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Abbiamo provato i sorprendenti microfoni Aston

Una cosa è certa: quando si riesce in poco tempo ad aggredire il mercato ed a raggiungere un livello davvero elevato di apprezzamento c'è tanto di solido ed interessante alla base.È questo il caso di Aston Microphones, un'azienda inglese davvero interessante che ho avuto modo di conoscere da circa un anno grazie al

Una cosa è certa: quando si riesce in poco tempo ad aggredire il mercato ed a raggiungere un livello davvero elevato di apprezzamento c’è tanto di solido ed interessante alla base.
È questo il caso di Aston Microphones, un’azienda inglese davvero interessante che ho avuto modo di conoscere da circa un anno grazie al veloce boom del marchio sul web e ad Antonello Saviozzi, gentilissimo e prezioso pezzo forte di Audio Distribution Group, l’azienda che distribuisce Aston anche in Italia.

Abbiamo provato i sorprendenti microfoni Aston

Ho avuto modo di innamorarmi di entrambi i microfoni, sia lo Spirit che l’Origin, microfoni evidentemente simili nell’estetica, in parte nella resa sonora.
Come qualche lettore di MusicOff più “anziano” saprà, ho uno studio di registrazione e di produzione musicale (TouchClay Studio), per di più sono un chitarrista, turnista, con la GAS sempre alle porte, malattia che ho esteso anche, ovviamente, al mondo della produzione e registrazione in studio.

Cercando sempre il microfono perfetto per le chitarre acustiche e per le voci, due strumenti sempre piuttosto complessi da rendere nei dettagli (almeno come si hanno in mente), sebbene la loro natura in realtà sia invece semplicissima, ho avuto davvero delle piacevoli sorprese.

Innanzitutto, aprendo il packaging (riciclabile) di Aston, sia Spirit che Origin danno un colpo d’occhio davvero notevole: robustezza, solidità e design vengono in un attimo fuori, davvero impossibile non far caso alla splendida (anche da vedere) struttura in metallo, alla particolarissima griglia (che dà un’ottima resistenza al “pop” naturalmente), al logo perfettamente adattato al microfono.
Non per ultima, la presenza sul microfono, vicino alla presa XLR, della filettatura per poter avvitare il microfono a qualsiasi asta anche senza shockmount. Noi consigliamo caldamente di approfittare della promozione estiva e avere gratuitamente insieme ai microfoni Aston l’utile sospensione elastica prodotta dalla Rycote che disaccoppierà il microfono dando solidità e garanzia di esenzione di rumori meccanici alla ripresa microfonica.

Abbiamo provato i sorprendenti microfoni Aston

Tralascio le specifiche tecniche, che troverete in fondo all’articolo.
Venendo al suono, come si suol dire, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. Ed è proprio con questo atteggiamento che Spirit ed Origin hanno conquistato stabile apprezzamento nel mio attuale environment di produzione/registrazione.
Paragonando continuamente, nei primi mesi di utilizzo, i microfoni ad altri più blasonati (e anche spesso molto più costosi, diciamolo) del mio parco microfoni (i grandi classici), vengono fuori delle incredibili constatazioni.

Sulla chitarra acustica Spirit fa sbarrare gli occhi: dettaglio, presenza, calore, “larghezza”. Una vittoria favolosa di questo microfono.
Spesso infatti capita che microfoni troppo brillanti lascino troppo indietro le medie, appunto a favore delle alte, creando un suono “bucato”, da compensare ed assolutamente non percepito come “grande” e vicino. Qui Spirit fa la voce grossa, la sua non eccessiva mediosità rende il suono molto naturale, vicino (ovviamente dipende molto da che tipo di chitarra stiamo suonando) e pronto per un tipico “sitting-in-the-mix” pop, dove c’è bisogno di presenza, della pennata sempre riconoscibile che ha molto valore ritmico.

Sulle voci Spirit suona molto naturale, mai plasticoso, dettagliato, con delle bellissime alte, molto presenti e mai harsh, proprio come quello che cerchiamo.
La voce ha anche molto corpo, addirittura troppo su voci molto baritonali (e qui viene in aiuto il filtro lowcut presente sul microfono, che interviene dolcemente a smussarle), ma la sensazione che si ha ascoltando le take fatte con questo microfono è che ci sia il giusto balance di corpo e dettaglio, di medie controllate, mai eccessive ma presenti, che bucano sempre il mix.

È interessantissimo anche notare (come sentirete nella prima parte del sample “Vox – Female”) che il microfono è molto silenzioso (questa prima parte di take è stata registrata guadagnando circa 35dB in preamplificazione con un Telefunken V672, con un’esecuzione molto sussurrata). Nella stessa circostanza, con altri microfoni, il fruscio sarebbe stato decisamente più invadente. In condizioni normali di presa il microfono è praticamente noiseless.

L’Origin è simile, ma la percezione che ho avuto è stata di minor apertura agli estremi di banda ed un po’ di dettaglio in meno, caratteristiche che, come ben saprà chi frequenta studi di registrazione, a volte potrebbero farlo preferire proprio per questa sua natura meno Bright.

Lo stesso Origin, usato in coppia, in configurazione Spaced come Overhead della batteria stupisce per qualità dell’immagine presa, per la cura nella resa dei piatti, brillanti ma non harsh (mi sembra sia proprio una cosa, questa dell’essere presente ma mai acido, su cui Aston abbia lavorato molto in fase di progettazione, e direi che è stato proprio fatto centro), per la morbidezza delle basse e per i transienti davvero eccellenti, come si ascolta nella capacità del rullante di uscire naturalmente.

Variando il pattern del microfono (negli esempi audio sempre utilizzato come cardioide) ci sono delle leggere variazioni timbriche, ovviamente influenzate anche dalla diversa presa del microfono dell’ambiente in cui ci troviamo.

A proposito di ambiente in cui ci troviamo, nelle take di voce e sax, ascolterete lo Spirit con Halo, il filtro di riflessione di casa Aston, clamorosamente bello ed incredibilmente rigido e solido anche se leggero.
Halo funziona molto bene, molto naturale (skill non scontata in questo tipo di prodotti), “avvicina” la voce, la rende più pulita, grazie all’assorbimento controllatissimo della sorgente sonora, che non risulta mai esagerato, ma assolutamente d’aiuto sia nel cantato che nel parlato, vista anche la perfetta gestione dell’effetto prossimità, calibrato diversamente, e della consistente riduzione delle sibilanti.

In conclusione Aston ha tirato dal cilindro 4 assi. La resa di Spirit ed Aston, ma anche di Halo e Rycote, è sorprendente. Se si chiudono gli occhi mai si direbbe che siamo davanti a microfoni intorno ai 400€, costruiti in Inghilterra, belli, solidi ed incredibilmente utili.

Per maggiori informazioni rivolgetevi ovviamente al sito ufficiale e a quello di Audio Distribution Group.

Abbiamo provato i sorprendenti microfoni Aston

Specifiche tecniche:

ASTON SPIRIT

  • Trasduttore: Condensatore
  • Principio Acustico di funzionamento: Gradiente di pressione
  • Diagramma polare: Omni/CardioidE/Figura a Otto
  • Risposta in frequenza: 20Hz – 20kHz (+/- 3dB)
  • Livello di rumore equivalente: 14dB A-Weighted
  • Sensibilità @ 1kHz, 1kOhm: 23.7mV / Pa
  • SPL massimo per THD 0,5%: 138dB
  • Rapporto S/N (rel 94dB SPL): 80dB A-Weighted
  • Pad Switch: -20dB/-10dB/0dB
  • Low-Cut Filter: 80Hz

ASTON ORIGIN

  • Trasduttore: Condensatore
  • Principio Acustico di funzionamento: Gradiente di pressione
  • Diagramma polare: Cardioide
  • Risposta in frequenza: 20Hz – 20kHz (+/- 3dB)
  • Livello di rumore equivalente: 18dB ponderato
  • Sensibilità @ 1kHz, 1kOhm: 23.7mV / Pa
  • SPL massimo per THD 0,5%: 127 dB
  • Rapporto S/N (rel 94dB SPL): 76dB A-Weighted
  • Pad Switch: -10dB
  • Low-Cut Filter: 80Hz

Ecco il link alla Photogallery

Credits:

  • Drums Overhead: Davide Cancelli / Andrea Giovannoli
  • Acoustic Guitar: Giacomo Pasquali (con Eko Ego Star D Shape)
  • Vox Female: Chiara D’Emilio (Voba – Eleonor Rigby)
  • Vox Male: Andrea Belisari (Back to Dust – Vega)
  • Sax: Carmine Ianieri

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