Dopo averne parlato esaurientemente sia per la presentazione dello scorso anno che dopo la breve sessione di ascolto, che mi ha portato ad inserire questo monitor fra gli acquisti consigliati per il Natale 2016, finalmente mi sono arrivate in regia le LYD7, il monitor intermedio fra i tre near-field della nuova serie della Dynaudio.
Che dire? Già l’imballo ci dice di quanta ricercatezza ci sia anche nei particolari esterni e di minore importanza per un monitor (e consiglio sempre di tenere gli imballi per una qualsiasi successiva spedizione/trasporto…).
Prendo spunto dallo slogan “We have redefined our monitors, so you can redefine your music” per ricordare ai più giovani quanto spazio si sia autorevolmente ritagliato la Dynaudio fra le case costruttrici di monitor da studio in poco più di 25 anni nel settore (anche se l’azienda quest’anno ne festeggia ben 40 per altoparlanti e prodotti hi-fi!), scavalcando spesso aziende più blasonate per le soluzioni adottate nella rivoluzionaria serie AIR e persino nell’economica BM, che ha preceduto la LYD.
Il monitor Dyanudio LYD7 adotta altoparlanti custom (woofer da 7″ in MSP e tweeter da 28mm a cupola morbida) per essere armonizzati in quel cabinet, con i bordi smussati per ridurre le perturbazioni alle frequenze superiori, ed offrire una risposta precisa ai transienti. Tutto ciò per dare caratteristiche tecniche veramente di primo piano nella loro fascia di prezzo!
Il woofer in bass reflex da 7″ si incrocia a 4300Hz con il tweeter a cupola morbida da 1″ per ottenere una risposta in frequenza 45Hz-21kHz e una pressione sonora massima, grazie ai due ampli in classe D da 50W RMS ciascuno, di 109dB ad un metro con la coppia di monitor.
Le dimensioni contenute in 186x320x296 mm (LxHxP) ed il peso di soli 7,3 kg ne rendono facile l’utilizzazione come near-field in qualsiasi regia.
Per ottimizzare il posizionamento dei monitor consiglio una lettura attenta delle pagine centrali del manuale che spiegano nel dettaglio anche l’uso del DSP avanzato per gestire Bass Extension (+/- 10Hz in basso, corrispondente a una variazione di SPL di -/+5dB) Sound Balance (Bright = 20 Hz -1,5dB, 20kHz +1,5dB, Neutral = nessun intervento, e Dark = 20 Hz +1,5dB, 20 kHz -1,5 dB) e Position (Wall entro 500mm dalla parete di fondo o Free, oltre 500mm), quest’ultimo controllo risulta particolarmente utile dato il raccordo posteriore del reflex.
Per gli ascolti ci siamo affidati al solito set segreto di CD di riferimento (ovviamente non pretendo che mi comunichiate il vostro) oltre a sessioni di registrazioni acustiche fatte da noi a 24/88,2 o 24/96 bit/kHz, in un triangolo aureo con lati di circa 1 metro.
Al solito abbiamo fatto le prove di ascolto in più persone e parlando solo alla fine per evitare che il primo commento potesse influenzare, in positivo o in negativo, gli altri ascoltatori. Abbiamo trovato il suono di questo monitor veramente di riferimento, consentendoci di ascoltare chiaramente le scelte dei missaggi anche degli strumenti più “in base”, senza sforzare il nostro udito per comprendere cosa stesse suonando e come!
Il bilanciamento fra woofer e tweeter, nonostante il taglio molto alto, non lascia nessun dubbio anzi ci consente di apprezzare uno dei pochi woofer in grado di riprodurre con grande precisione le frequenze fondamentali della maggior parte strumenti acustici e della voce e le relative armoniche. Nonostante il suo intervento sia ampliato a una banda generalmente riservata al tweeter (nei near-field due-vie molti crossover tagliano il woofer intorno ai 2kHz).
Con le nostre registrazioni, fatte con microfoni dall’ottima risposta impulsiva e riascoltate senza alcun intervento dinamico né di EQ, abbiamo potuto apprezzare anche la precisione sui transienti di percussioni ad alta dinamica.
Personalmente, dato che preferisco lavorare su livelli di ascolto minimi per gran parte del mix (seppur rischiando di avere un ascolto falsato dal comportamento dinamico del monitor) ho riscontrato una grande precisione anche a basse pressioni sonore. Praticamente non ho perso nessun dettaglio rispetto all’ascolto a pressioni sonore maggiori!
Abbiamo effettuato l’ultima sessione di ascolti con i disaccoppiatori DMSD near-field, una novità che sarà presentata in anteprima a Francoforte. Questi accessori ci hanno fornito un’ulteriore maggiore definizione senza la coda alle frequenze inferiori dovuta alla trasmissione meccanica, in particolare nell’ascotlo della cassa della batteria!
Se proprio vogliamo trovare una pecca possiamo parlare del LED di accensione posto dietro anziché davanti, con conseguenti “botti” involontari… ma molto probabilmente un led verde non ci sarebbe piaciuto nel frontale di un cabinet bianco e nero.
Per maggiori informazioni consultate il sito ufficiale e quello del distributore Audio Distribution Group.
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