Salve a tutti, nei primi due appuntamenti abbiamo sweeppato molto e lo rifaremo nei futuri incontri qui su MusicOff, oggi invece prenderemo in esame un aspetto molte volte sottovalutato, il riconoscere il “movimento modale” delle nostre o altrui ritmiche, facciamo un esempio pratico: se ascoltiamo un pezzo metal, spesso e volentieri sentiremo sonorità frigie, minori naturali o doriche, non è una regola certa ma spesso è così.Per andare più nello specifico, in “For whom the bell tolls” dei Metallica passeremo da delle sonorità eolie a quelle frigie, che conferiscono a questo brano un’intenzione “dark”, molto metal appunto.
Un esempio all’opposto estremo, “La Bamba” di Ritchie Valens (un classico degli anni ’50), si percepirà una sonorità maggiore, nel caso in questione ionica. Il principio sul quale mi baso è quello di individuare il centro tonale, cioè un accordo predominante, e vedere quali accordi gli si muovono attorno. Per fare gli esempi prenderò la tonalità di C, più affine a molti e userò lo stesso suono e sezione ritmica (solo batteria) in maniera da rendere più distinguibile la differenza fra le tre progressioni modali.
Nelle tablature sarà trascritto solo il movimento degli accordi e non tutti i riff suonati nel file audio, essendo solo la parte ritmica (chitarristica) il tipo di nozione che ci interessa. Possiamo creare progressioni modali anche con solo accordi di quinta (power chords), infatti quello che caratatterizza questo discorso è la percezione di un certo tipo di sonorità, che può anche fare ameno della completezza armonica degli accordi. Partiamo dal fatto che nell’armonizzazione maggiore, due accordi maggiori ad un tono di distanza li troviamo solo sul quarto e quinto grado, già questo è un elemento determinante per capire la tonalità in cui ci troviamo, provate a cambiare solo la tonica in maniera progressiva, muovendovi in maniera ascendente sulla scala maggiore naturale e a lasciare il quarto e quinto grado come accordi che completano il vostro brano, come ho fatto io negli esempi sopra. Avrete creato così delle progressioni modali, che andranno a completare il vostro bagaglio musicale, infatti oltre alla teoria, dopo un po’ di tempo riconoscerete l’intenzione dei brani senza dover far alcun tipo di discorso teorico!
Buon lavoro!Alberto Lorenzini Su richiesta di molti utenti, alleghiamo qui anche la sola traccia di batteria realizzata dal batterista Alessandro Carotti.
Progressioni modali
Salve a tutti, nei primi due appuntamenti abbiamo sweeppato molto e lo rifaremo nei futuri incontri qui su MusicOff, oggi invece prenderemo in esame un aspetto molte volte sottovalutato, il riconoscere il "movimento modale" delle nostre o altrui ritmiche, facciamo un esempio pratico: se ascoltiamo un pezzo metal,
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