Questa seconda parte è dedicata agli anni migliori della due factory, cioè specificatamente per la Gibson, dal 1935, anno della messa in commercio della seconda chitarra elettrica in assoluto della storia, la EH150 (dove EH significa Electric Hawaian) con annesso amplificatore dedicato, commercializzato con la stessa denominazione, fino all’ingresso in società della Norlin, nell’anno 1969; per la Fender ci si riferisce invece agli anni che vanno dal 1956 (l’anno della prima chitarra “For Student”, la Musicmaster) fino al 1965, anno della vendita della stessa alla Columbia Broadcasting System (CBS).
I due limiti temporali superiori sono ricordati come l’inizio degli “Anni Bui” per entrambe, che poi all’inizio tanto bui non furono, almeno per il primo periodo durato tra i 5 e i 10 anni. Questi eventi coincisero con la messa in minoranza in Gibson della CMI di Maurice Berlin e con i 5 anni di collaborazione tra Leo Fender e la CBS, dovuta anche ad un motivo organizzativo, poiché, il 1° gennaio 1965, Leo aveva accumulato una richiesta di circa 150mila chitarre del nuovo modello Mustang, subentrato alla Duo-Sonic II (in basso nella foto) ed era iniziata la produzione del basso low-price Mustang a scala corta da 30 pollici, dopo il successo del Jazz Bass del 1960 (anch’esso nella stessa immagine, in basso a destra). Gibson e gli anni delle prime chitarre elettriche, fino all’inizio dell’era Norlin, 1969
Nel 1935, dopo che Adolph Rickenbacker nel 1931 aveva immesso sul mercato la prima chitarra elettrica della storia, cioé la “Frying Pan” in alluminio e con pickup horseshoe, la Gibson realizzò la seconda chitarra elettrica della storia, ma con body in acero (vedi foto sopra); era dotata del pickup a barra che si evolse poi nel più famoso Charlie Christian pickup in dotazione alla prima, questa volta, chitarra elettrica da jazz, la ES 150 (150 era il costo in dollari ed ES significa Electric Spanish) nel 1936, chitarra usata dal 1937 da Eddie Durham e poi da Charlie Christian, morto di tubercolosi nel 1942. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, la ES 150, dotata del nuovo pickup P 90, fu affiancata dalla versione elettrica della prestigiosa L5 e dal modello simile ma con cassa armonica realizzata in laminato, la ES 175, entrambi ancora dotate di Charlie Christian pickup oppure P 90, questi ultimi da uno fino ad un massimo di tre, poi a fine anni 50’s dei nuovi humbukers PAF di Seth Lover. Il nuovo manager Ted McCarty (il manager della “Golden Era Gibson”, 1948-1966), aveva contattato, tramite un suo collaboratore, un inventore-chitarrista molto gettonato in quegli inizi anni ’50, Les Paul, vero nome Lester William Polfuss, che già anni prima aveva presentato un suo progetto alla stessa Gibson (“The Log”) che fu ai tempi scartato. Nasce così il prototipo della prima solid-body di Gibson, la celeberrima Les Paul, dando inizio ad un’altra legenda della storia della chitarra elettrica, uscita con un sistema di attaccacorde-ponte a trapezio inventato dallo stesso Les Paul, ma risultato poi non adeguato ed in linea con l’inclinazione del manico, tanto da costringere le corde ad essere montate con il passaggio “da sotto” il ponte, poi modificato nello Stop Tailpiece del 1953 e nelle successive Les Paul Custom con la possibilità del montaggio della vibrola Bigsby e ponte sagomato con compensazione della seconda corda, il SI.
I due pickup erano sempre dei P 90, ma nella Black Beauty del 1954, fu montato al ponte un pickup in Alnico. Tutto questo poichè nel frattempo Leo Fender aveva immesso sul mercato la sua chitarra vincente, la Telecaster (terzo nome dato allo stesso modello, nato come Broadcaster, passando per un altro modello, ma nel 1950 e per soli 11 mesi, privo di denominazione ufficiale e dotato solo della scritta Fender sulla paletta, da tutti chiamato NoCaster) ed anche uno strumento rivoluzionario in quello scorcio del 1951, la chitarra basso Precision.
Per quest’ultimo strumento Gibson si svegliò un po’ più tardi nel 1953, con il suo primo basso elettrico a forma di violino ma solid body e scala di soli 30 pollici, l’EB 1 ( nome assunto solo a fine produzione nel 1958, ma inizialmente era denominato solamente “Electic Bass”), ma ne uscì subito dopo, nel 1959, uno più alla portata delle tasche dei giovani musicisti, denominato EB 0 e simile nel body alle Les Paul economiche del 1959, tutti ad un pickup humbucker a bobine verticali ed affacciate. Ma un altro colpaccio Ted McCarty lo fece nel 1957, comprando la rivale Epiphone e facendo continuare però la produzione di tutti i modelli in catalogo, nello stabilimento negli USA, fino al 1969; lui, intanto, era andato già via nel 1966 entrando in collaborazione con Paul Bigsby, senza non aver però fatto prima alcune cose memorabili, tra tutte spicca la realizzazione delle chitarre semi-solid, in testa il modello ES 335. A fine 1958 ed inizio 1959, avvenne una cosa che oggi viene ricordata come periodo “Transition”, tutte le Les Paul più economiche, Junior e Special, e le Melody Maker (ma quest’ultime solo due anni, dopo nel 1961, cioè le chitarre “for student” di Gibson), divennero a due spalle mancanti, per assumere poi la forma SG cioè “Solid Guitar”, denominate da noi “Diavoletto”; nel 1961 lo stesso destino tocca a tutte le Les Paul (lo stesso inventore non volle poi che portassero più il suo nome sulla piastrina trapezoidale alla base del manico), mentre il tutto fu traslato nel tempo, cioè nel 1966, per le Melody Maker, che cambiarono anche colore, venendo offerte nella tinta nuova “Pelham Blue” oltre al mogano naturale. A fine anni 50’s con la Futura, poi Explorer ed in seguito con la più richiesta oggi, Flying 5, ma anche una poco apprezzata, all’epoca, Moderne, venne usato un nuovo tipo di legno per la realizzazione e quest’era è ricordata come “l’Era Korina”, riproposta più volte poi nel tempo. Ma da sempre questo periodo Gibson è legato ad un modello in particolare di chitarra Solid Body, la SG Standard, proposta anche in versione a tre pickup, color Artic White e con l’hardware dorato come SG Custom, ma in quegli anni la nostra immaginazione era per la Gibson come produttrice di strumenti dedicati principalmente ai grandi chitarristi jazz, un modello in particolare, la L 5 dotata dei nuovi pickups PAF humbucker in numero di due; eccole entrambe, SG Standard ed L 5. L’era Fender Pre-CBS, a partire dal primo modello economico “for Students”, la Musicamaster del 1956. Questa volta la cosa fu contemporanea, anno 1956: Gibson introdusse sul mercato la Les Paul Junior ad un pickup P 90, senza bombature sul body in solo mogano, scala sempre 24 e ¾ di pollice, mentre Leo Fender, dopo i tre suoi grandi successi, Telecaster-Esquire, Precision Bass e Stratocaster, le chitarre a scala 25 ed ½ di pollice ed il basso a scala 34 pollici, introdusse sul mercato questo modello, la Musicmaster a scala 22 pollici e subito dopo la versione a due pickup sempre uguali a quelli della Stratocaster, chiamata Duo-Sonic I. L’anno successivo fece due grandi innovazioni, la versione definitiva del basso Precision, com’è conosciuto oggi, pickup split e paletta simile a quella della Stratocaster, ma con mascherina in alluminio anodizzato oro, ed una chitarra dedicata ai jazzisti, la JazzMaster. Nel 1959 cominciò la produzione di bassi e di chitarre con la tastiera in palissandro e non solo in acero, proprio con il basso Precision che fu proposto anche con la mascherina tartarugata , poi l’anno dopo iniziò la produzione di un basso più evoluto e con possibilità timbriche più estese, il Jazz Bass, con manico a sezione minore e due pickup non splittati. Nel 1961 , dopo il successo di un nuovo tipo di chitarra, la “Baritona”, inventata da Danelectro nel 1958, con scala 27 pollici e corpo in masonite e chiamata da tutti i bassisti dell’epoca TIC-TAC per il suo suono caratteristico da elastico rilasciato, Leo ne realizzò una con body Jazzmaster, hardware della stessa e 3 pickup Stratocaster, ma con scala 30 pollici, la Fender VI, modificata poi con 3 pickup Jaguar nel 1963, usata per la prima volta dall’ex bassista degli Shadows, Jet Harris. Nel 1962 però nacque una chitarra dedicata ai musicisti del nuovo ritmo e ballo ispirato da uno sport molto praticato in California, il “Surf”, un gruppo in particolare, “The Beach Boys”, la chitarra era simile alla Jazzmaster ma era a scala 24 pollici ed aveva dei pickup più simili ai monobobina della Stratocaster, dotati di schermatura metallica a “Poli Salienti”, era nata la Jaguar, il modello di punta di casa Fender per anni : Ma nel 1964, questa chitarra modificò la preesistente DuoSonic I che assunse la stessa scala, cambiò nei due pickup che divennero due Stratocaster a cover senza fori, due switch orizzontali e possibilità dell’inversione di fase divenendo DuoSonic II (vedi immagine d’apertura). Ma Leo Fender non era ancora contento, a fine 1964 dotò la stessa di un complesso Vibrato-Ponte fluttuante di chiara origine Jazzmaster, molto efficiente, e la chiamò con il nome del cavallo selvaggio degli Apache, Mustang; dopo poco vendette per 13milioni di dollari la sua Fender alla CBS, 01/01/1965. Alla prossima puntata,
Franco Maresca
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