Sapersi rinnovare per restare al passo coi tempi è una dote di sopravvivenza: lo sanno bene i Subsonica e lo dimostra la loro reissue di “Microchip Emozionale“.
Sono (già) trascorsi vent’anni dalla pubblicazione di quello che si sarebbe rivelato come primo successo commerciale della band torinese, contenente brani che ne hanno disegnato il successo come “Colpo di pistola“, “Liberi tutti” e “Discolabirinto“, senza contare la sanremese (ma non certo in termini musicali) “Tutti i miei sbagli” che fu allegata al disco in seguito alla partecipazione al Festival nel febbraio del 2000.
Ecco allora che per festeggiare l’importante ricorrenza Max Casacci e i suoi hanno deciso di pubblicare una nuova edizione dell’album, intitolata con adeguatezza “Microchip Temporale“.
Perchè non si tratta di una semplice reissue dei brani dell’epoca…
Tutte le 14 canzoni dell’album sono infatti state remixate in versioni attuali che vedono la partecipazione di altrettanti artisti della scena nazionale attuale. Si tratta di musicisti appartenenti a generazioni successive (a eccezione dell’immensa Elisa, contemporanea del quintetto di Torino, sul nuovo disco in una versione di “Lasciati” che non vediamo l’ora di poter ascoltare), i quali oggi hanno pressappoco l’età che Samuel e colleghi avevano ai tempi dell’uscita del loro secondo album.
Tanto vale dirlo: ai fan di sempre potrebbe risultare irreale e magari fastidioso veder accostato al nome dei Subsonica quelli di idoli odierni delle scene pop, indie e rap come Coma_Cose (nel video qui sopra nell’unica collaborazione già svelata sul brano “Aurora sogna“), Coez o Achille Lauro.
E pur comprendendo lo spaesamento che una simile iniziativa potrebbe generare, tutti noi che abbiamo vissuto sulla nostra pelle almeno un paio di decenni di musica sappiamo bene che negare il mutare dei tempi e dei gusti incaponendosi in ostinati esercizi di isolamento dall’esterno è difficilmente una scelta vincente.
Dunque ben venga la curiosità per questa rivisitazione: non è detto che non possa servire a noi degli “enta” e “anta” per maturare un punto di vista più definito sulla musica italiana di ultimissima generazione.
Mal che vada avremo sempre e comunque l’album originale per riconsolarci.
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