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Le voci della chitarra: volume e toni

Salve MusicOffili, nei miei articoli precedenti ho parlato spesso di interpretazione solistica, motivo per il quale mi è venuto in mente di completare il tutto con una collana "definitiva" di 3 scritti in cui poter scendere ancor più in profondità nell'argomento; questo completamento sulla "manipolazione totale del

Salve MusicOffili, nei miei articoli precedenti ho parlato spesso di interpretazione solistica, motivo per il quale mi è venuto in mente di completare il tutto con una collana “definitiva” di 3 scritti in cui poter scendere ancor più in profondità nell’argomento; questo completamento sulla “manipolazione totale del licks” vi aiuterà a sviluppare non poco le vostre idee di fraseggio, lo scopo è, infatti, quello di sviluppare una certa “umanità” delle frasi, la fruibilità d’ascolto e la professionalità (intesa come maturità di composizione/esecuzione istantanea.

Ci impegneremo, quindi, a realizzare un lick “da manuale”.Se avete voglia di rileggere i precedenti articoli, abbiamo trattato come creare, trasformare e arrangiare un fraseggio e, riepilogando, sul lick abbiamo:

Ora interpretiamo! Quali sono i mezzi interpretativi e come rendere l’interpretazione ottimale? Ho pensato a 3 articoli:

  • Le voci della chitarra: volume e toni
  • Vestire un solo: l’interpretazione
  • Le voci della chitarra: lo switch

Per cui, prima lavoriamo sul giusto timbro e sulla dinamica, poi gli diamo una buona interpretazione e ci aggiungiamo una chicca nella terza ed ultima parte. Infatti, utilizzeremo lo switch dei pickups in maniera originale e funzionale al processo creativo! Analizziamo subito l’utilizzo particolare di quello che io chiamo le “voci della chitarra”: Volumi e Toni. Nel 90% dei casi, le nostre chitarre elettriche, sono dotate di potenziometri che controllano sia il volume in uscita che il tono (chiaro/scuro) del suono. Capita qualche chitarra che abbia solo il volume. Con queste due manopole possiamo influenzare veramente tanto la nostra interpretazione solistica.

Il Tono
Con il potenziometro del tono andiamo ad agire sul suono del pickup, al quale il potenziomentro è assegnato. Secondo specifiche precise un potenziometro può agire su un solo pickup o su tutti. Il pot del tono agisce in modo da tagliare le frequenze alte (non aumentare le basse), un filtro quindi, nel momento in cui si ruota il potenziometro verso i valori più bassi. Poi, ovviamente, dipende dalle circuitazioni, molte delle quali hanno un campo d’azione diverso. Andate ad informarvi sui vostri strumenti. Chiudere il tono scurisce il suono e tende a togliere un po’ di attacco del plettro alla nostra pennata, soprattutto sui suoni puliti; ognuno trovi il suo equilibrio.

Nell’esempio di seguito ho suonato su una base un po’ di battute di esempio, sono partito con il pot completamente aperto per un suono regolare con tutte le frequenze, poi ho chiuso leggermente il tono nella seconda parte, mentre nella terza ho chiuso il tono completamente. Ho quindi 3 gradazioni timbriche diverse. Mi sono aiutato con uno strumento dotato di due humbucker.

Nella terza parte, oltre al potenziometro, ho anche utilizzato la posizione intermedia tra i due pickups. Questa posizione genera un suono più “scavato” sui medi. Ho notato che questo equilibrio sonoro mi genera mi dà un po più di “graffio” sul suono, altrimenti scuro. Alcuni potenziometri generano una chiusura graduale, lenta sia del volume che del tono, il che vuol dire che come lo tocco inzia ad agire sensibilmente subito, oppure, in altri casi, agisce maggiormente verso la fine. In questo caso il pot che ho utilizzato agisce molto alla fine, per cui sentiremo nell’esempio audio una vera variazione soltanto a fine brano, dove ho spinto il pot del tono praticamente a zero. I suoni sono intervallati sulla base da un fill di batteria. Scegliete il suono che fa per voi!

Volume: dinamica
Con il volume possiamo fare belle cosine, lo possiamo usare innanzitutto per addolcire dinamicamente il suono. Molte chitarre, con il volume abbassato, tendono a scurire leggermente il suono, soprattutto in distorsione, alcune invece sono dotate di una circuitazione tale che il suono perde saturazione ma non perde frequenze medio-alte (in particolar modo se usate sistemi come il treble bleed).

In questo esempio utilizzo il volume a favore della dinamica della frase, partendo con una parte dolce e poi facendo urlare la chitarra dandogli tutto quello che vuole in quanto a segnale! Ovviamente regolo i valori di gain anticipatamente partendo un po’ meno distorto con un gain accettabile, poichè dopo, quando apro tutto il volume, potrei rischiare di avere un suono troppo saturo, rumoroso, ingestibile e poco dinamico! Inoltre c’è l’opzione di ottenere lo stesso risultato, aumentando la potenza della pennata!

Volume: “sustainer”
Possiamo usare il volume come un “compressore”, possiamo cioé aumentare il sustain sulla coda delle note senza perdere dinamica, impostando il volume della chitarra su un valore medio intorno al 5 o 6 (dipende dalla chitarra e relativo tipo di pot) e utilizzare un pizzico di drive in più rispetto ad un valore medio, come un crunch un pochino più potente. Ricapitolando, abbasso il pot vol e alzo una punta il gain! Quindi quello che perdo dal volume della chitarra lo riacquisisco dal gain del pedale/ampli, in modo da ripristinare il suono precedente, come se avessi il volume chitarra a 10; poi, sulla coda del suono, quando mi serve gli do quel po’ di volume che impastandosi con il resto del suono, dona un maggiore sustain!

Ovviamente fate attenzione a trovare l’equilibrio dinamico, a non rovinarlo troppo con valori eccessivamente alti di gain! Insomma, lo scopo è quella di crearsi una riserva piccolissima di sustain in più! Queste sono regolazioni molto fini, quasi impercettibili, per cui, se non prestate attenzione, rischiate di avere un suono poco gestibile sotto le dita. Nell’esempio a seguire apro il volume sulla coda delle note, si nota un leggerissimo aumento di volume verso la fine di ognuna, poichè se si notasse troppo, vuol dire che ho impostato male i settaggi.

Infatti, le impostazioni mi servono solo per prolungare il suono, non per alzare o abbassare la dinamica. Comunque un minimo di restringimento dinamico ci sarà sempre, per natura.Nell’esempio, probabilmente, avrei avuto un sustain più corto se non avessi utilizzato questo stratagemma! In ogni caso alzo il volume solo verso la fine, quando sto perdendo volume sulla coda del suono, in modo da recuperare e rendere il suono omogeneo e non perdere dinamica in altre parti dove uso meno gain! In poche parole, utilizzo il volume come un potenziometro del gain messo in cascata.

Potete partire dall’impostare il volume a 7 oppure 8, poichè avete un suono già quasi sostenuto in lunghezza e non vi serve molta riserva. Non vi servono 4 tacce di volume ma 2 oppure 3. In base alla quantità di tacche volume, vi regolerete il gain!

Al prossimo articolo, che sarà basato sull’interpretazione!

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Giuseppe Bono
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