Prima o poi tutti i chitarristi devono imbracciare una Stratocaster (“Strato” per gli amici), la chitarra per eccellenza, con i suoi pregi e difetti, con quell’aria sempre un po’ datata ma ricca di fascino; allora se vogliamo conoscere meglio questa chitarra oggi è possibile sfogliare “Il Manuale della Fender Stratocaster” edito da Volontè&Co.
Il manuale non è solo un libro dove si parla della storica chitarra di Leo Fender ma, capitolo per capitolo, spiega tutte le differenze strutturali delle varie annate e, soprattutto, come fare un setup a regola d’arte. Durante la lettura, tecnica ma piacevole, troverete la lista degli arnesi, come intonare lo strumento, calcolare l’action a seconda del radius della tastiera, come effettuare le verifiche trimestrali, le riparazioni “a bordo palco”, etc…
Inoltre c’è una sezione chiamata “Casi di studio” dove vengono approfonditi studi su varie Stratocaster: Custom shop, Vintage Reissue, Squier costruite in Cina, le Made in Mexico, tutte sezionate nei dettagli, “spiluccando” ogni centimetro, vano, condensatore e potenziometro.
A proposito di Custom Shop, viene sezionata una delle opere di John Cruz (Top Masterbuilder Fender) in particolare una splendida ’54. In questo caso si parla di una “Closet classic” ovvero una chitarra che “simula” uno strumento costruito nel passato ed utilizzato poco, quindi con qualche segno e logorìo, che si differenza rispetto al trattamento “relic”, decisamente più invasivo e vistoso.
A “cofano” aperto, ovvero nel vano pickup, troviamo le iniziali J.C. ed i tre magneti avvolti a mano dallo stesso John. La cura maniacale per ogni dettaglio, le meccaniche leggermente opacizzate, i legni che sembrano vibrare anche attraverso la fotografia, fanno di questo strumento una vera e propria opera d’arte.
Anche le produzioni piu economiche fregiate dalla sigla Squier vengono sezionate, una made in Indonesia ed una made in China. Nel manuale si parla delle condizioni all’arrivo dello strumento e poi, nello specifico, dei legni, delle meccaniche, pickup, etc…
Parlando di Squier oggi sono piuttosto ricercati e quotati alcuni modelli made in Japan dei primi anni ’80, secondo alcuni chitarristi suonerebbero meglio di molte American Standard. Alchimie, mode, verità, suggestione, chissà…
Interessante il capitolo dedicato alle “Signature” ed agli artisti che hanno dato il loro nome alimentando ancor piu il mito della Strato.Troverete informazioni riguardo Buddy Guy, Eric Clapton, Jimi Hendrix, Mark Knopfler, e molti altri, con i consigli di alcuni dei loro tecnici e di grandissimi esperti come Andy Gibbons e John Diggins.
Molto bello il racconto su come avviene l’incontro con la sua prima strato di Jeff Beck, leggendo ed immaginandomi questo adolescente, mi sono chiesto se non avesse posseduto una strato, avrebbe comunque creato quel suono così unico? Pensando a Mark Knopfler il quale ha utilizzato varie chitarre nella sua carriera tra cui Gibson, Suhr, Pensa/Suhr e molte altre, rifletto sul fatto che quando parla di Dire Straits e del loro suono, la prima associazione che mi viene in mente è la Stratocaster rossa di Sultan of Swing.
Vogliamo poi menzionare David Gilmour e la sua Black Strat? Dai sappiamo tutti di che suono stiamo parlando!
Da felice possessore di Stratocaster devo dire che ho trovato, oltre che interessante, anche molto utile questo manuale, mi ha dato modo di scoprire alcuni importanti dettagli che non conoscevo e che mi sono stati confermati da alcuni importanti liutai Italiani.
Oltretutto, la prefazione di questo manuale è stata scritta niente di meno che dal grande Hank Marvin (The Shadows), proprietario della prima Fender Stratocaster venduta in Inghilterra; la sua Fiesta Red ha fatto la storia del suono dello strumento tanto da essere presa ancora come riferimento come suono “puro”, classico, dello strumento nelle sue annate più ambite (e lui stesso, con il suo uso elegantissimo di tremolo ed elettronica della Strato, è stato fonte di ispirazione per tanti famosi chitarristi a lui contemporanei e successivi).
Per maggiori informazioni potete consultare la pagina ufficiale di Volonté&Co.
Buona lettura e buon setup!
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