Van Halen: di padre in figlio
Non è stato facile dire addio a Eddie Van Halen: non soltanto il mondo della chitarra, ma la musica tutta ha perso un pezzo importantissimo della propria storia.
Abbiamo vissuto il nostro personale cordoglio, reso omaggi alla memoria dell’artista e tutto questo ha contribuito a dare ulteriore risalto all’immensa eredità che Mr. Ed ci ha lasciato.
Eredità che non si limita al suo rivoluzionario modo di suonare la chitarra e a tutto ciò che ha creato come artista nella band che porta(va?) il suo cognome. Non è infatti un mistero che il buon Eddie abbia generato un figlio che sin da piccolo ha mosso i suoi passi nella musica, “iniziato” alla batteria dallo zio Alex e poi avviatosi alla carriera musicale con varie mansioni. Stiamo parlando di Wolfgang Van Halen.
La dinastia Van Halen da Eddie a Wolfgang
Appena trentenne, Wolf è tutt’altro che un novellino della grande musica. Era ancora un teenager quando papà Eddie lo reclutò nell’ultima incarnazione dei Van Halen, quella che vide il ritorno di David Lee Roth alla voce e l’uscita di Michael Anthony, il cui ruolo al basso fu preso in carico proprio dal giovanissimo Wolfgang.
Un esordio niente male che ha visto la partecipazione a tre tour e all’ultimo disco di inediti della band, A Different Kind of Truth.
Ma Wolfgang non si è affatto limitato a giocare in casa, come testimoniato dalla fruttuosa partecipazione al progetto solista di Mark Tremonti (già chitarrista di Creed e Alter Bridge). Membro ufficiale della lineup tra il 2013 e il 2016, Wolfgang Van Halen ha partecipato alla realizzazione di due dischi, non soltanto nel ruolo di bassista ma contribuendo anche agli arrangiamenti.
Show number 1 is officially in the books. Thanks so much for coming out and sharing this special night with us, folks. I won’t forget it 🙏 pic.twitter.com/66X0jE1fuk
— Wolf Van Halen (@WolfVanHalen) July 28, 2021
Un “mammoth” di nome Van Halen
Ma la definitiva consacrazione di Wolfgang Van Halen sembra essere arrivata solo più recentemente con la nascita del progetto Mammoth WVH. L’idea di un percorso da solista era già nei pensieri di Wolf da diversi anni, quelli recenti trascorsi in parte a trovare la propria strada nella musica quanto nella vita e in parte a restare accanto al padre, la cui salute era in serie condizioni già da qualche anno prima della scomparsa.
Un cammino che ha trovato la sua prima realizzazione nell’album omonimo di esordio, pubblicato da circa un mese e mezzo e anticipato in precedenza dai singoli “Distance” (omaggio a Eddie Van Halen uscito poco tempo dopo la sua scomparsa) e “Don’t Back Down“.
Nel disco Wolfgang ha realizzato tutte le tracce da sé, rivelando oltre alle immaginabili qualità di strumentista anche delle eccellenti doti di vocalist e songwriter.
La produzione curata da Michael Baskette, già artefice di alcuni recenti successi di Alter Bridge, Slash e del citato Tremonti, ha contribuito a dare a Mammoth WVH la forma di un convincente disco Rock mainstream dei nostri tempi, di quello a base di muraglie di chitarre distorte e sezioni ritmiche poderose, intervallate a introspettivi momenti dall’atmosfera sonora più delicata.
Con il recentissimo battesimo del palco a Lawrence nel Kansas, Wolfgang può dire con soddisfazione di avere al tempo stesso chiuso un cerchio e aperto un ciclo. E se le premesse sono quelle di un disco del genere, il futuro promette cose bellissime in arrivo dal discendente di Eddie Van Halen.
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