Non sempre servono pile di tracce con svariati strumenti per confezionare un buon album: ne è esempio l’esordio discografico del pianista Alessio Sorbelli.
Si intitola Maya il disco uscito lo scorso 26 aprile che rappresenta il primo lavoro in studio di questo giovane ma già maturo artista di origine umbra.
Cinque brani di generosa durata in cui pianoforte e violino (quest’ultimo suonato da Margherita Tamburi) vanno a definire contemporaneamente sia lo sfondo che il racconto racchiuso all’interno dell’album.
Con il piano a fungere da fondamenta sugli elementi del ritmo e dell’armonia, affrontati senza inutili frivolezze e con una concretezza che denota una maturità ben superiore alla giovane età anagrafica, risulta spontaneo perdersi negli intrecci melodici generati dal contributo dello strumento ad arco; pianoforte e violino sembrano a tratti inseguirsi, non di rado intrecciando le proprie voci su frasi identiche o analoghe, dando alle tracce una dimensione molto più vasta di quella che si potrebbe attribuire a un ensemble così minimale.
In una tracklist che ci è risultata interamente apprezzabile, troviamo che il punto più alto sotto ogni aspetto sia stato raggiunto in “Zerotrè“, al quale per questo vogliamo dare un maggiore risalto in questa sede:
L’ispirazione dunque non manca, sostenuta come detto da una chiarezza di intenti per nulla scontata nella fascia di età di riferimento: è su questi presupposti che il percorso artistico di Alessio deve proseguire con efficacia e soddisfazione; cosa della quale, viste le premesse offerte da questo primo album, non dubitiamo affatto.
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