Gli accordi di Settima di Dominante hanno da sempre costituito grande interesse per chi si occupa di improvvisazione; come vedremo, esistono così tante “interpretazioni” da dare a questo tipo di accordo, che l’improvvisatore dovrà districarsi tra molteplici possibilità di sviluppo melodico.
Potrà ad esempio scegliere la strada maestra (la più semplice, per certi versi), mantenendosi fedele alla tonalità di impianto e alla posizione che occupa il nostro accordo di dominante all’interno del contesto armonico. Viceversa, si potrà scegliere una strada più tortuosa e dissonante, trascendendo dal puro pensiero tonale, ed incastonando l’accordo di dominante in altri tipi di ragionamento, interpretandolo e decontestualizzandolo in maniera tale da portare la linea melodica a fuoriuscire momentaneamente dal contesto tonale di riferimento, andando quindi a contemplare tensioni non presenti naturalmente nella tonalità di partenza, ottenendo così il famoso effetto outside.Il fine di questo lavoro è quello di analizzare in modo capillare la funzione degli accordi di settima di dominante e di delinearne la collocazione nel contesto armonico, offrendo un quadro completo e specifico dei numerosi mezzi a disposizione per l’improvvisazione. Improvvisazione che, comunque, alla fine dovrà tornare al punto d’origine, liberarsi di tutti i didatticismi e non rinunciare ad attingere direttamente alla componente più istintiva e fanciullesca che è in noi, quella stessa componente ludica che caratterizzò i miei primi approcci con la Musica e con l’improvvisazione, quando il fascino esercitato da alcuni modi delle scale minori, piazzati ad arte su un accordo di settima di dominante, mi portò a chiedere: “Ma che modi sono?“Anatomia di un DominanteSenza dubbio il motivo del tanto interesse legato all’accordo di Settima di Dominante, deriva dalla costituzione stessa dell’accordo ( 1 . 3 . 5 . b7 ), che contiene al suo interno, tra 3ª e b7, la presenza di un intervallo di 5ª diminuita (o 4ª aumentata che dir si voglia), comunemente noto come intervallo di tritono, dalle caratteristiche sonore estremamente tensive.Proprio questa tensione, generando appunto una sorta di instabilità, necessita quasi sempre di riposarsi e di “tornare a casa”, nella così detta risoluzione. É proprio sul rapporto tra tensione e risoluzione (comunemente espresso dalla sigla V7-I), che si fonda la maggior parte di tutta la letteratura musicale fino ad oggi composta. Composizioni che, a prescindere dal genere e dal periodo storico in cui sono state create, hanno sempre aderito naturalmente a questo principio, come se fossero state richiamate da una “superiore” legge di gravitazione universale.Rimanendo fedeli a questa impostazione e basandoci essenzialmente sul nostro Sistema Tonale, in cui coesistono unicamente due tonalità principali di impianto (la Tonalità Maggiore e la Tonalità Minore), la questione degli accordi di dominante che necessitano di una risoluzione, si risolverebbe semplicemente in una grossa bipartizione:
In entrambi i casi comunque (che si tratti di risoluzione maggiore o minore), i suddetti accordi non si discostano mai dal principio di una loro risoluzione su un primo grado, che dovrà necessariamente essere costruito una quinta giusta sotto la fondamentale del dominante stesso.In realtà, come vedremo, ci sono numerose altre opzioni che contribuiranno ad estendere le possibilità di interpretazione del ruolo di un accordo di Settima di Dominante, e quindi diversi saranno gli input per un approccio più completo all’improvvisazione su questi accordi. Infatti dobbiamo tenere in considerazione:
- La possibilità di ricorrere a parallelismi tra scale (“Modal Interchange“)
- L’introduzione del concetto di “Dominante Secondaria“
- Il ricorso alla “Sostituzione di Tritono“
Vista da questa angolazione, dunque, la casistica di incidenza degli accordi di Settima di Dominante (e della loro risoluzione) va più correttamente suddivisa in sei categorie:
Parlerò più avanti dettagliatamente di ognuna di queste categorie, ma per il momento occorre fare un passo indietro e ripassare brevemente le armonizzazioni delle principali scale, per vedere dove hanno origine “naturalmente” gli accordi di settima di dominante.Genesi degli accordi di Settima di DominantePer individuare come e dove nascono gli accordi di settima di dominante, dobbiamo osservare da vicino cosa succede armonizzando i gradi delle principali scale, divenute ormai di uso comune, almeno per il mondo occidentale.Utilizzerò come scale di riferimento:
- scala maggiore (T – T – S – T – T – T – S )
- scala minore naturale (T – S – T – T – S – T – T)
- scala minore armonica (T – S – T – T – S – T+S – S)
- scala minore melodica (T – S – T – T – T – T – S)
- scala maggiore armonica (T – T – S – T – S – T+S – S)
Farò riferimento ai gradi e alla tonalità di C Maj e, al fine di offrire un più immediato confronto tra i 7 gradi delle 5 scale, ordinerò in verticale le 3 relative scale minori e la scala maggiore armonica, a partire comunque dall’armonizzazione del primo grado della scala Maggiore (C Maj7).Note sulla tabella:
(*) Sul VII della scala minore melodica, nonostante naturalmente si crei un accordo semidiminuito, per enarmonia viene ricavato un accordo di settima di dominante.
(**) Sul III della scala maggiore armonica, nonostante naturalmente si crei un accordo minore settima, per enarmonia viene ricavato un accordo di settima di dominante.
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