Se da un lato quando pensiamo alla voce di James Hetfield è impossibile non scherzare (bonariamente) su suoi numerosi “Yeah” – e qualcuno ha provato anche a contarli in alcuni video virali su YouTube – d’altro canto bisogna riconoscere che è una delle ugole più carismatiche e riconoscibili di tutto il panorama Metal di sempre.
Ma com’è possibile riuscire ad affrontare concerti e lunghi tour senza perdere le sue capacità vocali, in un genere in cui certo non si può dire che non sia messo alla prova?
Tecnica, tanta tecnica affinata negli anni. D’altronde succede sempre così, se in gioventù si prendono delle “leggerezze”, prima o poi il fisico ti consegna il conto e quasi tutti i cantanti di band trenta o quarantennali (o più!) sono dovuti passare sotto gli insegnamenti di un bravo vocal coach nonostante fossero già delle star.
Se non prima da quelli di un bravo medico! Perché è inutile credere ai falsi miti: senza un’adeguata tecnica, infiammazioni o addirittura noduli sono dietro l’angolo. E quando sentite la parola “nodulo” pensate pure alla più grande paura per qualunque cantante, significa essere arrivati a compromettere seriamente le proprie capacità fonatorie e a volte, nei casi più gravi, neanche si può tornare indietro.
Photo by Kreepin Deth – CC BY-SA 3.0
Ebbene, per illustrare quanto James Hetfield abbia curato la cosa nel corso di più di un quarto di secolo, oggi vi proponiamo un video di un vocal coach che esamina nel dettaglio due esibizioni, una del 1991 e una recente del 2018.
Durante il video, lungo e dettagliato, vengono esaminati vari aspetti, alcuni forse discutibili come l’affermazione che molte canzoni dei Metallica contengano lunghe parti strumentali e assoli per far riposare la voce (casomai queste sono frutto della loro naturale composizione, che poi la voce riesca a riposarsi è un vantaggio che viene a crearsi più spontaneamente che volutamente).
Però è innegabile che confrontando le performance sullo stesso brano, cioé “Creeping Death” (Ride the Lightning, 1984), si nota come la tecnica vocale di Hetfield sia cambiata ed è assai probabile che la ragione sia l’affinamento della stessa per la preservazione delle corde vocali.
La performance del 1991 è decisamente più “sporca”, più rabbiosa, adatta al brano ma al contempo cantata molto di gola, sforzando i muscoli fonatori ed esercitandoli in modo scorretto. Questo non significa che non canti “bene” secondo il nostro orecchio e gusto. È chiarissimo che a noi scateni l’headbanging dopo poche parole del testo!
Ma tuttavia, ribadisce il vocal coach, la salute e i movimenti dei muscoli e delle corde vocali non sono opinabili e così facendo si crea uno stress decisamente forte. Se questo può non essere un problema per chi canta due volte al mese in concerto, diventa un pericolo per chi lo fa per centinaia di date in tour per molti anni.
Cosa succede invece nell’esibizione del 2018? La voce è più brillante e pulita, meno roca, tranne che ovviamente sulle parti più importanti (come le parole creeping death del ritornello) dove l’interpretazione lo impone. In generale l’impostazione è migliore, la voce è più naturale e sicuramente non meno bella nel corso del brano.
Un chiaro e inconfutabile segno, secondo il vocal coach, che il caro James a un certo punto della sua vita ha capito che doveva cambiare la sua impostazione per avere davanti a sé una carriera lunga e sana.
E se ha ragione beh, a noi, fa piacere sapere che potrà cantare ancora per molti anni!
Tanti auguri James (ye-eah!)
Qui sotto per i più pazienti c’è il video del vocal coach, il cantante di origini turche Emre Yücelen, di cui parlavamo sopra (attivate i sottotitoli in italiano).
Una premessa doverosa: non è il massimo della fluidità come divulgazione e forse potete saltare i primi 2 minuti per andare dritti al dunque. Se avete pazienza di sopportare qualche play e stop di troppo che fa sui video, potete approfondire ciò che dice e scoprire se siete d’accordo o meno con lui, che comunque propone un’analisi interessante.
A voi la palla!
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