Nel giorno in cui si festeggia la nascita di Jason Becker non si riesce davvero a trovare le parole sufficienti a descrivere quanto egli sia stupefacente.
Un uomo da ammirare che da tanti, tanti anni combatte contro una delle peggiori malattie esistenti, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). E ancora oggi, non smette mai di comporre musica, probabilmente l’emozione più forte che ancora lo tiene saldamente su questa terra.
La storia di Jason è nota a tutti gli appassionati, ma per chi ancora non ne fosse a conoscenza basti sapere che negli anni ’80 era considerato, con tutti i meriti, uno dei maggiori astri nascenti della chitarra, al pari di illustri colleghi e amici quali Steve Vai, Eddie Van Halen e molti altri, che mai hanno smesso di supportarlo in questi anni.
Accanto a Marty Friedman nei Cacophony, poi artista solista (probabilmente la sua vera vocazione come compositore) con l’album Perpetual Burn del 1988, ma anche in tour con David Lee Roth, proprio al posto di Steve Vai. Fu durante questa tournée che iniziò ad accusare una sempre più preoccupante debolezza agli arti.
Gli fu diagnosticata la malattia (nota anche come Sindrome di Lou Gehrig) e gli furono dati dai 3 ai 5 anni di vita al massimo.
Era il 1989 e di anni da allora ne sono passati parecchi, vissuti in piena coscienza e circondato dall’amore non solo di familiari e amici, ma praticamente dalla maggioranza dei più grandi musicisti al mondo, soprattutto nell’ambito della 6 corde. Paralizzato nel corpo ma non nella mente, ha continuato a comporre musica attraverso un particolare sistema computerizzato che riesce a interpretare i movimenti degli occhi e a tradurli in notazione musicale.
Così ha pubblicato vari album: nel 1996 è la volta di Perspective, edito prima con la sua etichetta indipendente Jason Becker Music e poi (con l’aiuto di Eddie Van Halen) dalla Warner Bros nel 2001. Partecipano al disco ben 22 musicisti.
Escono in questi anni anche The Rasperry Jams (1999) e The Blackberry Jams (2003), contenenti materiale inedito.
Sono storie, queste, che vanno molto al di là della musica. E non possiamo non tornare col pensiero al nostro caro amico Mario Contarino, scomparso nel 2016, che attraverso il contest di Musicoff era arrivato a far ascoltare l’opera del suo ingegno a Steve Vai. E proprio quest’ultimo aveva poi voluto il video della sua performance, per inviarlo a Jason Becker.
Sono storie, lo ripetiamo, che vanno molto al di là della musica.
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