Iniziamo dal Wavestate SE, fratello maggiore del già molto apprezzato Wavestate.
La nuova (re)incarnazione della gloriosa Wavestation, che ha segnato un’epoca nel mondo delle tastiere digitali nei primi anni Novanta, espande il concetto della modello minore aggiungendo una tastiera a 61 tasti, questa volta dotata di aftertouch.
Si tratta di un’aggiunta molto richiesta da parte degli utenti, che espande le già ampie possibilità di modulazione del modello originario garantendo un ulteriore livello di controllo.
Le patches della versione SE sono inoltre state ampliate, riviste ed ottimizzate per poter sfruttare al meglio la presenza della nuova tastiera.
In generale lo strumento ha subito un restyling interessante e ora vanta un pannello e tutti i knobs interamente realizzati in alluminio per garantire un feeling “premium”.
Dopo il Wavestate SE ecco in arrivo il Modwave, una nuova interpretazione del DW-8000.
Impostato sul formato dei già noti Wavestate ed Opsix, con tastiera 37 tasti e folto pannello di controllo inseriti in uno chassis metallico, il nuovo Modwave appare da subito una evoluzione più che una riedizione.
L’inclusione di una sezione derivata dai famosi KaossPad nell’engine sonoro estende le capacità di modulazione a livelli nuovi, e le 200 wavetables da 64 onde ciascuna offrono un parco giochi non indifferente per chi ama il sound design.
Da segnalare anche la possibilità di caricare le proprie wavetables tramite software editor.
La struttura del motore sonoro permette di usare oltre 30 modificatori per scolpire il suono, e sono presenti 13 Morph Types per l’intervento in tempo reale.
Inoltre il Motion Sequencing 2.0, derivato da Wavestate, permette la creazione di sonorità “evolving” o cinematiche di grande profondità.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale Korg.
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