Al NAMM 2025, Behringer ha sorpreso il pubblico presentando il BX1, un sintetizzatore che fonde l’eredità del leggendario Yamaha DX1 con elementi del celebre CS-80.
Questo strumento rappresenta una reinterpretazione moderna che va oltre la semplice replica, offrendo ai musicisti una combinazione unica di sintesi FM e filtri analogici.
La logica dell’ibrido
Mentre il DX1 originale era noto per la sua complessità (e il conseguente prezzo elevato), il BX1 integra un motore di sintesi FM a 32 voci di polifonia, arricchito da filtri analogici ispirati al CS-80.
Questa combinazione permette una modellazione sonora che unisce la precisione digitale della sintesi FM con la calda risonanza dei filtri analogici.
Esteticamente, il BX1 richiama l’imponenza del DX1, ma introduce alcune varizioni moderne nell’interfaccia utente. Un ampio display frontale offre accesso immediato ai parametri di sintesi, agli inviluppi e agli effetti, riducendo la necessità di navigare in menu complessi (d’altronde, sono passati 40 anni…).
Non tutto però è stato moderninazzato, infatti, la presenza di controlli fisici dedicati per i filtri analogici consente una manipolazione diretta e intuitiva del suono, proprio come all’epoca.
Caratteristiche tecniche
Tra le specifiche principali del BX1:
- Polifonia a 32 voci: doppia rispetto al DX7, offre una maggiore ricchezza armonica.
- Filtri analogici per voce: ispirati al CS-80, aggiungono profondità e calore ai suoni digitali.
- Effetti integrati: tra cui riverbero e chorus, per ampliare le possibilità espressive.
- Aftertouch polifonico: per un’espressività esecutiva avanzata, permettendo variazioni dinamiche su singole note.
Disponibilità e prezzo
Sebbene sia stato presentanto al NAMM, il BX1 è ancora in fase di sviluppo; Behringer prevede di renderlo disponibile entro il 2026. Il prezzo non è stato ancora annunciato, ma si prevede che sarà competitivo, rendendo accessibile questa potente combinazione di tecnologie sia ai professionisti che agli appassionati.
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