HomeStrumentiChitarra - DidatticaPrimo accompagnamento con la chitarra Blues: Shuffle Feel

Primo accompagnamento con la chitarra Blues: Shuffle Feel

In questa nuova serie di articoli approfondiremo aspetti ritmici e solistici riferiti al mondo della chitarra Blues, ma che facilmente possono essere applicati a tutti gli altri stili musicali. 

In questa nuova serie di articoli approfondiremo aspetti ritmici e solistici riferiti al mondo della chitarra Blues, ma che facilmente possono essere applicati a tutti gli altri stili musicali. 

In particolare, l’approccio didattico di queste mini-lezioni è pensato per chi non ha mai suonato Blues e vorrebbe avvicinarsi al genere.
In questo primo appuntamento vorrei approfondire con voi la cadenza ritmica più utilizzata nell’accompagnamento Blues: lo Shuffle feel. Proveremo ad identificarne, nel modo più semplice possibile, la relazione metrica e le tecniche più usate per eseguire più correttamente un accompagnamento con questo andamento. 

Nella teoria musicale, quando ci si affaccia per la prima volta allo studio del tempo e della metrica, è prassi comune quella di suddividere la battuta musicale usando combinazioni di valori pari.
Dato un tempo di quattro quarti, anche i meno esperti saranno in grado di suddividere ogni battito in parti uguali e pari. Solitamente, la prima suddivisione con cui familiarizziamo è quella degli ottavi (o crome), in questo caso ci basterà sillabare il tempo non più come: uno, due, tre e quattro ma usare due sillabe per scandire il tempo facendo diventare il conteggio: u-no, du-e, tre-e, quat-tro.
Se volessimo suonare questo tipo di suddivisione con uno scratch sulle corde della chitarra otterremmo questo risultato: 

Shuffle Feel - Es.1

La suddivisone in ottavi è la base dell’accompagnamento di un gran numero di stili musicali, primo fra tutti il Rock. 

Shuffle Feel - Es.2

Continuando con elementi pari, la suddivisione successiva potrebbe essere quella dei sedicesimi, una scansione ritmica in cui ogni quarto della battuta viene a sua volta diviso in quattro parti uguali.
Questa è ad esempio la base su cui la maggior parte delle ritmiche Funk ed R’n’B viene costruita: 

Shuffle Feel - Es.3

A differenza delle suddivisioni viste negli esempi precedenti, lo Shuffle interpreta il tempo di quattro quarti forzando, all’interno di ogni movimento (o quarto), 3 crome invece di due. Applicando cioè, una suddivisione ternaria ad un tempo che continua a rimanere binario nella divisione.
Per dirla con parole semplici, lo shuffle suddivide il tempo di quattro quarti in terzine invece che in duine o quartine. 

Sentiamo come suona uno Shuffle utilizzando solo gli scratches

Shuffle Feel - Es.4

Adesso facciamo il confronto tra un quattro quarti suddiviso in crome ed uno in terzine di crome. 

Shuffle Feel - Es.5

Da un punto di vista chitarristico, esistono due possibili approcci tecnici per suonare uno shuffle, il primo vicino al mondo del Rock ed il secondo tendente al Funk ed alla suddivisione per sedicesimi.
Cominciamo con l’analizzare il primo, tenendo presente che, sebbene esistano diversi modi per scrivere uno shuffle sulla partitura, quella che ti propongo in questa sede ci consente di vedere meglio (dal punto di vista grafico) quello che accade. Se prestiamo attenzione alla partitura, infatti, possiamo notare che la chitarra suona la prima e la terza croma di ogni quarto, saltando tutte le crome pari. 

Nota bene che per questo tipo di accompagnamento si preferisce utilizzare tutte plettrate in giù (downstrokes). 

Shuffle Feel - Es.6

Il secondo approccio tecnico da analizzare, invece, è quello forse a me più caro. Guardando lo shuffle con gli occhi di un chitarrista funk, l’approccio della mano destra sarà completamente diverso.
L’idea è quella di trattare lo shuffle come una normale sequenza di plettrate alternate, facendo però attenzione a saltare tutte le crome pari.
Ecco il Funky Shuffle: 

Shuffle Feel - Es.7

È evidente che un diverso approccio della mano destra conferirà una sonorità completamente diversa al nostro Shuffle. Prima di concludere questo nostro primo appuntamento, è importante notare la palese sovversione delle regole a cui i nostri predecessori del Funk e dell’R’n’B ci hanno abituato. 

Se prestiamo attenzione alla direzione delle plettrate ci salterà immediatamente all’occhio che, la direzione di queste è invertita rispetto alla normale sequenza che utilizziamo per alternare la direzione delle plettrate. 

In questo caso, le crome dispari sono affrontate con una plettrata in su, mentre quelle pari (anche se non suonate) vengono comunque associate ad un movimento a vuoto della mano destra in giù. Questa prassi deriva dalla necessità di accentare con una plettrata in giù i colpi del rullante, al fine di conferire un particolare andamento al groove. 

Bene, per questa lezione è tutto. Nel prossimo appuntamento impareremo un approccio “minimalista” che consentirà, a chi non conosce i box della scala pentatonica, di visualizzarla lungo tutto il manico, ma offrirà anche un nuovo punto di vista sull’argomento per chi ha già familiarità con le scale. 

Buono studio e buona Musica!
vincecarpentieri.com