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Come spiegare l’armonia a 5 musicisti diversi

Come spiegare l'armonia in 5 livelli di difficoltà - Jacob Collier dai bambini a Herbie Hancock!

Parlare di musica è come danzare di architettura“, diceva dall’alto del suo genio il buon Frank Zappa. Non avrebbe potuto essere più efficace: rendere a parole le emozioni che la musica può suscitare è un’impresa che il più delle volte finisce per fallire, a prescindere dagli sforzi profusi.

È interessante, quindi, questo video in cui di Jacob Collier (enfant-prodige polistrumentista, pupillo di personaggi del calibro di Quincy Jones ed Herbie Hancock) tenta differenti approcci con cinque persone di diversa età e preparazione, con l’obiettivo di spiegare il concetto di “armonia musicale“.
Una bella sfida, non c’è che dire. Ma vediamo in quanti modi si può affrontare questo argomento, prendendo come terreno di gioco un brano tradizionale della cultura anglosassone, “Amazing Grace“.

BAMBINO (7 anni)

Cos’è l’armonia? Il bimbo risponde giustamente con un esempio consono alla sua esperienza: “è quando più persone cantano insieme e suona bene“.
L’esempio di “Amazing Grace” suonata prima con la sola melodia e poi armonizzata realizza immediatamente quel “suona bene” detto dal bambino. La melodia da sola risulta “triste”, mentre in base all’armonia che l’accompagna se ne può decidere il carattere: più note ci sono, più interessante il brano diventa.

ADOLESCENTE (14 anni)

Pur partendo da una definizione non distante da quella data dal bambino precedente, introduciamo un’altra prospettiva: lo scopo dell’armonia in musica è fare in modo che una volta tornati al punto (accordo) di partenza si sia imparato qualcosa.
Partendo ad esempio da una triade, esploriamo le emozioni che essa può suscitare nel caso in cui sia maggiore o minore; ritornando su “Amazing Grace” e introducendo un accordo non usuale, capiamo che uno degli obiettivi di chi armonizza è di ritornare alla “base”, completando e giustificando un percorso sonoro che abbia raccontato una storia.

STUDENTE DI MUSICA

L’armonia è un linguaggio, quindi più se ne conosce e meglio si può comunicare. In questo esempio, utilizzare i due “lati” del circolo delle quinte (quello che aggiunge i diesis, C-G-D-A ecc…e quello che aggiunge i bemolli, C-F-Bb-Eb ecc…) per aggiungere colori più chiari o più scuri agli accordi di “Amazing Grace” permette di scolpirne una versione molto più articolata e dettagliata, in cui ogni accordo può essere arricchito in diversi modi e relazionarsi quindi in maniera variabile con gli altri.
L’armonia quindi di fatto fornisce gli “attrezzi” per raccontare una storia e va da sé che più se ne hanno a disposizione e più dettagliata sarà la narrazione.

Jacob Collier teachs harmony

PIANISTA PROFESSIONISTA

Scaviamo più a fondo, scoprendo gli armonici (superiori e inferiori, o “uppertones” e “undertones“). Ogni nota suonata ne produce una serie, e questi suoni rappresentano un “bagaglio” utilizzabile per armonizzare la nota fondamentale senza dover ricorrere ad altro materiale sonoro.
Dato il grande numero di armonici presenti naturalmente per ogni nota, diventa possibile in pratica accoppiare quasi qualsiasi nota della melodia con qualsiasi nota posizionata al basso

Come punto di partenza possiamo considerare ad esempio i rivolti di ogni triade che utilizziamo, ovvero cambiando la nota che sta al basso si cambia anche il senso, il “colore” di quell’accordo, e quindi la sua funzione armonica.
Ma spingendoci oltre, notiamo che è possibile suonare una miriade di accordi sotto la stessa nota della melodia e scopriremo che ciascuno di essi ha un suo senso di esistere in relazione alla nota stessa: tutto sta a decidere che genere di emozioni si vogliono stimolare nell’ascoltatore, quindi anche la scelta della progressione armonica sarà in funzione di questo.

HERBIE HANCOCK

Da buon guru, Herbie vede la questione da un punto di vista sopraelevato: è la tua esperienza di vita che ti porta a fare delle scelte musicali, e può anche succedere che i risultati siano diversi dalle previsioni.
Ad esempio: dobbiamo “atterrare” su un DbMaj7, qualsiasi assennato musicista lo farebbe precedere da un Ab7 (accordo di dominante). Qui invece Jacob e Herbie sperimentano un uso arbitrario di un altro accordo maggiore al posto del dominante, oppure un dominante secondario che faccia la stessa funzione, magari con qualche aggiustamento del voicing per non urtare con la melodia. 

Si tratta di “non seguire la massa“, un concetto che Herbie nella sua carriera ha certamente reso colonna portante della sua produzione. 

Un altro “espediente” interessante e che apre molte possibilità è quello di suonare l’accordo risolutivo nel registro basso con la mano sinistra, anticipandolo però nel registro alto con la destra in corrispondenza dell’accordo precedente. Oppure, con l’aneddoto su Miles Davis, Herbie racconta di aver iniziato a evitare le note “ovvie” del voicing, la terza e la settima, scoprendo così una tavolozza sonora inedita.

Jacob Collier with Herbie Hancock

La versione quasi onirica di “Amazing Grace” eseguita dai due musicisti a fine video è l’esempio di come si possa stravolgere completamente una melodia attraverso un trattamento armonico privo di barriere, lasciandosi guidare solo dall’istinto e dalla musicalità, ed è anche una prova di quanto sia forte il potere dell’armonia quando la si conosce a fondo e la si sa sfruttare per veicolare le proprie idee.

Questo video dimostra come sia possibile affrontare un argomento vasto e complesso come l’armonia musicale da molteplici punti di vista e con approcci differenti a seconda di chi sia l’ascoltatore, offrendo spunti di riflessione ed approfondimento sia per gli studenti che per gli insegnanti… e anche per me. Grazie Jacob!

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