Splendido pezzo di Ray Charles in un’interpretazione che lo svecchia e lo valorizza (perdonatemi l’ardire, ma preferisco questa alla versione originale), ponendo l’attenzione sulla chitarra.
La prima rivisitazione arriva dall’inconsueto duo John Mayer/John Scofield incisa in un album del secondo, That’s What I Say, in cui Scofield omaggia the Genius con una bella serie di cover. Quella di cui ci occupiamo oggi, invece, è ad appannaggio del solo Mayer ed è una versione live, più precisamente tratta da Where The Light Is (2008), eseguita al Nokia Theater di Los Angeles nel 2007.
Il brano è una specie di blues in E dal sapore jazz con palleggi tra varie “interpretazioni” del E: il C#m7b5 è il VI del E Dorico, che scende cromaticamente sul C/D che diventa Dsus4/C, per poi cadere sul Gadd9/A e Aadd9/B.
Il turnaround vero e proprio arriva con il B7sus4 per due misure e con il G7sus4 che va sul A7sus4, per chiudere così con una cadenza di sottodominante IV – I.
Il main riff, invece, è formato dagli accordi E7, G e A, dove questi ultimi si posso ricondurre sempre al modo dorico (bIII e IV grado).
Il suono che sentite è stato ottenuto – praticamente senza postproduzione – con una Fender Stratocaster masterbuild ’62 (John Cruz), un Ts9 Keeley Mod, un ampli Fender Deluxe Reverb handmade e una cassa Mesa Boogie 4X12″, il tutto ripreso da un microfono Shure Sm57 dentro una Focusrite Scarlett.
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