Il periodo che stiamo vivendo da alcune settimane sta mettendo in ginocchio molte attività commerciali del nostro Paese. Se l’invito a sostenere quelle italiane vale da sempre, mai come in questo momento siamo invitati almeno a riflettere su quanto ogni nostro acquisto rivolto fuori dai confini, magari per uno sconto tutto sommato di pochi euro, possa costituire un’aggravante alla situazione.
Il rischio è che tanti negozi di strumenti musicali, già comunque in una lotta assai dura rispetto alla concorrenza estera per vari motivi (che spesso non c’entrano nulla col merito o demerito dei negozianti nel rapporto con il cliente…), possano perdere questa battaglia, stavolta davvero ardua e la cui fine non si sta prospettando a breve termine.
Per questo Backline lancia la campagna #IoComproInItalia, che non è un qualche tipo di mero slogan nazionalistico, ma è prima di tutto un pensiero alle migliaia di lavoratori del settore e alle loro famiglie, che stanno lottando per riuscire a conservare il proprio posto di lavoro.
Backline dichiara: “Il mondo musicale coinvolge molte figure, musicisti, tecnici, aziende e negozianti, fino ai tantissimi appassionati; purtroppo in questo momento difficile tutta la filiera è messa a dura prova.
Per questo abbiamo deciso di scendere in campo cercando di supportare la rete musicale italiana. L’idea è quella di esortare i musicisti e gli appassionati a comprare dai negozi italiani per supportare in maniera concreta il mercato italiano. Abbiamo già lanciato su instagram l’hashtag #iocomproinitalia per sostenere il nostro mercato; questo perchè, mantenere gli acquisti nel nostro territorio, può aiutare direttamente tante famiglie e realtà che in questo momento sono in difficoltà.
Speriamo tutti insieme di superare questo momento, mantenendo la nostra musica viva!“
Noi di Musicoff ci uniamo a questo appello, sicuri che per una volta si possa mettere la convenienza personale al secondo posto, scegliendo di sostenere un’attività radicata nel territorio, qualunque prodotto voi vogliate acquistare, indipendentemente se italiano o estero, l’importante è che almeno le transazioni vengano mantenute entro i confini, per sin troppo ovvi motivi.
Tutto a questo mondo si può giustificare, arrampicandosi più o meno sugli specchi, a ragione o a torto. Tutto si può vivere col relativismo.
Ma una cosa è sicura, un Paese senza i propri negozi di Musica è un Paese che viene privato luoghi in cui non circola solo merce, ma anche cultura.
Questa crisi sta coinvolgendo tantissimi settori lavorativi, non è davvero il momento di pensare che ciò che accade ad altri non possa accadere anche a noi. Diamoci una mano.
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