Cari amici musicoffili, oggi un’intervista davvero unica nel suo genere, siamo con Luigi Ranghino e raccontiamo la sua vita sui tasti bianchi e neri di un pianoforte.
Luigi Ranghino ha probabilmente imparato prima il nome delle note che l’alfabeto stesso. La sua bravura, classe, sensibilità musicale, deriva da una vita realmente spesa di fronte la tastiera di un pianoforte, a capirne l’essenza, l’anima che si cela nello strumento e che risveglia la propria, umana.
Luigi non è una persona che ama la notorietà, nel senso più “inutile” del termine. Pur essendo uno dei più straordinari musicisti in Italia, non troverete così facilmente di lui informazioni nella cosiddetta “rete”, pur essendo stato il Maestro di molti altrettanti grandi pianisti noti, poiché vive la sua passione totalmente immerso nelle melodie del suo piano, prima di saper “vendersi” o “apparire”.
D’altronde, come vi accorgerete nell’intervista, basta conoscerlo e scambiarci due parole per avere già chiara l’idea di quanto il talento musicale rispecchi anche un altissimo valore umano.
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Nella sala di Yamaha EKB, una gioia per occhi e orecchie di qualsiasi pianista, Ranghino si è concesso alle nostre telecamere, sia per l’intervista che per un’appassionata performance.
In sua compagnia non parliamo solo della sua complessa e affascinante storia personale, ma anche del ruolo odierno del musicista, dell’apprendimento musicale di ieri e di oggi, dei grandi jazzisti che hanno fatto la storia del piano jazz e molto altro ancora.
Bene, finita questa bella chiacchierata è ora di ascoltare la piano performance di Ranghino, che davvero non ha bisogno di alcun preambolo, come ascolterete la musica quando è a questi livelli si presenta e parla da sola.
Buon ascolto.
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