Trombettista e compositore, incarnazione del jazzista dal post-bop al jazz moderno, per 40 anni il suo respiro ha dato vita a incantevoli melodie, ma ha dovuto purtroppo spezzarsi davanti alla piaga che sta sconvolgendo tutta l’umanità.
Roney è morto a soli 59 anni al St. Joseph’s University Medical Center di Paterson, N.J. a causa delle complicazioni dovute al COVID-19, era stato ricoverato lo scorso mercoledì.
Era un grande trombettista, un acuto musicista a tutto tondo e non a caso aveva ricevuto la benedizione – certo non facile da ottenere – di sua maestà Miles Davis, con il quale aveva anche condiviso il palco. Una soddisfazione enorme per Roney, che considerava Davis suo idolo e mentore.
Uno dei momenti in cui si può vederli insieme è nel recentissimo film-documentario Miles Davis: Birth of the Cool – in questo momento disponibile su Netflix – durante il Montreux Jazz Festival del 1991 con l’orchestra diretta da Quincy Jones.
Durante il concerto ebbe addirittura “l’ardire” di soccorrere con la sua tromba un Miles Davis in difficoltà (si parla degli ultimissimi mesi di vita del grande padre del jazz, assai provato fisicamente), ricevendo un sorriso e una pacca sulla spalla da quest’ultimo. Fu del resto proprio Davis a insistere per avere Roney con lui sul palco.
La carriera discografica di questo grande musicista lo vede come leader in ben 21 album, l’ultimo dei quali è Blue Dawn – Blue Nights, edito per la HighNote nel 2019.
Fu premiato ai Grammy Awards, guardacaso, proprio per un album dedicato al suo maestro, intitolato A Tribute to Miles(1994) e registrato insieme ai membri superstiti del famoso quintetto di Davis (Herbie Hancock, Wayne Shorter, Ron Carter e Tony Williams).
Ma non fu solo con Miles che ebbe sotto la sua ala Wallace durante la sua “maturazione”, un altro grandissimo del Jazz lo portò con sé nella sua band, parliamo del batterista e leader Art Blakey, che lo volle nei suoi Jazz Messengers, ensemble che sin dall’alba del Jazz è stato una spettacolare fucina di talenti.
Negli album di Roney si annoverano musicisti d’eccezione, in particolare con Village (1996) in cui troviamo tra gli altri Chick Corea, Michael Brecker e Pharoah Sanders.
Un altro addio che non avremmo voluto mai dare così presto, un altro grande lutto per la Musica.
Ovunque tu sia, caro Wallace, immaginiamo che Miles ti starà aspettando, con il suo classico sguardo penetrante, la tromba scintillante tra le mani e qualche esclamazione delle sue… “forza ragazzo, suoniamo qualche nota di quelle giuste insieme“.
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