Cantare Mina è una delle sfide più ardue che ci siano, imitare la sua grandezza è pressoché impossibile, ma ciò non vuol dire non poterne intonare le melodie.
È quello che cerchiamo di fare oggi, seguendo passo passo una vera e propria lezione con protagonista l’allieva Giada Virgili. La prima cosa che si deve evitare è la mera imitazione: in quel modo perdiamo in partenza, anche se siamo dotate di grande tecnica.
La cosa importante è, invece, valorizzare il proprio timbro vocale, la nostra impronta digitale. Se quindi c’è qualcosa da “imitare” della grande interprete italiana è quella di usare la propria voce con estremo controllo e l’intero range di potenza a nostra disposizione, gestendo in modo accurato sia i pianissimo che le parti più intense.
L’obiettivo è quello di creare un confine ben definito, ben delineato, i cui bordi restano saldi e ci trattengono all’interno del “recinto” delle nostre capacità vocali, senza eccedere sugli estremi andando così a svilire, a indebolire, o peggio ancora rendere sin troppo sopra le righe, la prestazione canora.
Ivan Omiciuolo, trainer di Shure e Prase Media Technologies, ci dice di più a proposito del microfono che è stato scelto per il brano e per la voce di Giada, uno Shure SM86.
- Tipo di trasduttore: condensatore
- Figura polare: cardioide
- Risposta in frequenza: 50 Hz – 18 kHz
La risposta in frequenza leggermente decrescente sulle basse frequenze limita l’effetto di prossimità e il conseguente rinforzo di bassi nell’avvicinarsi al microfono. La capsula a condensatore consente di riprodurre al meglio i dettagli della voce.
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