Quando Thomas “Doc” Colasanti mi ha chiesto di raccontare questa bellissima esperienza sono stato molto contento di farlo, ma allo stesso tempo mi ci è voluto un bel po’ per decidermi a scrivere; probabilmente sono quelle cose che vanno un po’ elaborate prima di poterle raccontare.
Molti nella comunità di MusicOff mi conoscono come chitarrista acustico, ma sono anche un rockettaro incallito e da tanti anni provo a portare avanti un mio progetto cantautoriale. Posso dire che le poche grandi soddisfazioni sono sempre venute da un unanime apprezzamento dell’industria musicale (fonici, musicisti), che di solito rimangono piacevolmente colpiti dai miei lavori.
L’inverno scorso avevo finito un “pacchetto” di 6 pezzi che volevo diventassero il mio nuovo EP, ma non ero soddisfatto di come avevo missato i brani. Sono un po’ un tuttofare e oltre a scrivere, suonare e cantare la mia musica, me la sono sempre prodotta e missata. Fin dal principio, 20 anni fa, quando non era così facile come ora, partito dall’8 piste a cassette arrivando pian piano ai super studi con Neve ed SSL.
Ma questa volta mi sembrava di non aver reso giustizia ai brani e, nonostante i seminari con Chris Lord Aldge o Micheal Brauer, gli anni di esperienza sulla fonia e lo sforzo profuso, nonostante il mio nuovo mixer SSL e un bel po’ di entusiasmo, non ero contento.
Ho pensato quindi di chiedere a qualche nome illustre un preventivo, visto che chiedere non costa nulla. E ho sparato in alto. Visto che il mio idolo di mix da sempre è Bob Clearmountain, non ho fatto altro che scrivere alla manager all’indirizzo trovato sul sito. Pensavo di ricevere un prezzo, invece mi è stata chiesta della musica!
Avevo dimenticato che questi personaggi non lavorano con tutti e vogliono capire se il progetto li interessa. Bob ha anche prodotto tutti gli album di Bryan Adams, per dire, quindi potrebbe vivere di tranquillamente di diritti e quello che fa presumo lo faccia per passione. Insomma, alla fine i miei pezzi gli sono piaciuti, parole sue “great guitar player, I’m in“.
A quel punto, pieno d’orgoglio, non potevo tirarmi indietro, anche se la cifra era alta. Pur scontata della metà rispetto al suo cachet abituale, quello che applica a Springsteen e Rolling Stones, sono riuscito comunque a permettermi solo 3 pezzi. Più il volo negli Stati Uniti, l’alloggio, etc… Era davvero difficile tirarsi indietro, è come se ti dicessero che per un paio di giorni puoi giocare con la tua squadra del cuore o far dirigere due scene del tuo film a Spielberg. E l’ho fatto. Ho preso l’aereo e anche noleggiato una Mustang Cabrio, per fare anche un piccolo video in clima californiano.
Lo studio di Clearmountain è nel quartiere prestigioso di Pacific Palisades a Los Angeles, una Beverly Hills meno pomposa. Una bella piscina, una bella console SSL, un gatto, un cane e un po’ di outboard. Dopo aver visto le stanze di Micheal Brauer e Chris L. Aldge sembrerebbe pochino in effetti, ma ad ognuno i suoi strumenti. Tre 1178 Urei, 4 distressor, due Pultec, due compressori dinamici della BSS, un Neve 33609 e un Avalon, 2 LA3a, tutto sommato pochi effetti, e altri pezzi sparsi. In più la cantina è stata adattata a Echo Chamber, con un suono breve e brillante, diciamo Motown style.
Ma siccome ci sono moltissimi articoli in cui Bob stesso parla del suo setup, io vorrei concentrarmi sull’aspetto dell’esperienza. Sul mettersi comodo sul divano e osservare una leggenda che missa la tua musica. Certo qualche dettaglio tecnico ce lo mettiamo dentro, siamo nerd!
L’accordo era che avremmo avuto due giorni di tempo e lui avrebbe fatto minimo 2 pezzi, 3 se ci fosse riuscito. Abbiamo passato una mezz’ora con l’assistente a preparare le session di Protools, assegnando al banco gli strumenti nel modo in cui Bob di solito preferisce disporli. Questi grandi mix engineer hanno tutti un metodo molto preciso di lavorare e lo replicano quasi identico ad ogni lavoro. La cassa ad esempio è sempre su determinati canali e viene quasi sempre trattata nello stesso modo e così via.
Pronta la sessione, è arrivato il maestro. Inseparabile maglietta di CBGB’s, lo storico locale di NY dove da giovane andava a passare le serate (in redazione fa capolino l’LP originale dei Dead Boys, “Young, Loud & Snotty”, con il nome di Bob tra i credits, NdR), e l’aria di una persona semplice e gentile ma decisa, come poi si è confermata durante la nostra breve frequentazione.
La prima cosa che gli ho detto è che non vedevo l’ora di sentire cosa avrebbe fatto ai pezzi e la sua risposta “questo è quello che faccio, cerco di vivere all’altezza delle aspettative” mi ha subito messo un minimo a “disagio”. Quasi volesse dire che tutti si aspettano il miracolo da lui. Bé, con quella cifra, Bob, si ce lo aspettiamo!
Nella prossima puntata vedremo i dettagli con cui tecnicamente Bob ha fatto “la sua magia”, anche con l’aiuto di due video che ho girato personalmente durante le sue sedute dietro la console, stay tuned!
Alberto Lombardi
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