Con questa serie di articoli vogliamo avvicinarci a chi ha sempre desiderato scrivere un brano o più semplicemente un riff Metal e non sa da dove iniziare: analizzeremo le forme, le tecniche ed i tricks che possono aiutarci nella composizione di un riff in vari stili dell’Heavy Metal e del Rock.
Tutto ciò di cui avremo bisogno è una buona dose di brutalità e tanta voglia di sperimentare.
Si parte, iniziamo con un pochino di teoria… ma pazientate: ne varrà la pena!
Cos’è un RIFF?
Un riff è una cellula ritmico/melodica che solitamente dura da 2 ad 8 misure, e si ripete nel tempo.
È molto spesso la parte iniziale di un brano o comunque la parte più caratterizzante di un’opera musicale o di una sezione (bridge, chorus, verse ecc..).
Ok, benissimo, ma da dove si parte per scrivere un buon riff di chitarra metal?
Dal GROOVE! Sì, esatto… il groove!
No, non stiamo parlando delle ritmiche funky piene di ghost notes alla James Brown: in qualunque sfumatura del genere Metal (e ce ne sono tantissime) è infatti fondamentale il modo di stare sul tempo e soprattutto il relazionarsi con gli altri strumenti ritmici come la batteria ed il basso.
Prima di imbracciare le vostre amate chitarre a sette corde o baritone downtuned, quindi, facciamo un po’ di chiarezza su un primo fondamentale aspetto: come si comporta la chitarra, nel metal, in relazione a tutti gli altri strumenti della band?
Partiamo con il dire che la chitarra e la batteria hanno un legame fortissimo! I riff di chitarra sono quasi totalmente costruiti sul kick (grancassa) della batteria che molto spesso sottolinea anche con rullante e piatti le variazioni delle linee melodiche per dargli importanza.
Possiamo quindi affermare che la chitarra ed il kick della batteria vanno spesso a braccetto. Questo non vuol dire che suoneranno sempre all’unisono, ma che lo faranno per la gran parte della misura.
Ho scelto quattro brani abbastanza famosi in quattro “generi” diversi per farvi qualche esempio pratico.
“Duality” della band statunitense Slipknot è un chiaro esempio di quanto la chitarra ed alcuni elementi della batteria possano essere “incollati” tra loro.
Osservate come il kick (nel rigo della batteria la nota sul primo spazio in basso) sia praticamente sempre accompagnato da una ripetizione del powerchord, in questo caso un Si, fino alla fine.
Gli Slipknot hanno uno stile molto riconoscibile ed il loro utilizzo dei Powechords in unione alla cassa della batteria può essere apprezzato in tantissimi altri brani, come ad esempio Psycosocial o Before I Forget.
Un altro esempio molto efficace lo possiamo vedere in “Silvera” dei Gojira.
Questo brano presenta una ritmica ancora più serrata rispetto a quella che abbiamo visto in Duality: infatti, ogni colpo del kick della batteria corrisponde esattamente ad una nota della chitarra e le figurazioni ritmiche sono assolutamente identiche.
Non sempre però, come dicevamo prima, i colpi della batteria ed il riff della nostra chitarra devono coincidere per tutta la misura.
In questo brano degli Alter Bridge, tratto dal loro quarto disco Fortress, possiamo infatti osservare come il riff finale non sia totalmente incollato alla batteria. La parte di chitarra è quasi completamente basata sui colpi di kick e nella misura finale va a ricongiungersi a loro creando un effetto “cazzotto” caratteristico del genere.
In alcuni generi più complessi ritmicamente, possiamo sentire la batteria sottolineare il riff di chitarra anche in maniera meno evidente, utilizzando ad esempio i piatti.
Guardiamo con attenzione il prossimo esempio:
I Pheriphery sono sicuramente una delle band di riferimento nel panorama Progressive/Djent/Metalcore degli ultimi dieci anni.
I loro riff sono ricchi di “call & response” (che studieremo più avanti) e di manipolazioni molto interessanti del tempo ispirate ai mostri sacri Meshuggah.
In questo brano, tratto dal loro disco Omega, possiamo notare come nel riff iniziale chitarra e batteria siano praticamente sempre incollati ma non solo a livello di kick.
I piatti (linea superiore del rigo di batteria), infatti, aiutano a sottolineare il groove (in questo caso dimezzato) per enfatizzare i cambi melodici.
Ma perché si scrivono riff che corrispondono in maniera così forte alle ritmiche della batteria?
La risposta è molto semplice in realtà: il metal è da sempre un genere che cerca di racchiudere nei propri dischi l’esplosività dei messaggi della band. È un genere brutale, duro, che “colpisce” forte.
In orchestrazione, una delle tecniche più comuni per far risaltare una parte melodica importante o un ostinato, è quella di metterlo all’unisono tra vari strumenti… ed è esattamente quello che stiamo facendo noi!
Una band che suona la stessa ritmica in maniera serrata suonerà più incisiva ed il groove (non solo le note!) si trasformerà nella parte più importante e “memorabile” del brano.
Le linee a note singole risulteranno più limpide ed “a fuoco” e gli accordi sembreranno più granitici e “pesanti” ma attenzione:
Ricordate che quando si scrive musica i “sempre” e “mai” non esistono! Ricordiamoci che il riff è una parte, seppur fondamentale ed importantissima, della musica metal.
Suonare un intero brano all’unisono potrebbe risultare eccessivo: infatti, molto frequentemente nei ritornelli gli strumenti suonano in maniera meno serrata e più blanda per lasciar “respirare” l’ascoltatore e lasciare spazio alla voce.
Ora passiamo ad un altro aspetto fondamentale di questo primo articolo.
Una volta compreso il “ruolo” del nostro amato strumento e come ci si comporta in relazione agli altri strumenti è ora di accordare la chitarra… anzi no, di scordarla!
Avrete sicuramente sentito parlare di chitarre Downtuned.
Dagli anni novanta in poi, è normale prassi per i metallari di tutto il mondo utilizzare accordature alternative per la composizione dei brani per la propria band.
Oggi parleremo delle accordature più comuni che potete trovare nel metal:
Accordature DROP
Quando parliamo di accordature “Drop” ci riferiamo al fatto che, solitamente, la sesta corda viene “droppata” e quindi “scordata” un tono sotto rispetto all’accordatura dello strumento.
In questo modo avremo la possibilità di suonare i powerchords come se fossero tre note in fila, a partire dalla sesta corda.
I powerchord standard nelle accordature drop
Le due accordature più diffuse sono Drop D e Drop C.
DROP D
La sesta corda, sarà un D al posto di un E.
È l’accordatura più usata nei generi che strizzano l’occhio all’alternative e al rock (spesso possiamo trovarla infatti anche in brani meno estremi o addirittura pop).
DROP C
Nel caso del Drop C, la nostra chitarra sarà interamente accordata un tono sotto e la sesta corda sarà un C al posto di D. Questa è l’accordatura più diffusa in assoluto nel metal e tutte le band ne fanno un larghissimo utilizzo.
Un tono sotto con 6a corda in A
Una variante molto interessante del Drop C che io uso moltissimo è questa accordatura che prevede lo strumento tutto un tono sotto con la sesta corda in A.
È l’accordatura utilizzata, ad esempio, dai Periphery nel riff di “The Bad Thing” che abbiamo ascoltato precedentemente.
Accordature OPEN
Sono accordature tali da emettere, suonando le corde a vuoto, un accordo aperto. Sono molto famose ed utilizzate in qualunque genere musicale: nel metal è molto facile trovare brani composti nella variante Drop C add9.
Questa accordatura racchiude la praticità della sesta corda in drop con la facilità di utilizzo delle corde a vuoto e di forme di accordi aperti tipica delle accordature open.
Accordatura per chitarre a sette corde o chitarre baritone
Qui entriamo nel campo dei così detti strumenti “extended range” o baritoni. La chitarra a sette corde è solitamente accordata come una sei corde normale, ma con l’aggiunta della settima corda che sarà un B.
Inutile dire che noi metallari non ci accontentiamo mai quindi, esattamente come per le sorelle minori a sei corde, si usa spesso scordare in Drop A e Drop G. Il procedimento sarà lo stesso: si butta giù l’intero strumento di uno o due toni e si droppa di un ulteriore tono la settima corda.
Altra storia sono invece le chitarre baritone, solitamente a scala lunga, che sono accordate una quarta sotto (quindi come una sette corde senza il mi cantino).
ATTENZIONE!!!
Per accordare la chitarra con queste accordature sarà necessario utilizzare corde adeguate: solitamente le scalature più utilizzate partono dalla .11/49 per passare dalla frequentissima .12/54 (che consiglio per chi suona in drop C).
Il mio consiglio, in generale, è di non scendere mai sotto una 54 se si suona in C per permettere alla corda di mantenere l’accordatura se percossa e di non perdere stabilità e tiro.
Bene ragazzi, ora che abbiamo imparato a cosa fare attenzione all’interno di un groove di batteria e come accordare le nostre chitarre per ottenere un suono veramente “AAAAARRRGHHHHHH!” è il momento di iniziare a fare qualche esperimento!
Nei prossimi articoli scenderemo nella pratica vera e propria iniziando a studiare le tecniche più utilizzate, gli stili ed alcuni “tricks” per rendere i nostri riff ed i nostri brani ancora più interessanti.
Intanto, però, facciamo pratica e diamo spazio alla nostra creatività: ecco di seguito un paio di drum tracks sul quale potrete esercitarvi a “seguire” le varie parti della batteria per creare il vostro primo riff!
Provate a sperimentare con le varie accordature, sfruttate le note a vuoto, le forme degli accordi power in drop e preparatevi… ne vedrete delle belle!
DRUM TRACK 1 – 120 bpm
DRUM TRACK 2 – 165 bpm
Alla prossima!
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