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Rocco Papaleo “Coast to Coast”: dietro le quinte del tour

Coast to Coast è il tour invernale dell'attore e musicista Rocco Papaleo, portato in teatro tra novembre e dicembre 2018.

Coast to Coast è il tour invernale dell’attore e musicista Rocco Papaleo, portato in teatro tra novembre e dicembre 2018.

Cari Musicoffili, è da un po’ che non mi faccio vedere su queste pagine perché un paio di importanti lavori mi hanno tenuto lontano dalle colonne di Musicoff ma non temete, ho accumulato materiale in abbondanza per diversi articoli, spero interessanti!

Cominciamo con il racconto di Coast to Coast, faremo un viaggio dietro le quinte di una produzione molto particolare, che vede Rocco cimentarsi nei panni di attore e di musicista/cantante, circondato da una band che prende parte interamente allo spettacolo, non solo dal punto di vista musicale ma anche di quello della recitazione.

Devo dire innanzitutto che, grazie a Ciccio Accardo, è dal 2011 che ho la fortuna di seguire Rocco nelle sue avventure teatrali e musicali, e ogni anno ci siamo ritrovati a lavorare a progetti sempre interessanti dal punto di vista tecnico. In questa produzione in particolare ho avuto un ruolo attivo sia in qualità di tecnico del suono che di responsabile tecnico e titolare del service che ha noleggiato il materiale audio/luci.

Rocco ha sempre impostato le sue produzioni artistiche partendo da presupposti assolutamente non convenzionali, sia come testo che come contenuti musicali e ciò comporta uno stimolo sempre nuovo nell’affrontare le richieste e nel trovare le soluzioni. Quest’anno, ad esempio, non ci sono scenografie, né quinte o fondali, il teatro è in pratica “sfondato” e si cucina sul palco!

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Non era una metafora, si cucina davvero!

Ho pensato di strutturare questo articolo in diverse parti: nella prima, questa, descrivo la scheda tecnica e i materiali audio, nella seconda il percorso del segnale e nella terza la gestione della console e dunque alle scelte nel missaggio di sala e palco.

La produzione porta in giro 10 persone più Rocco: quattro musicisti, quattro tecnici, un direttore di produzione e un trasportatore.
La band è costituita per metà da elementi di lungo corso, Arturo Valiante (piano e melodica) e Guerino Rondolone (basso e ukulele basso) e per metà da nuove entrate, Davide Savarese (batteria e giocattolini) e Giorgio Tebaldi (ukulele e trombone).

La squadra tecnica vede me stesso medesimo al FOH/Monitor, Stefano Nuccetelli microfonista/backliner, Gianluca Cappelletti datore luci e Lorenzo Puglioli elettricista.
Conclude Giampiero Da Dalto come produzione, attore/cuoco, suggestioni e Fabio Striglio ai trasporti.

La disposizione dei musicisti sul palco è la classica a semicerchio intorno a Rocco, in posizione centrale, ma non è altrettanto classica nella distribuzione; la batteria ad esempio è davanti a destra ed è suonata in piedi!

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Disposizione dei musicisti sul palco

Lo spettacolo di Rocco può essere classificato come teatro canzone, ma nella parte dei recitati i musicisti non stanno fermi, anzi, intervengono come una vera e propria colonna sonora in tempo reale, perfettamente incastrata con i testi.
Per questo motivo la posizione di Davide è stata scelta così avanzata; avere l’attore a vista è fondamentale per spaccare il millisecondo.

Il monitoraggio è abbastanza standard: sei EAW SM122e, un classico wedge a due vie con woofer da 12″ e driver caricato a tromba da 1″, pilotati da amplificatori Powersoft M50Q.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Un EAW SM122e accanto alla postazione del basso

Il sound di questi diffusori è un pochino frizzante, ma ritoccato dalla console restituisce una buona risposta complessiva, e poi attenzione, io sono un fan di questo marchio; EAW è stato il mio primo PA e si sa, il primo PA non si scorda mai!
Tra l’altro, come forse sapete, di recente la EAW è stata rilevata dalla RCF, noto produttore Italiano di sistemi di diffusione e loro storico fornitore di altoparlanti, quindi spero in una gloriosa rinascita del marchio!

Insomma, questi monitor sono disposti dietro o a fianco di ciascun musicista, mentre per Rocco ne abbiamo due in posizione di side in quinta. Questa disposizione ce la portiamo dietro da diversi anni e ovviamente è dovuta alla necessità di lasciare ampio spazio a centro palco, in modo che i movimenti di scena si possano svolgere senza troppi ostacoli.
Inoltre Rocco ha sempre preferito un ascolto di insieme piuttosto che un “close monitoring”, in modo da avere un sound più naturale e meno aggressivo.

La microfonazione invece si divide in due sezioni, quella fissa e quella mobile.
La band infatti dispone di una doppia strumentazione in modo da poter suonare sia in postazione che in giro per il palco o per la sala, in mezzo al pubblico.  Questo setup è una caratteristica degli spettacoli di Rocco, funzionale alla ricerca continua del contatto con il pubblico, a rompere il muro della “quarta parete”.

Basilicata Coast to Coast

Una scena tratta dal famoso film "Basilicata Coast to Coast" di Rocco Papaleo

La musica di Rocco è molto vicina al Jazz/Blues, anche se quest’anno ha voluto dare al sound un’impronta un pochino più elettrica, tant’è che sono spariti piano acustico e contrabbasso, in favore di Rhodes, organi virtuali e basso elettrico.

Inizialmente la batteria di Davide aveva un set classico, suonato seduto, che successivamente però, durante l’allestimento, è stato modificato in quanto Rocco aveva la necessità di visualizzare la figura del batterista alla stregua degli altri musicisti, sia come posizione che come ingombri di strumentazione.  
La scelta è stata dunque quella di far suonare in piedi Davide e ridurre il set a una semplice cassa (ricavata da un timpano da 16″) e rullante, affiancati da hi-hat e ride; chiude il set un sampling pad della Roland, utilizzato per alcuni suoni di percussione e campioni di vario tipo.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

La batteria di Davide Savarese

La microfonazione della batteria, una Sonor Infinite Birch Vintage Onyx, è abbastanza standard: Shure Beta 52 per la cassa,  Shure SM57 per il rullante, AKG C451 per l’hi-hat e AKG C414 per il ride, mentre la Roland arriva alla stage-box tramite una DI-Box stereo passiva Radial D2.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il Nord Compact 73 di Arturo Valiante

Per il piano Arturo usa un Nord Compact 73, ripresa con due DI-Box Klark Teknik DN100 mentre per il basso di Guerino, un Epiphone Jack Casady Signature, usiamo un’uscita diretta della testata Aguilar verso un Pre Golden Age Junior 73, dedicato esclusivamente al mix, escluso dal proprio ascolto.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il basso Epiphone e il Golden Age Junior 73 a destra della cassa

Per l’ukulele di Giorgio, che funge da strumento sia fisso che mobile, usiamo un radio-jack, mentre per il trombone alla fine abbiamo optato per rimanere in acustico, visto che, a conti fatti, è stato relegato a una comparsata di pochi secondi!

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Ukulele e trombone

Per la situazione mobile usiamo tutte radiofrequenze Sennheiser EW550G2 con relativi bodypack e palmari, un sistema che ha qualche annetto sulle spalle (siamo alla G4 in commercio) ma che ancora funziona alla grande. La serie 550G2, seguita poi dalla 2000 (nelle G3 e G4 la 550 è stata convertita in 2000), ha un sistema di split delle antenne a bordo che permette di fare la cascata ed evitare il distributore separato.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

PA + antenna

In questo modo, ricevitori a parte, abbiamo solo le due antenne passive Sennheiser A2003 (al chiuso non uso mai amplificatori) e il Sennheiser Net1 come switch per il controllo remoto da PC.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il rack, in alto (nero) il Sennheiser NET 1

Le voci della band (Arturo, Giorgio, Davide e Giampiero special guest!) sono riprese tutte con capsule Beyerdynamic TGH74 cardioidi, tranne quella di Rocco che è una Sennheiser HSP4, anch’essa cardioide.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Tutti gli archetti utilizzati

Le Beyerdynamic le ho comprate sulla fiducia e ho trovato una meccanica robusta, molto ben fatta ma non proprio versatile per il posizionamento, perchè la larghezza fissa dell’archetto e il collo rigida della capsula non facilitano il movimento sul viso dell’attore.
Il cavo è altrettanto robusto, di quelli che non si rompono facilmente, nemmeno quando l’attore si improvvisa microfonista e si toglie il bodypack da solo! Peccato che non esiste con il connettore in versione Sennheiser ma solo col mini-XLR per la serie TG, ergo mi sono dovuto armare di saldatore per montare il mini-jack della serie EW.
Il suono lo devo ancora capire bene, al momento non ne sono particolarmente soddisfatto, di sicuro non è facile e pastoso come le HSP4, ma parliamo di altra fascia…

Per la voce di Rocco in allestimento avevamo optato per la doppia microfonazione, archetto per il parlato e palmare per il cantato, soluzione classica e già collaudata in un precedente spettacolo. Solitamente Rocco preferisce il palmare perchè gli permette di gestire la dinamica sia sui parlati che sui cantati e devo dire che questa è la soluzione che preferisco anch’io, ma alla fine, anche se inizialmente controvoglia, ha scelto di fare tutto con l’archetto.
Questo ovviamente ha avuto conseguenze sulla gestione della voce nel mix, ma ne parleremo in dettaglio nella terza parte.

Bene, tutte queste sorgenti arrivano alla stage-box Midas DL251, una 48 In su 16 Out collegata in AES50 al Midas Pro1, scelto per la compattezza della superficie, che in teatro è d’obbligo!
La maggior parte dei canali è occupata dalle radiofrequenze, che abbiamo scelto di posizionare, insieme alla stage-box e ai finali, in un unico rack, il classico “frigorifero” che ci velocizza di parecchio il montaggio, avendo diversi collegamenti pre-cablati all’interno.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il retro del rack, si commenta da solo…

Per quanto riguarda il PA invece, quest’anno ho deciso di portare in tour il line array a colonna AX12C, prodotto di recente dalla Axiom (marchio di Proel per la diffusione professionale nel live), accoppiato ai sub SW2100A.
Si tratta di un sistema che ospita l’elettronica degli amplificatori e del DSP all’interno del sub, che dall’uscita di potenza alimenta poi le teste; il controllo remoto del DSP è possibile tramite il collegamento di rete basato sul protocollo ProNet.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il retro cablato dei sub

Il sub alloggia un woofer da 21″ spinto da un amplificatore da 2000Wx2 e ha inoltre la funzione di “base”, come spesso si usa in questi sistemi, sufficientemente bilanciato da supportare due teste inclinate in avanti o indietro di 2 gradi.

In aggiunta avevamo al seguito anche la flying-bar e i paranchi per sospendere fino a un massimo di 4 teste, per una lunghezza di array di circa 5mt e un totale di 48 altoparlanti da 3,5″, anche se in questa configurazione mi è capitato solo un paio di volte di lavorare.
Per completare la dotazione ci sono un paio di diffusori point-source da 10″ Proel Neos 10P, usati per eventuali delay, e quattro classici front-fill Proel Edge 25P per la copertura delle prime file.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

I Proel Neos utilizzati come delay

Insomma, ho scelto un tipo di impianto che avrei potuto montare e smontare facilmente da solo, visto e considerato che questo è il mio ruolo, oltre a quello di fonico FOH/Monitor.
Stefano invece si occupa di tutto ciò che va installato sul palco, dai cablaggi di corrente, segnale e potenza, al posizionamento dei rack e dei monitor, alla microfonazione degli strumenti e dei musicisti, alla gestione delle radiofrequenze. Queste nostre mansioni sono perfettamente bilanciate come “peso” e tempistica, sincronizzati per arrivare a pranzo in tranquillità e magari farci scappare anche la pennichella se l’albergo è abbastanza vicino!

Nella maggior parte dei casi devo dire che il PA l’ho usato appoggiato, sia per questioni di opportunità che di tempo, completando l’ascolto sui palchi o sulle gallerie con i delay su stativo o su americana quando possibile.

Di certo non mi sono lasciato scappare quelle belle truss di sala motorizzate quando le ho trovate, ma sono stati eventi rari perchè anche la posizione della truss spesso non coincideva con le esigenze di posizione del PA. 

Questo Axiom AX12C mi ha soddisfatto, anche se non al 100%. È un sistema leggero (le teste pesano 13Kg) e molto preciso, una lama, e questo da una parte è un vantaggio perchè il puntamento è veramente chirurgico ma allo stesso tempo non ci si può affidare allo “splay” perchè non ce ne sta! Inoltre, essendo la cassa molto lunga, circa 1,2 mt, con pochi pezzi non si riesce ad avere una curvatura tale da coprire una verticale importante come quella di un teatro all’italiana.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il sistema Axiom

In questo senso mi avrebbero fatto comodo le AX6C, le “mezze teste”, modelli usciti successivamente alle 12, molto più versatili dal punto di vista dell’apertura al puntamento, ma meno da quello della precisione… vediamo il prossimo anno che si può fare!

Dei sub non posso che parlare bene, il suono è morbido e la potenza abbondante, adatto dunque alla vocazione del sistema ma a mio avviso è esagerato il livello impostato nei preset “factory” e limitato al massimo a -3dB in attenuazione nel DSP.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il sistema di controllo dei sub

Le teste, tagliate in basso a 180Hz, sono molto frizzanti nei suddetti preset, al punto che ho viaggiato sempre con un mio preset utente con un taglio di base molto marcato sui 10500 Hz.

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il resto dell’equalizzazione lo impostavo di volta in volta sul posto, facendo riferimento all’analizzatore di spettro, collegato all’ottimo microfono di misura Mel Lab, e ovviamente alle orecchie!

Rocco Papaleo Coast to Coast 2018

Il microfono di misura Mel Lab

Per ora è tutto, ci diamo appuntamento per la seconda parte di questo speciale!

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