Il cosiddetto “delay modulato” prende in esame una grande fetta di suoni della chitarra, che molto spesso hanno fatto parte di capolavori della discografia
Il termine è in molti casi fuorviante, non perchè ci sia un errore di fondo nella definizione, ma perché nel corso degli anni la “modulazione in coda” è diventata una componente quasi ovvia che moltissimi brand inseriscono all’interno dei loro pedali.
Nel corso degli anni abbiamo visto delay di questo tipo in formato rack, alcuni degli esempi più eclatanti sono il TC 2290 e i Korg SDD 2000 e 3000, che hanno al loro interno un circuito di modulazione molto raffinato (per l’epoca), che permette un’escursione sonora estremamente ampia.
Ciò è stato riportato nei delay in formato pedale e nelle varie emulazioni digitali, etra questi ultimi introduciamo oggi l’algoritmo ModDelay dell’Eventide Timefactor.
L’algoritmo ModDelay non prende troppo le distanze dal Digital Delay che abbiamo visto nelle precedenti puntate, perché parliamo di un suono tipicamente digitale, ma la differenza, oltre alla gestione della modulazione, è in alcune impronte timbriche che vengono prese a piene mani dal già citato TC Electronics 2290.
Tantissime sono state le emulazioni di questa macchina, anche in oggetti più economici (Line 6 M5 per esempio), che riprendono non solo il suo suono, ma anche le varie funzioni che permetteva di effettuare, la prima che viene in mente è quella relativa alla gestione dei processori di segnale.
Questo algoritmo è utilissimo per tutte le applicazioni rock e pop che vanno dagli anni ’80 a seguire, la modulazione può essere gestita in maniera ancora più chirurgica dei precedenti algoritmi del pedale, permettendo risultati molto più creativi in termini di creatività.
In questo caso l’ormai nota Xknob permette di scegliere la tipologia di onda dedicata alla modulazione, sinusoidale o triangolare in base alla rotazione del potenziometro: questo permette una variazione molto più profonda del comportamento timbrico, si può scegliere infatti una modulazione più morbida o una più spigolosa, in base al genere musicale che si affronta e al suono che si vuole ottenere.
Il solo “difetto” – se di difetto vogliamo parlare – di questo algoritmo è la difficile comprensione durante il primo utilizzo, infatti potrebbe non sembrare molto diverso da altri preset, ma la vera differenza la si percepisce al meglio quando si comincia a lavorare in stereo, dove anche la modulazione fa la sua grandissima differenza.
Ovviamente non ha l’esatto comportamento dinamico del 2290, ma si potrebbe dire che è una via di mezzo tra il delay della TC Electronics e l’Electro Harmonix Deluxe Memory Man (quando si utilizza l’onda sinusoidale).
Alla prossima puntata per un altro algoritmo che puà fare la differenza, il DuckedDelay.
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