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Allen & Heath dLive classe C

Fondata nel 1969 la Allen & Heath da sempre si è dedicata esclusivamente alla costruzione di mixer, spesso all'avanguardia come il mixer quadrifonico MOD1 costruito nel 1970 personalizzato per i Pink Floyd, usato da Alan Parsons per i loro concerti e che si può vedere nel film Live at Pompei. Da allora il team cr

Arrivano finalmente sul mercato le nuove superfici e mixer a rack Allen & Heath della serie dLive classe C, che consentono alla già potente ed apprezzata piattaforma l’ingresso in una vasta gamma di usi AV, installazione e live show.

Fondata nel 1969 la Allen & Heath da sempre si è dedicata esclusivamente alla costruzione di mixer, spesso all’avanguardia come il mixer quadrifonico MOD1 costruito nel 1970 personalizzato per i Pink Floyd, usato da Alan Parsons per i loro concerti e che si può vedere nel film Live at Pompei.
Da allora il team creativo dell’azienda non si è più fermato, nonostante le vicissitudini finanziarie che la videro acquistata dal gruppo Harman nel 1991, per un successivo management buyout (ossia i manager della Allen & Heath acquistarono le azioni con investimenti della 3i and Bank of Scotland con amministrazione di 4 direttori interni e 2 degli investitori) e dal 2013 è comproprietà della Electra Private Equity PLC.

Allen & Heath dLive classe C

L’acquisita potenza economica consente di finanziare la costosa attività di ricerca e sviluppo che ha portato alla recente serie di mixer digitali dLive C Class, composta da tre unità a rack (CDM32, CDM48 eCDM64) e tre superfici di controllo: il compatto C1500 con 12 fader, montabile anche a rack 19″; C2500 con 20 fader e C3500 con 24 fader e doppio schermo.

La novità più interessante è la fornitura su una fascia di prezzo non proibitiva per il campionamento a 96kHz. Non voglio entrare nella diatriba pressoché infinita e con tinte da tifoseria feroce su 44,1 contro 48, 88,2 e 96 perché nel lavoro e processamento dei segnali dal vivo la priorità non è tanto la banda audio passante (che temo dipenderà piuttosto dalla risposta dell’impianto e dell’ambiente di ascolto… salvo una raffinata e scrupolosa messa a punto!) quanto piuttosto la latenza.

Cosa è la latenza? La decantata Treccani (ma ancor di più l’esperienza) ci dice: “Il lasso di tempo che intercorre tra il momento in cui viene inviato un comando di lettura o scrittura a una unità periferica e il momento in cui effettivamente inizia il trasferimento dei dati“.
Nel nostro caso (audio digitale) possiamo semplificare il concetto come “l’intervallo di tempo necessario per emettere un segnale in ingresso

Questo intervallo di tempo si misura in “campioni al secondo” e nei primi sistemi digitali (i convertitori facevano la doppia conversione A/D e D/A, pur senza alcun tipo di elaborazione – eq, dyn, fx, ecc – ma si somma il ritardo del buffer – gestibile da tutti i software – del driver e del tempo di elaborazione della CPU) era udibile a diversi fonici e musicisti, che la reputavano fastidiosa e tale da non consentire a questi ultimi di suonare “perfettamente in sync”.

Allen & Heath dLive classe C

La tecnologia attuale ha superato alla grande i limiti di quella dei primordi e nessuno si lamenta più di sentire latenza, ma ciononostante un punto resta fermo: “campioni al secondo” occupano meno tempo all’aumento della frequenza di campionamento, quindi 128 campioni a 44.1 kHz corrispondono a 2,9msec (latenza inaudibile!), ma basta una qualsiasi elaborazione del segnale per aggiungere ulteriori ritardi di pochi msec. e rischiare che la latenza diventi udibile o, quantomeno, procuri problemi di fase e quant’altro che inficiano la qualità dell’audio.
Passando a 96kHz gli stessi 128 campioni corrispondono ad appena 1,3msec. di latenza  ed ovviamente anche le latenze dei processamenti si riducono in modo proporzionale con una riduzione intorno al 55%!

Ovviamente tale processamento non era/é possibile con un processore di scarsa qualità, pertanto i MixRack per scendere ad una latenza di 0,7msec. sono dotati del core XCVI (25 miliardi di operazioni al secondo) a 96kHz, lo stesso processore FPGA della dLive classe S, per fornire 128 ingressi con elaborazione completa e 16 ritorni stereo FX dedicati, oltre ad un’architettura completamente configurabile per 64 bus di mix, con elaborazione completa su tutti i canali di mix.

Con la classe S condivide anche l’architettura di processamento DEEP, che può essere inserito al volo senza “consumare” slot FX e senza i problemi di installazione e messa punto, latenza, allineamento in fase e di licenza associati ai plug-in esterni.

I modelli catturano le sfumature e le caratteristiche non lineari audio dei classici dell’industria audio, che vanno dagli Opto-compressori ai progetti di valvole a doppio stadio. Ogni superficie e rack ha porta I/O per 128 canali, supportati da una vasta gamma di schede di rete, incluse Dante, Waves, MADI, fibreACE ottica e altre. dLive Classe C è anche compatibile con l’hardware Classe S ed il sistema di missaggio personale ME e supportata da un ecosistema completo di app per iPad, software Director e accessori.
L’intuitività ed immediatezza del controllo sono state considerate nella giusta importanza nelle superfici touch da 12″ con controlli affidabili ed immediati, inclusa la mappatura a colori per l’identificazione immediata durante qualsiasi operazione.

I prodotti Allen & Heath sono distribuiti in Italia da Exhibo.

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