla nostra corda una volta prodotto l’armonico… mi spiego meglio: Zakk Wylde è famoso per i suoi vibrati con armonico artificiale che sono diventati ormai un must per ogni chitarrista metal che si rispetti.
Quello che rende unico il suo modo di far “strillare” la chitarra è proprio la violenza con cui esegue un vibrato subito dopo aver prodotto il pinch harmonic!
Sentiamo un esempio di armonico senza vibrato:
E con il vibrato:
Come vedete, ciò che rende “strilloso” l’armonico in questo caso è proprio il vibrato!
Anche qui subentra la vostra creatività: potete utilizzare questa tecnica in mille modi diversi ottenendo gli effetti più disparati.
L’importante è padroneggiarla al meglio per poterla implementare nella composizione dei nostri brani.
Abbiamo imparato a conoscere due delle tecniche più importanti per un chitarrista metal, esercitatevi a suonare i vostri riff in downstroke e ad inserire gli armonici artificiali per rendere più “spicy” le parti delle vostre canzoni!
Alla prossima!
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