Caratteristiche generali. Quando si ha a che fare con le signore, bisogna essere sempre prudenti ed attenti alla favella: si rischiano brutte figure
. Le chitarre di classe emanano il profumo del legno all’apertura della custodia: con la Taylor, ci si inebria, sensazione questa, difficilmente riscontrabile su tanti altri strumenti di fabbrica di derivazione orientale Caratteristiche generali. Quando si ha a che fare con le signore, bisogna essere sempre prudenti ed attenti alla favella: si rischiano brutte figure
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Le chitarre di classe emanano il profumo del legno all’apertura della custodia: con la Taylor, ci si inebria, sensazione questa, difficilmente riscontrabile su tanti altri strumenti di fabbrica di derivazione orientale.
La signora in oggetto si presenta bionda, con un top in abete sitka dalla grana fittissima, decisamente invecchiato, già quindi tendente al giallo, con fondo e fasce in acero figurato. L’acero utilizzato, mostra venature mozzafiato: il fondo è in tre pezzi con la classica giunzione a V centrale. Manico in mogano, tastiera e ponticello in ebano, paletta dal disegno tradizionale con riporto in ebano e la scritta in bella vista di madreperla: il tutto laccato con finitura high gloss. Madreperla anche i segnatasti: di plastica invece il binding intorno a tutto lo strumento. La catenatura interna di tipo scalopped, accuratissima, con la classica X centrale sotto il piano armonico, denota una pulizia maniacale ed un lavoro di incollaggio prossimo alla perfezione.
La chitarra dalla classica forma dreadnought, con spalla mancante stile Venetian, è piuttosto leggera ed imbracciata è comodissima: di sicuro le spalle posteriori nonché la profondità sono leggermente inferiori, nelle dimensioni, rispetto ad esempio alla più famosa Martin D 28.
La leggerezza della cassa sbilancia un po’ la chitarra verso il manico, quest’ultimo costituto da tre pezzi, con incastro a dentini sulla giunzione manico/paletta e ad U sulla giunzione zoccolo/cassa. Anche la paletta di dimensioni generose, contribuisce alla pesantezza generale del manico: su questa trovano alloggio le 6 meccaniche Grover, dorate.
Sulla spalla superiore trova invece posto il sistema Fishman Pre Fix Blender che è collegato sia al piezo sia al mini/microfono posto all’interno della cassa: a disposizione tutti i controlli principali, un controllo notch sui medi con range dai 50 ai 900 Hz ed un controllo frequency che va dai 10 ai 250 khz. Comodissimo il sistema basculante per l’accesso all’alcalina di 9 v. Prova pratica: Lo strumento, nonostante sia nuovo, ha tantissimo volume: le frequenze predilette, ovvero le basse e le alte si diffondono uniformemente, senza impastarsi, definite e timbricamente bilanciate. Per i fingerpickers, forse sarebbe più interessante il modello 510 con il fondo e le fasce in mogano; la vocazione della 610 invece, è di sicuro verso il flatpicking. Suonata con il plettro, questo strumento canta divinamente: nelle ritmiche, bellissimi i bassi, sempre chiari presenti e cristallini, mentre nelle soliste, le note alte suonano tutte giuste, con cantini schietti e “cinguettanti”. Anche suonando fingerpicking, bisogna dire che la chitarra caccia il suo carattere dolce, mai aggressiva nonostante la spigolosità tipica dell’acero: in questo si fa sentire la tavola in Sitka.
Lo strumento è intonatissimo ( il pitch al 12esimo tasto è perfetto) e la tastiera non presenta punti morti.
A proposito di quest’ultima: i tasti, di sezione piccola, sono tirati a specchio, ben levigati ai bordi e l’ebano selezionato è di assoluta qualità: si corre come su uno strumento elettrico. L’action infatti, mortifica anche le più comode chitarre elettriche e la spalle mancante facilita l’accesso anche ai tasti più alti.
Unico neo: il bottone anteriore per la tracolla, posto ai lati, sotto lo zoccolo, è fastidioso in quanto, dopo il 12esimo tasto urta contro la base del pollice della mano sinistra. Bob Taylor insiste con il dire che quello è l’unico posto serio per agganciare la tracolla in tutta sicurezza: e chi lo contraddice? ^__^
Amplificata, la chitarra si comporta benissimo con il piezo: equilibrio su tutte le corde e poco sacrificio per la dinamica, in genere appiattita da questi sistemi. Con il microfono interno abbiamo avuto invece problemi di innesco, sia sul cube AER 100, sia su un impianto con casse Mackie Active e Mixer 0/1 Yamaha: un vero peccato, perche’ il microfono capta tutte le frequenze dell’acero, e l’effetto è davvero gradevole, dando quella sensazione di “legnosità”, assente su sistemi solo piezo. Smanettando sui potenziometri, si riesce comunque a trovare un giusto equilibrio miscelando sia il piezo sia il microfono.
Le corde montate di factory, sono le Elixir polyweb 0.12/54: qualche maligno della concorrenza dice che le Taylor suonano solo con questo tipo di corda. Sarebbe invece il caso di dire che la Taylor suona con qualsiasi corda venga montata, mentre le polyweb, suonano gommose su tanti altri strumenti.
Che dire: questa chitarra entra di diritto tra gli strumenti acustici più interessanti in circolazione. Purtroppo il prezzo di listino, salato, (4.924,00 iva inclusa) la rende per tanti inaccessibile
.Anche per noi!
Come tutte le storie belle, anche questa è durata poco: riponiamo la signora nel suo fodero e mestamente e con un pizzico di invidia la rispediamo al mittente.
A presto MusicOffili! Scheda tecnica Taylor 610 CE Dreadnought
Taylor “610 CE”
Caratteristiche generali. Quando si ha a che fare con le signore, bisogna essere sempre prudenti ed attenti alla favella: si rischiano brutte figure
. Le chitarre di classe emanano il profumo del legno all'apertura della custodia: con la Taylor, ci si inebria, sensazione questa, difficilmente riscontrabil
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