Sei lì, chitarra in mano, ripeti l’esercizio da mezz’ora e niente, la nota non esce come dovrebbe. Ti sembra che il metronomo abbia deciso di farti guerra e ogni movimento delle dita sembra un passo falso.
Non sei il solo: tutti i chitarristi, da Hendrix al vicino di casa che suona i Metallica in garage, hanno provato questa frustrazione. Ma la domanda è: come si supera senza mollare tutto e buttare la chitarra dalla finestra?
Sì, è frustrante: ma ecco perché è normale
Quando ti trovi bloccato, la frustrazione è spesso il risultato di aspettative troppo alte. Magari hai visto John Mayer suonare un lick complesso come se fosse un gioco da ragazzi e hai pensato: “Ci riuscirò in due giorni”.
La verità è che anche i migliori hanno fatto i conti con il fallimento. “Il fallimento è inevitabile quando si suona uno strumento, ma è proprio lì che avviene la crescita”, spiega Chiara Carcano, insegnante di chitarra e autrice del corso “Chitarrista senza fretta” su Musicezer.
Accetta che i progressi non sono lineari: un giorno fai passi da gigante, il giorno dopo sembri un principiante. È normale. L’importante è imparare a sfruttare i momenti difficili come parte del percorso.
Scomponi i tuoi obiettivi: la strada non è una corsa
Uno degli errori più comuni è cercare di fare tutto subito. Non puoi imparare a suonare un assolo di Guthrie Govan se prima non padroneggi i passaggi base.
Ecco un consiglio pratico: scomponi ogni obiettivo in micro-obiettivi. Invece di “suonare tutto il solo”, prova a concentrarti su un unico passaggio e suonalo finché non diventa automatico.
Chiara Carcano lo spiega così:
“Molti pensano che per migliorare serva solo tempo. Ma è la pratica intelligente, fatta di piccoli obiettivi, a fare davvero la differenza”.
Imparare a suonare la chitarra non è una maratona da correre tutta in un giorno, e chi lo ha capito ha già un vantaggio enorme. La chiave è distinguere tra micro-obiettivi (le piccole vittorie quotidiane) e macro-obiettivi (i grandi traguardi a lungo termine).
Vuoi suonare Cliffs of Dover di Eric Johnson dall’inizio alla fine senza sbavature? Bene, quello è il tuo macro-obiettivo, ma se provi a raggiungerlo senza tappe intermedie, rischi solo di rimanere frustrato.
I micro-obiettivi, invece, sono gli step che ti portano lì senza farti impazzire: imparare la prima sezione del brano a velocità ridotta, padroneggiare il vibrato di una singola frase, migliorare la precisione degli attacchi.
La cosa importante? Celebrare ogni micro-successo, perché ognuno di essi è un mattoncino che costruisce il chitarrista che sogni di diventare.
Esercizi anti-frustrazione per ritrovare la motivazione
- La tecnica del 10 minuti alla volta: scegli un lick, imposta il metronomo a una velocità più bassa del normale e concentrati solo su quello per 10 minuti. Non importa se sbagli: fermati, respira e riprendi da capo.
- Registrati e riascolta: a volte pensi di essere pessimo, ma quando riascolti le tue registrazioni scopri che i progressi ci sono eccome.
- Fai una pausa e ascolta musica: suona per 30 minuti, poi concediti 10 minuti per ascoltare qualcosa che ti ispira. Magari un brano degli Snarky Puppy o di Cory Wong per ricaricare l’entusiasmo.
Se sei bloccato, il segreto è spesso fare una pausa. Come nel discorso musicale, anche il silenzio ha il suo valore. Un break non è tempo perso: ti permette di elaborare ciò che hai appena provato.
Testa i consigli: funziona anche per te?
Prova a praticare con questi esercizi per una settimana e osserva come cambia il tuo approccio alla pratica. Ti senti meno frustrato? Hai notato miglioramenti? Scrivilo nei commenti: vogliamo sapere come te la cavi! E se senti di voler approfondire ulteriormente il tema, il corso “Chitarrista senza fretta” di Chiara Carcano su Musicezer potrebbe darti quel supporto extra che stai cercando.
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