Come abbiamo visto nella prima recensione della nuova serie DXR II, l’obiettivo della Yamaha è di offrire diffusori efficienti nonostante la dimensione estremamente compatta, leggera e maneggevole.
È stata posta grande attenzione nella scelta degli altoparlanti, delle elettroniche e del DSP interno a 96kHz per rendere la risposta lineare e musicalmente “armonica” per tutti i generi musicali.
Per il secondo test di impianti Yamaha DXRII abbiamo utilizzato 2 DXR12 II coadiuvate da un DXS 15 XLF, simulando l’uso in un locale chiuso da una cinquantina di persone e all’aperto per un centinaio.
La serie di subwoofer XLF è stata progettata per offrire una maggiore estensione alle frequenze inferiori rispetto, fino ai 30Hz per offrire la migliore risposta a musicisti, DJ e fonici più esigenti, sia per la linearità con suoni acustici (la prima ottava del pianoforte termina a 55Hz) che per effetti speciali quali tuoni, esplosioni ecc.
Tutto ciò supportato da un potente e versatile DSP e un bass-reflex con porta ampia per garantire risposte uniche nella sua fascia di prezzo.
Iniziamo al solito dalla descrizione: la DXR 12 II adotta la stessa elettronica della della DXR 8 II, ma sviluppa una massima SPL di ben 134dB (1 metro in asse) grazie al woofer da 12″ con voice coil da 2,5″… ovviamente aumentano anche le dimensioni 362x601x350mm e il peso di 18,6Kg.
Molto diversa anche l’elettronica del sub del primo test DXS 12 II rispetto alla DXS 15 XLF. La prima cosa che risalta nel pannello posteriore è il display che da il riscontro immediato di tutte le operazioni effettuate, affiancato da una porta USB per il collegamento di una scheda USB per salvataggio/caricamento dei dati.
Altra differenza sostanziale è la presenza nel modello DXS15-LFD dei connettori etherCON Dante® per sfruttare le possibilità di configurazione e indirizzamento di questa rete a partire dalle informazioni quali l’ID del subwoofer.
Altra funzione importante del display, oltre tutte le funzioni che sono normalmente visualizzate dai led, è l’indicazione accurata dei livelli di ingresso e di uscita, l’impostazione del DELAY (in ms/m/ft) e la visualizzazione di tutti i parametri delle UTILITY.
Dal punto di vista dei componenti, notiamo che adotta un altoparlante da 15″ con voice coil da 4″ e magnete in ferrite, che abbinato alla potente amplificazione (1200W continui, 1300W per burst di 20ms e 1600W in regime dinamico) eroga 136dB di SPL max. stavolta le dimensioni sono un po’ meno contenute (450x587x600mm) come il peso (40Kg), tuttavia la portabilità non ne risente affatto e in due diventa un compito facile, anche grazie alle maniglie altamente ergonomiche e affidabili.
Il primo test è stato quello che pensiamo possa essere l’utilizzazione standard per questo impianto, ossia un locale nel quale i due diffusori DXR 12 II se la sono cavata egregiamente anche da soli sia come SPL per le basse, e anche la soluzione di massima estensione non ci ha fatto sentire impellente il bisogno del sub, salvo per musica da discoteca.
La tenuta delle DXR12II, anche con pressioni importanti, è sorprendente; non comprimono nemmeno quando pensi sia il momento di smetterla con tutto quel volume!
Inoltre va detto che il marchio di fabbrica della Yamaha, ossia la naturalezza del suono resta inalterata anche alla soglia del limiting.
Chiaramente usando il sub la situazione è migliorata ma a prezzo di spazio che potrebbe essere importante in ambienti “piccoli” nei quali un sub, seppur compatto come questo, toglie spazio del quale il DXR 12 II non ha bisogno perché può sfruttare una serie di accessori che ne rendono possibile il montaggio con staffe, quindi meno invasivo “a terra”.
In esterno la situazione è stata diversa perché l’emissione in campo libero ha “naturalmente”, come è giusto per il design progettuale di questo tipo di diffusori, ridotto la pressione sonora dopo i primi 10 metri (secondo l’angolazione rispetto ai diffusori) e il sub ha avuto il suo da fare, anzi in alcuni momenti si è sentita l’esigenza di un secondo sub DXS 15 XLF per bilanciare l’elevata pressione sonora dei DXR 12 II (generalmente un impianto che deve riprodurre l’energia sonora di generi moderni deve avere almeno 6dB in più sui bassi, e per musica da discoteca ne servono almeno una decina).
Interessante per l’applicazione in esterni è la possibilità di usare le copertine intelligenti dotate di diverse aperture che non solo proteggono i diffusori, ma ne consentono l’uso anche in caso di pioggia!
Alla fine della sessione effettuata con la collaborazione di Alberto Recchia e coadiuvati da Tiziano Alfieri e Valerio Mazzei, abbiamo condiviso tutti impressioni estremamente positive per l’uso in interni e molto buone per l’uso in esterni dove forse abbiamo preteso un po’ troppo dall’impianto… magari influenzati dal fatto che nel locale si era comportato in modo esemplare.
Sicuramente questo impianto, grazie al suo ottimo rapporto qualità/prezzo, rappresenta una soluzione ideale per sale prove grandi, locali di qualsiasi genere e applicazioni simili, da integrare con 1 o 2 sub per situazioni con maggiore dispersione, come in esterni con area maggiore di 150mq.
Maggiori informazioni sul sito ufficiale Yamaha.
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